Angeli (racconto breve)

in #ita7 years ago

Il racconto di oggi parte dalle 2 parole "domanda e sguardo" suggerite da Marco Torini. Buonanotte!

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“Gli angeli esistono!”
“Scusa?! Non ho capito, è una domanda la tua?”
“No, no dicevo che gli angeli esistono!”
La madre si irrigidì lievemente non sapendo che piega avrebbe preso la conversazione.
“E tu come lo sai?” Gli chiese.
“Perché quando ne incontri uno e non te ne accorgi, e magari lo tratti male o magari non lo ascolti…quello si sgretola…”
“Si sgretola?”
“Sì!”
“L’angelo?”
“Sì!”
“Ho capito! Ma tu ne hai mai incontrati di angeli?”
Il figlio rimase in silenzio per qualche secondo.
“Sì!” Disse adesso con un tono triste.
“Perché me lo dici con questa voce?” Chiese la madre attenta ai suoi cambiamenti emotivi.
“Perché…l’ho sgretolato!”
A questo punto il bambino abbassò lo sguardo!
“E come hai fatto?” Chiese lei.
“Beh lui era venuto a chiedermi di giocare e io gli ho detto che non mi andava, poi è venuto a offrirmi uno dei suoi biscotti e gli ho detto che non mi piacevano…poi l’ho visto giocare da solo in un angolo del parco, ma non l’ho raggiunto…e lui si è sgretolato! Non tutto, ma una parte di lui sì: io l’ho visto!”
“Ma gli angeli non si sgretolano, loro ci proteggono!”
“No mamma, non è così! Sono loro che hanno bisogno di essere protetti perché si sgretolano, e noi dobbiamo prendercene cura! Io non volevo sgretolarlo, non avevo capito che fosse un angelo e non sapevo che si sarebbe sgretolato!”
Il bimbo iniziò a piangere disperato!
"Non lo sapevo!" Ripetette.
“Amore, amore, calmati ti prego! Sono sicura che possiamo trovare una soluzione per il tuo angelo…”
Il bambino rimase in silenzio con il viso tra le mani: aspettava di scoprire il modo in cui aiutare il suo angelo.
“Magari puoi andare da lui quando lo rivedrai e spiegargli che non avevi capito l’importanza di alcune cose, che non avevi capito quello che mi stai raccontando e che non volevi che si sgretolasse…Magari puoi chiedergli scusa? Che ne pensi?”
“Sì! Sì! Hai ragione, devo andare a dirglielo! Allora domattina a scuola appena lo vedo glielo dico…o…non puoi dirglielo tu?”
“Io? Credo che debba essere tu a dirglielo, però se vuoi ti sarò vicina!”

Fu così che il mattino seguente la madre vide il figlio avvicinarsicon il viso basso a un compagno di classe e chiedergli di giocare insieme. Quando l’altro sorrise a quella domanda comprese che era vero: gli angeli non sono qui per proteggerci, ma sono loro ad aver bisogno di protezione!

Immagine CC0 creative commons

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