Wislawa Szymborska, la poetessa della meravigliosa imperfezione umana

in #ita6 years ago (edited)

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L'immagine è tratta da wikimedia commons ed è liberamente utilizzabile.

Ti ringrazio, cuore mio:
non ciondoli, ti dai da fare
senza lusinghe, senza premio,
per innata diligenza

Tratto da "Al mio cuore, di Domenica" di Wislawa Szymborska, Opere. Edizioni Adelphi, 2008

Nel panorama letterario e culturale europeo della seconda metà del novecento e dell'inizio degli anni duemila, merita un posto speciale la poesia dell'autrice polacca Wislawa Szymborska. Le sue delicate e profonde liriche sono sicuramente influenzate dalla sua traiettoria di vita senza dubbio non lineare: prima impossibilitata a concludere gli studi a causa della seconda guerra mondiale, poi impiegata presso le ferrovie di Cracovia, infine illustratrice e redattrice presso riviste culturali. Anche il percorso della sua produzione letteraria è stato accidentato infatti ha subito la censura e l'ostracismo del regime comunista polacco a causa del poco realismo contenuto nella sua poetica.
Solo con la caduta del sistema comunista la sua poesia ha raggiunto la notorietà, anche internazionale, fino al conseguimento del Nobel per la Letteratura nel 1996 grazie ad "una poesia che, con ironica precisione, permette al contesto storico e biologico di venire alla luce in frammenti d'umana realtà".

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Le sue liriche delicatissime sono caratterizzate dalla presenza di tematiche esistenziali e metafisiche poste partendo anche dall'analisi di fatti appartenenti alla quotidianietà di qualsiasi individuo. Notevole anche l'uso dell'ironia e del paradosso per mettere a nudo le contraddizioni della vita di ognuno di noi.

Dunque una poetica che vuole dimostrare come la vita sia sì unica ed irripetibile ma allo stesso tempo essa è un percorso che mette l'essere umano a dura prova di fronte alle sue contraddizioni e alle sue imperfezioni che sono, ovviamente, anche le contraddizioni della società che l'uomo ha costruito.
Sicuramente tra le contraddizioni evidenziate vi è quella che l'uomo si considera speciale rispetto agli altri esseri che sono parte della Natura. Una specialità non riconosciuta dalle regole del Creato e dall'Universo: l'uomo è un granello di sabbia in un deserto che ha avuto un suo particolare processo evolutivo che è però una tra le infinite possibilità che la Natura ha offerto e offre.

Forse i nostri patemi e le nostre contraddizioni sono veramente figlie di questo deficit intellettuale. Se imparassimo a riconoscerci e a riconoscere tutto il creato come parte di noi e noi come parte del tutto probabilmente riusciremmo a trovare il nostro posto nell'Universo ed in definitiva la pace con noi stessi.

Vi lascio ora con una sua splendida poesia.

Ieri mi sono comportata male nel cosmo.
Ho passato tutto il giorno senza fare domande,
senza stupirmi di niente.
Ho svolto attività quotidiane,
come se ciò fosse tutto il dovuto.
Inspirazione, espirazione, un passo dopo
l’altro, incombenze,
ma senza un pensiero che andasse più in là
dell’uscire di casa e del tornarmene a casa.
Il mondo avrebbe potuto essere preso per
un mondo folle,
e io l’ho preso solo per uso ordinario.
Nessun come e perché –
e da dove è saltato fuori uno così –
e a che gli servono tanti dettagli in movimento.
Ero come un chiodo piantato troppo in
superficie nel muro
(e qui un paragone che mi è mancato).
Uno dopo l’altro avvenivano cambiamenti
perfino nell’ambito ristretto d’un batter
d’occhio.
Su un tavolo più giovane da una mano d’un
giorno più giovane
il pane di ieri era tagliato diversamente.
Le nuvole erano come non mai e la pioggia
era come non mai,
poiché dopotutto cadeva con gocce diverse.
La terra girava intorno al proprio asse,
ma già in uno spazio lasciato per sempre.
E’ durato 24 ore buone.
1440 minuti di occasioni.
86.400 secondi in visione.
Il savoir-vivre cosmico,
benché taccia sul nostro conto,
tuttavia esige qualcosa da noi:
un po’ di attenzione, qualche frase di Pascal
e una partecipazione stupita a questo gioco
con regole ignote.

Wislawa Szymborska, Disattenzione

Bibliografia

Milena Gammaitoni, L'agire sociale del poeta. Wislawa Szymborska nella vita dei lettori, in Polonia e in Italia
Roberto Saviano, "Szymborska, poetessa globale", La Repubblica
Alfonso Berardinelli Poetessa del sorriso. Wisława Szymborska

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