Pseudobiblia

in #ita6 years ago

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Foto di mia proprietà

Cos'è uno pseudobiblion (plurale: pseudobiblia)?

In sostanza si tratta di un libro mai scritto che viene però citato all'interno di un'altra opera letteraria.

A volte si tratta di semplici riferimenti, di un titolo, di un autore e poco altro. Altre volte invece la presenza dello pseudobiblion è più articolata, con riferimenti e citazioni vere e proprie. In alcuni casi lo pseudobiblion riveste una parte importante o addirittura centrale nell'opera nella quale vi si fa riferimento.

Ad esempio pensiamo alla Guida Galattica per autostoppisti all'interno della trilogia in cinque volumi, come la definì lui stesso, di Douglas Adams o alla Enciclopedia Galattica di Asimov nel ciclo della fondazione. Si tratta quindi di un artificio narrativo funzionale all'opera in cui viene utilizzato.

In alcuni casi lo pseudobiblion ha la sola funzione di giustificare la stesura del testo principale, come avviene ad esempio nei Promessi Sposi del Manzoni e suona più come una giustificazione che come un vero e proprio artificio narrativo.  

Una serie di esempi piuttosto noti sono:

il Manoscritto di Adso da Melk citato ne "Il nome della rosa" di Umberto Eco

Necronomicon di Abdul Alhazred citato nei "Miti di Cthulhu" di Lovecraft

"La cavalletta non si alzerà più" di Hawthorne Abendsen che viene citato in "La svastica sul sole" di Philip K.Dick; è questo un caso piuttosto intrigante dove si mischiano ucronia e pseudobiblion in un gioco di specchi, lo pseudobiblion, infatti, è anche un'ucronia nell'ucronia, cioè parla di una sconfitta di Hitler in un romanzo ucronico nel quale Hitler ha vinto.

"Le fiabe di Beda il Bardo" di cui si parla in "Harry Potter e i Doni della Morte"

La particolarità di questo pseudobiblion è che in un secondo momento la Rowling ha scritto veramente il libro, una raccolta di racconti, dandone alla stampa, in una prima tiratura, solo sette copie.

Esiste addirittura un caso di pseudoletteratura: lo scrittore cileno Roberto Bolaño in "La letteratura nazista in America" si profonde in biografie e commenti di opere di autori nazisti americani del nord e del sud america del dopoguerra, solo che nessuna di queste opere e/o di questi autori è mai esistito realmente.

L'inserimento di uno pseudobiblion all'interno di un'opera letteraria è spesso un magnifico espediente per l'autore per poter giocare con il lettore, per poter far dire alcune cose a qualcun altro, per inserire meta-livelli nel racconto, per giustificare la storia o renderla più credibile o più completa.

Borges è sicuramente un maestro in tutto questo e ha fatto uso di pseudobiblia a vari livelli arrivando sia a negare di aver scritto dei libri, di cui in realtà era l'autore, sia di attribuire libri inesistenti ad autori veri e viceversa.

Il suo capolavoro riguardo agli pseudobiblia viene pubblicato nel 1941 sotto forma di raccolta di recensioni di libri che non esistono "Il giardino dei sentieri che si biforcano", pubblicato oggi in Italia con il titolo "Finzioni".

Borges arriva ad attribuire ad un autore del XX secolo, Pierre Menard, la riscrittura del Don Chisciotte di Cervantes parola per parola, cioè identico all'originale...

L'opera di Borges è costellata di pseudobiblia ed è possibile che, con l'età, egli stesso, in interviste e conversazioni abbia confuso, non volutamente, tra quello che aveva inventato di sana pianta e quello che aveva inventato solo a metà, quello che aveva scritto personalmente attribuendolo ad altri, etc. rendendo oggi incerti e fumosi i reali confini delle sue citazioni e attribuzioni.

Molto più modestamente anche io mi sono divertito a scrivere recensioni di pseudobiblion, raccogliendole poi in un volumetto che contiene le prime da me scritte.


