Che significa Green?

Voglio contribuire con questo post al dibattito all'interno della comunità.

Al contrario di @serialfiller, come dice qui, ho cominciato ad interessarmi alle problematiche di salvaguardia dell'ambiente da piccolissimo, alle elementari.
Mentre frequentavo gli ultimi anni di Liceo uscì un documento per me basilare, World Conservation Strategy: Living Resource Conservation for Sustainable Development, il cui intento era mettere in guardia dalle conseguenze del modello di sviluppo occidentale e dai suoi effetti sugli ecosistemi, sui processi naturali e sui cicli indispensabili per la vita: ciclo dell'ossigeno, dell'acqua, dell'azoto, etc.
Mi colpì molto e su questi argomenti presentai poi la tesina di scienze alla maturità.
La mia tesi era questa: l'uomo, prima di modificare pesantemente i cicli fondamentali per la sua stessa esistenza, dovrebbe sincerarsi di averli pienamenti compresi.
Non ero quindi aprioristicamente contrario a nulla, ma inquinare senza sapere minimamente quali potessero essere le conseguenze mi pareva piuttosto avventato.

Oggi sappiamo che le ipotesi catastrofiche fatte negli anni '80 erano sbagliate: le cose sono andate molto peggio delle più nere previsioni formulate dagli esperti 40 anni fa.

Secondo molti esperti il punto di non ritorno, ad esempio, rispetto al surriscaldamento del pianeta è già stato raggiunto e superato, quello che potremmo fare ora è cercare di frenare questo fenomeno, non più cercare inutilmente di invertirlo.

Il vero problema, a mio parere, è che la questione fondamentale non è quali siano le migliori soluzioni per non distruggere il pianeta in cui viviamo, ma mettere seriamente in dubbio un modello, insito già nella parola "sviluppo", legato indissolubilmente al capitalismo, al consumismo, all'occidente in generale, che porta inevitabilmente alla distruzione del pianeta.

Concetti assurdi come "crescita", "sviluppo", etc. sono il nocciolo della questione, le tecnologie, i comportamenti più o meno virtuosi dei singoli e delle comunità, contano solo in modo marginale.
Non esiste uno "sviluppo sostenibile", non nel senso occidentale del termine.

Faccio qualche esempio di come si debba vedere il quadro d'insieme e non fermarsi ai particolari.
Oggi pare un luogo comune ritenere che le auto elettriche siano un miglioramento rispetto alle auto a combustibile.
Tralascio tutte le considerazioni, come e quanto costi produrle, in che modo viene prodotta l'energia elettrica, etc.
Queste sono questioni di contorno.
La questione è che se tutte le auto attualmente in circolazione utilizzassero batterie al litio, non ci sarebbe abbastanza litio sul nostro pianeta per produrre tutte le batterie.
Ma questa ipotesi è cautelativa, il nostro modello di sviluppo ci deve far considerare quanto litio occorrerebbe per produrre le batterie necassarie a dare un numero di auto per abitante pari a quello dei paesi occidentali a tutti gli abitanti della terra, Cina, India, etc.
Probabilmente non esiste abbastanza litio in tutto il sistema solare...
Batterie al Litio

Ecco un altro esempio.
Io adoro la pasta al pesto, credo che tutti sappiano che uno degli ingredienti fondamentali nella ricetta del pesto sono i pinoli.
Se non lo avete mai fatto andate al supermercato e controllate se ci sono i pinoli come ingrediente nei vari tipi di pesto in vasetto che trovate negli scaffali.
Non troverete quasi mai i pinoli e, probabilmente, anche quando compaiono nella lista degli ingredienti, mai da soli, quindi presenti solo in maniera infinitesima solo allo scopo di essere citati nell'elenco degli ingredienti (tenete presente che gli ingredienti sono elencati in ordine di quantità rispetto al totale, cioè il primo ingrediente della lista è quello più presente e l'ultimo è il meno presente, in quantità).
Come mai?
Semplicemente il pesto è un sugo che ha avuto un certo successo nel mondo e sul pianeta Terra non esiste il quantitativo necessario di pinoli, che vengono quindi sostituiti con la qualunque: anacardi, noci, etc. etc.
Anche se oggi stesso si pensasse di incrementare la produzione di pinoli, occorrerebbero almeno 10 anni per poter raccogliere i primi pinoli...
Pesto e pinoli

Passiamo alla carne.
Secondo molti esperti la produzione di carne per il consumo umano è responsabile di una quota significativa di inquinamento.
Negli ultimi anni paesi come la Cina hanno decuplicato il consumo di carne pro-capite, ma sono comunque lontanissimi dal valore di 222 kg a testa all'anno degli USA.
Cosa succederebbe se tutti gli abitanti del pianeta consumassero 222 kg di carne a testa all'anno?
Il pianeta non è in grado di produrre in nessun modo una quantità simile di carne.
Consumi carne USA

Ma immaginiamo un pianeta di vegetariani, sarebbe in grado la Terra di nutrire in modo sufficiente circa 8 miliardi di persone?
La risposta è ancora no.
Non esistono terre coltivabili in grado di produrre cibo per tutti gli attuali abitanti della Terra, il trucco sta nel fatto che alcuni miliardi di esseri umani sono sotto-alimentati o soffrono propriamente la fame, per questo una minoranza, di cui noi occidentali siamo la larga parte, può serenamente morire per malattie correlate con l'eccesso di cibo.

Thomas Robert Malthus scriveva: "...the power of population is indefinitely greater than the power in the earth to produce subsistence for man." Capitolo 1, pagina 4

An Essay on the Principle of Population

Aveva quindi ragione Malthus?
In poche parole: sì.

Un approccio "green" non può, a mio parere, prescidere da alcuni punti fermi:

• controllo della popolazione
• abbandono del sistema capitalistico
• abbandono del consumismo

Tutto il resto, comprese le manifestazioni oggi così di moda, non hanno alcun senso, perché non sono di critica radicale del quadro d'insieme nel quale siamo inseriti, cercano di portare avanti il concetto che si possa restare all'interno di un sistema consumistico/capitalistico e di ignorare il problema della sovrapopolazione del pianeta, e che facendo solo un po' di differenziata e comprando un'auto ibrida tutto si risolverà per il meglio.
Sarebbe bello, ma non è così.

Riusciremo a uscire da questi schemi e salvare il pianeta?
Veramente non credo che sia possibile.
La resistenza ai cambiamenti è sempre molto forte, tutti noi abbiamo degli schemi mentali rigidi e pensare fuori da questi schemi è molto difficile.
Quando cambieremo?
Quando sarà inevitabile, cioè quando il pianeta ci presenterà un conto molto saltato, e forse nemmeno allora, forse continueremo allegramente a correre sempre più veloci verso il baratro, siamo fatti così, purtroppo.

Ho affrontato, da autore, il problema della sovrapopolazione in un racconto, "L'intervista", che scrissi ormai vent'anni fa per l'antologia cartacea "Ceneri del Fantastico - Terra e dintorni", ma che potete trovare come ebook all'interno della raccolta Venti Racconti, ma se non volete pagare, e so che non volete... potete leggerlo a muffa qui

Anche il romanzo del 2013 Inferno di Dan Brown affronta l'argomento partendo dalle stesse premesse del mio racconto anche se, molto più generosamente, concede all'umanità di diventare semplicemente sterile...

Tutte le immagini sono di mia proprietà.

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