Neuromante: il manifesto letterario cyberpunk

in #ita4 years ago (edited)

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L'immagine è tratta da pixabay ed è liberamente utilizzabile

<<Il potere, nel mondo di Case, significava il potere delle grandi compagnie. Le zaibatsu, le multinazionali che plasmavano il corso della storia umana, avevano trasceso le antiche barriere. Visti come organismi, avevano raggiunto una specie d'immortalità. Non si poteva uccidere una zaibatsu assassinando una dozzina di dirigenti che occupavano i posti-chiave; ce n'erano altri che aspettavano di salire la scala, di occupare i posti rimasti liberi, di avere accesso ai vastissimi banchi di memoria della grande compagnia...>>

William Gibson, Neuromante, Pag. 211 - Mondadori

A buon diritto Neuromante di William Gibson è considerato il romanzo capostipite di un genere, quello cyberpunk. Ma in realtà è molto di più che un romanzo che impone un genere letterario. Si tratta di un vero e proprio romanzo politico che denuncia la deriva della nostra società causata dal tumultuoso sviluppo tecnologico. Una deriva che fa corrispondere allo sviluppo tecnologico una società che regredisce dal punto di vista sociale fino a diventare un universo distopico dove l'oppressione e la violenza diventano il saliente fondamentale dell'uomo. Dunque un romanzo che ci pone di fronte ad una verità più volte indicata dai filosofi, quella secondo la quale allo sviluppo tecnologico ed economico non corrisponde assolutamente un'elevazione dell'uomo nei suoi valori ma anzi spesso rappresenta l'occasione per far riemergere gli istinti ancestrali e bestiali dell'uomo stesso.

La storia narrata nell'opera vede come protagonista Case, un hacker, un vero e proprio cowboy del cyberspazio, che ingaggiato da un oscuro personaggio, Armitage, per una missione dai contorni indefiniti e misteriosi. Nel clima di violenza bestiale di un mondo ipertecnologico dominato da una rete di multinazionali e discese oniriche e psichedeliche negli inferi del cyberspazio Case riesce a comprendere di essere un burattino nelle mani di Invernomuto un'Intelligenza Artificiale che vorrebbe evolvere ad un livello di intelligenza superiore grazie alle capacità di hacker del protagonista della storia.

Si tratta di una narrazione volutamente oscura, quasi ermetica, per iniziati, che ha - come dicevo - la finalità ultima di interrogarci sullo sviluppo tecnologico e sull'interazione tra uomo e macchina e su quanto questa possa minacciare il nostro libero agire. Un romanzo davvero visionario che già più di trenta anni fa riusciva ad individuare tutti i rischi dello sviluppo tecnologico che vediamo nei nostri giorni: dall'ingegneria genetica, all' Internet dei sensi, all' Intelligenza Artificiale fino ad arrivare allo strapotere delle multinazionali tecnologiche.

Dunque non solo un bellissimo romanzo di fantascienza cyberpunk ma un romanzo politico e di denuncia sociale di un autore senza dubbio da Nobel.

William Gibson, Neuromante, Mondadori (1986)

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