Ve ne riporto una a titolo di esempio, per capire come ho declinato il concetto di pseudobiblion:

La ragazza dei castelli che odiano il fuoco di carta di Abebe Kabila

Riporto qui l'incipit del romanzo thriller "La ragazza dei castelli che odiano il fuoco di carta" di Abebe Kabila, campione di incassi ormai da ben tre stagioni letterarie, perchè, da subito, dà un'idea precisa del romanzo: "Caro lettore, la verità che sta dietro a tutta questa storia, che vado a raccontarti, è un segreto segretissimo, che più segreto non c'è." Da qui in poi la trama di questo thriller si fa complessa ed intricata. Non voglio svelarvi nulla per non togliervi il gusto della lettura, una lettura che sicuramente vi terrà attaccati al libro di Kabila fino alla fine, senza riuscire a staccare gli occhi da quelle pagine se non per una pisciatina ogni tanto. Siccome tra i motivi per cui staccare lo sguardo non c'è l'ingurgitare cibo, la lettura vi porterà anche a dimagrire di circa 5 chilogrammi (per le donne una taglia in meno!). Mi limiterò ad elencare in che ambiti oscuri e tramosi si dipanano gli oscuri e tramosi tentacoli di questa storia così complessa, oscura e tramosa, che solo Kabila avrebbe, ed ha, saputo scrivere. Storie segretissime legate al nazismo, al fascismo, al comunismo e al positivismo. Oscuri simboli dispersi in rete tramite criptiche pagine web poi oscurate da autorità onnipresenti, compiacenti e conniventi.  Società segrete che per scopi segreti nascondono innominabili segreti in stanze introvabili dentro castelli sperduti in lande desolate e buie. Persone disperse, assassinate o scomparse, forse occultate come cadaveri, forse nascoste per sfuggire a killer e assassini prezzolati da aziende coinvolte in trame internazionali per folli progetti con il solo scopo di mettere a tacere voci incontrollate legate a notizie non dimostrabili di affari loschi. Non mancano ovviamente, fughe, corse in macchina, gite sul lago (in battello), pick-nick, grigliate (sia di carne che di pesce), salti inaspettati nel tempo e nello spazio, flash-back e flash-forward, galline ammazzate in modo rituale e sangue, tanto sangue, sangue a fiumi. Torture di ogni tipo, squartamenti, ignare casalinghe fatte a fettine un poco alla volta, Ferrari parcheggiate in doppia fila rigate con le chiavi di casa, cavedani venduti per lucci, insomma molte scene forti che il lettore di thriller saprà apprezzare per la loro crudezza e la loro liricità intrisa di cattiveria e olio di semi di girasole. Sullo sfondo della complicatissima e intricatissima trama del romanzo non mancano le descrizioni della Parigi notturna, della Berlino pomeridiana, della Londra mattutina, della Roma ore pasti, della Stoccolma invernale e della Siviglia estiva. Mancano forse, per dirla tutta, le mezze stagioni ad Atene e gli aperitivi milanesi, ma non si può pretendere tutto! C'è, quindi, molta carne al fuoco nelle 888 pagine del romanzo; Abebe ci trasporta con maestria e poeticità innegabili lungo percorsi a dir poco complessi e intriganti, oltre che intricati, fino al finale inaspettato e catartico. Nelle ultime pagine non possono che affiorare le domande che ci inseguono come ombre lungo tutto il romanzo, chi ha fatto cosa, quando e perchè? Dove? A chi giova? Come mai non si capisce? Quando è iniziato tutto? Come spiegare tante morti, tanto dolore e tanto sangue versato? Cosa si nasconde dietro tutto questo? Confesso che mi ha lasciato un po' perplesso il finale del romanzo, che i moltissimi estimatori di Kabila acriticamente definiscono geniale e transeunte, ma che a me ha lasciato un pochino di amaro in bocca. Abebe Kabila infatti conclude il suo thriller così: "Caro lettore, la verità che sta dietro a tutta questa storia è un segreto segretissimo (io te l'avevo detto fin dall'inizio, rileggiti l'incipit se non ci credi!); tu lo sai tenere un segreto? Io sì!" L'autore, quindi, conclude senza svelare nulla dell'intricatissima matassa che ha costruito lungo le 888 pagine del libro, tenendo per sé la soluzione della storia.  Con tristezza dobbiamo constatare che a Qualcuno non deve essere sembrato comunque sufficiente questo finale, visto che il povero Abebe Kabila è stato freddato con 7 colpi di pistola nell'androne della sua casa di Marrakesh pochi mesi dopo l'uscita della sua "trilogia in un solo libro", come lui stesso aveva definito il romanzo "La ragazza dei castelli che odiano il fuoco di carta". Sopra il suo corpo insanguinato solo un foglietto di carta con scritto: "Non si sa mai".
Massimo Bolognino, Pseudobiblia Vol. 1
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Mi piace questa cosa, non ne conoscevo il nome nella mia ignoranza senza lacune ma è affascinante, ricordo Beda il bardo quando lessi la Rowling e da brava fan dei gdr come non riconoscere la menzione al Necromicon <3

Tanti complimenti per gli spunti sempre originali ilnegro 👍

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