Palazzo Altemps: tra il Mythos e la Cultura Pop

Arrivo a Piazza Sant'Apollinare dopo aver percorso il lungotevere ed essermi tuffato nelle vie del centro di Roma all'altezza del Palazzo della Corte di Cassazione. Questa bellissima Piazzetta dell'epoca della Roma barocca e papalina è incoronata dagli splendidi palazzi nobiliari delle antiche casate romane cariche nel loro albero genealogico di cardinali, papi e magari anche di qualche santo.

Mi viene in mente lo splendido film “Il Marchese del Grillo” del grande Alberto Sordi: chissà se gli esponenti di queste famiglie hanno lo stesso spirito di quel personaggio, fatto di indolenza, senso dell'umorismo ribelle contro il Potere e dunque autoironia contro se stesso e la sua classe sociale visto che il Potere a Roma, per secoli e secoli, sono stai loro.

Ecco la splendida chiesa di Sant'Apollinare con le sue linee essenziali e poco appariscenti. Peccato che la sua fama non dipenda tanto dalla sua bellezza – almeno nell'immaginario popolare – ma dal fatto che il suo nome è legato ad uno dei tanti misteri italiani: per anni qui hanno riposato le spoglie di Enrico De Pedis, il Dandi della Banda della Magliana.

Di fronte alla Basilica si trova il Palazzo Altemps, oggi parte dello splendido Museo Nazionale Romano. Fu costruito per stratificazioni successive a partire dal Quattrocento. Iniziarono i Riario che non riuscirono a finire l'opera a causa della scomparsa di Papa Sisto IV, loro Grande Protettore. Passò così al Cardinal Soderini e infine al Cardinale Altemps da cui il Palazzo prende il nome. Anche quest'ultimo aveva come Grande Protettore un Papa: Pio IV, suo zio.

A pensarci bene raccontando la storia del Palazzo si potrebbe raccontare la storia di uno dei maggiori vizi italici: il Nepotismo. Ma il Palazzo racconta anche i rovesci della sorte di chi vede scomparire il proprio protettore. Infatti Roberto Altemps si vide condannato a morte con l'accusa di Adulterio dopo un iniquo processo istituito dal "Papa Inquisitore" Sisto V. Almeno così raccontano le cronache e le leggende.

Entro nel Palazzo e mi ritrovo in uno splendido cortile interno circondato da delle logge rinascimentali dipinte splendidamente e dove montano la guardia busti di imperatori e splendide statue.

Entro nelle sale dove posso ammirare complessi statuari di una bellezza stupefante, alcuni notissimi ed altri meno. Ecco il celeberrimo Galata Suicida: un guerriero celta è ritratto nell'atto estremo di darsi la morte. Ai suoi piedi una donna - la sua compagna morente - dopo essere stata colpita dal guerriero. Una statua di enorme bellezza e di enorme tragicità. Un monumento all'orgoglio e all'amore disperato.

Ecco il Guerriero Seduto che ritrae il riposo di un guerriero, chissà, dopo un combattimento che lo ha visto vincitore o dopo qualche competizione sportiva. Colpisce la naturalezza della posa che mi ricorda quella dei nostri atleti contemporanei dopo la competizione vittoriosa. Ai suoi piedi una straniante chitarra elettrica: si tratta di una installazione di un artista dei nostri tempi. Antico e contemporaneo che si intrecciano tra loro in un connubio spiazzante ma non privo di una ironia che in qualche modo spezza la solennità del luogo. Ma si, sembra dirci il nostro contemporaneo: non prendiamoci mai troppo sul serio. Forse ha ragione lui.

Le sale si susseguono tra apolli, satiri, giovani fanciulle ma anche meravigliosi bassorilievi e sarcofaghi che ci fanno tuffare nel Mythos romano: ecco ritratte le immancabili fatiche di Ercole.
In tutte le sale non mancano le installazioni contemporanee: ecco una statua incompleta che rappresenta un uomo con una clava sulla spalla ma senza gambe. Al suo fianco una bicicletta. Un abbinamento che dà un effetto straniante e spiazzante senza dubbio voluto!

Esco dal Palazzo con la convinzione di aver scoperto un tesoro nascosto tra Mythos romano e contemporaneo pop. La bellezza sul filo dell'ironia dove meno te l'aspetti.

Le foto sono di mia proprietà

Bibliografia

Valeria Scuderi, Magia e Misteri di Palazzo Altemps