11 settembre 2001 [partecipazione al contest di @serialfiller]

in #ita6 years ago

11 settembre 2001.

La data che tutti conoscono, che tutti ricordano: non so dove, ho letto che -caso più unico che raro- non c'è praticamente persona al mondo che non sappia cosa stesse facendo nel preciso momento in cui l'occidente iniziò ad avere paura.

Io non faccio eccezione: ero al lavoro, seduta alla mia postazione al computer. All'epoca lavoravo in uno studio di architettura, stavo seguendo un progetto di riqualificazione di un'area ex-industriale a Milano.
Disegnavo, calcolavo volumetrie ed opere di urbanizzazione. Ricordo che collaboravamo con un altro studio di Milano, con il quale ci scambiavamo files e aggiornamenti vari, e ho ancora presente l'invidia che provavo per loro che già utilizzavano la fibra ottica mentre noi eravamo connessi con un centralino ISDN che non garantiva proprio il massimo della performance per condividere foto ed immagini. Dovevo ricevere delle foto e l'architetto con cui parlavo mi stava dicendo "Ti invio le foto... fatto", nel giro di pochi secondi. Chiusa la telefonata con il mio invidiato contatto, rispondo ad un nuovo squillo: è uno dei figli del titolare dello studio di cui facevo parte che mi dice, semplicemente: "Hai visto che casino? E' caduto un aereo su una delle Torri gemelle".
In quel momento, ancora non era chiara la dinamica dei fatti, ricordo che come prima associazione di idee mi vennero in mente "L'inferno di cristallo" e "Airport", capostipiti del genere cinematografico catastrofico, e pensai che "semplicemente" ci fosse stato un incidente. L'idea che non fosse un evento casuale era quanto di più lontano potessi immaginare.
Neanche il tempo di cercare informazioni sul sito di un giornale online con la nostra connessione a pedali, ed ecco un'altra telefonata: anche l'altra torre era stata colpita da un aereo.

A questo punto provai sbigottimento, ancora prima che paura. Non sapevo più cosa pensare: la casualità non poteva più essere presa in considerazione. Da lì in poi, un susseguirsi di notizie, sempre più tragiche. Chiamai mia madre a casa, poi mio fratello. Non sono abituata a telefonare spesso, nemmeno per notizie che mi riguardano, eppure questa volta era una cosa talmente grande, talmente difficile da capire, che credo un po' tutti sentissero l'esigenza di confrontarsi con qualcuno, di avere informazioni su cosa stesse succedendo. Ricordo la ricerca di un pensiero positivo: sperai che le torri fossero deserte, facendo due conti con il fuso orario, forse era possibile che almeno non ci fossero turisti, e magari anche pochi impiegati. Le torri in realtà non erano ancora crollate e in quel momento mi sembrava possibile che si potessero salvare tante persone.
Ricordo la preoccupazione per un caro amico che all'epoca viveva a New York, e per un altro che era in volo proprio in quel momento, con destinazione Los Angeles. Nessun problema per il primo, il secondo perse "solo" l'opportunità di partecipare ad un evento importante a cui era stato invitato: il suo aereo venne fatto atterrare in Canada (e lui aveva i vestiti adatti per un caldo settembre californiano) dove, mi disse in seguito, soffrì tutto il freddo del mondo senza sapere perché, visto che sull'aereo non erano trapelate notizie di quanto era in atto.
Piccolezze, di fronte a tremila morti. E ad un mondo che, ora sappiamo, non sarebbe mai più stato lo stesso.

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Photo by Aidan Bartos on Unsplash - Foto libera da diritti.

Grazie a @serialfiller per aver pensato e lanciato il contest sulle memorie personali di quel giorno.

Sort:  

Grazie mille @heidi71 per aver partecipato al contest e aver condiviso la tua esperienza.
Il tuo racconto credo possa essere identificabile come comunissimo e proprio per questo lo sento molto vicino.
Quel giorno crollò il nostro mondo, tutto quel che era prima resta solo un ricordo.
Quei 4 aerei sono stati lo spartiacque della nostra contemporaneità.
Complimenti

Quando successe avevo solo 7 anni e non posso dire di ricordare il momento preciso, ma ricordo benissimo come le cose sono cambiate da quel giorno..le persone attorno a me apparivano così impotenti davanti a un attentato che ha messo in ginocchio tutto il mondo, ma che tutt'ora è l'emblema della resilienza con la quale dobbiamo affrontare il terrorismo, senza paura, senza abbandonare la nostra voglia di viaggiare, di sentirci liberi, di girare il mondo. Nessuno deve poterci togliere questa libertà.

Grazie per la tua interessante testimonianza, @heidi71!

M'incuriosisce la scelta dell'immagine: molti, nelle "nuvole esplosive", vedono i volti del demonio (a simboleggiare "il male" del titolo dell'articolo) e di un alieno... l'hai scelta apposta o è solo un caso?
Vedi anche tu quei volti?

Un caro abbraccio da @amico!

Cada relato de este suceso sigue [email protected] quedé un rato viendo tus letras...doloroso. Gracias por hacer que recordara esto.

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