La Distopia di George Orwell: 1984

in #ita6 years ago (edited)

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L'immagine è tratta da wikimedia commons ed è liberamente utilizzabile

"Il potere non è un mezzo, è un fine. Non si stabilisce una dittatura nell'intento di salvaguardare una rivoluzione; ma si fa una rivoluzione nell'intento di stabilire una dittatura. Il fine della persecuzione è la persecuzione. Il fine della tortura è la tortura. Il fine del potere è il potere."

George Orwell, 1984

Nella letteratura di denuncia sociale e politica a partire dagli inizi del novecento è emerso un particolare filone noto come romanzo distopico. Questo genere di narrazione in qualche modo la possiamo includere all'interno del genere fantascientifico, perchè comunque immagina un futuro.
Quello descritto nel romanzo distopico è però un futuro totalmente negativo generalmente a causa delle innovazioni tecnologiche e scientifiche che si sono imposte o a causa delle idee politiche che hanno preso il sopravvento. Dunque si tratta di un romanzo che ha la finalità di mettere in guardia il pubblico da ciò che potrebbe accadere qualora si realizzassero determinate condizioni.
Senza dubbio il primo romanzo pienamente ascrivibile a questo filone è "Il padrone del Mondo" di Robert Benson al quale sono seguiti in successione "Il tallone di Ferro" di Jack London, "Il mondo nuovo" di Aldus Huxley fino ad arrivare a quello che a mio avviso è il romanzo archetipo della distopia: 1984 di George Orwell.

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George Orwell scrisse il suo romanzo nel 1948 dunque alla fine della seconda guerra mondiale con tutto il suo strascico di lutto e di dolore. Come si può notare il titolo è dato dall'inversione delle ultime due cifre dell'anno in cui è stato scritto. Questa scelta abbastanza singolare lascia intendere che l'autore ritiene che il potenziale futuro descritto nel romanzo non era da intendersi come lontano da venire se si fossero realizzate le giuste condizioni.
Si tratta di un romanzo denuncia che vuole mettere in guardia l'uomo dai rischi del totalitarismo e della sconfitta della democrazia, dove si immagina un mondo diviso in tre grandi blocchi autoritari - Oceania, Eurasia ed Estasia - in perenne guerra tra loro. Precisamente la storia si svolge in una Londra degradata e semidistrutta che è la capitale dell'Oceania.
Il sistema politico immaginato da Orwell per il suo stato immaginario è dominato dal Partito del SocIng che è presente in tutti i gancli della vita istituzionale e sociale. Il mezzo con il quale domina la vita dello stato e dei suoi cittadini è la manipolazione degli individui. Manipolazione dell'informazione all'insegna del motto secondo il quale chi controlla il presente controlla il passato. Manipolazione dei sentimenti delle persone, basti pensare ai famosi "due minuti d'odio" che servono ad incanalare la frustrazione e l'aggressività delle persone contro un bersaglio prescelto. Ma anche manipolazione del linguaggio con l'istituzione di una neolingua progettata scientificamente per diminuire le capacità cognitive e di ragionamento delle persone: se non si hanno le parole per esprimere un concetto questo non potrà neanche essere pensato e rimarrà allo stadio di malessere inconscio; impalbabile e sfuggente.
Il Socing non disdegna neanche i metodi brutali per chi, nonostante l'uso asfissiante della manipolazione, maturerà i germi di una potenziale dissidenza: ecco la psicopolizia pronta ad arrestare i soggetti sospetti.

In questa realtà terrificante Orwell racconta una storia d'amore tra due persone - Winston e Julia - della media borghesia. Amore che è espressamente proibito dal partito se non per finalità procreative: il primo germe della disubbidienza nei protagonisti.
I due nei loro fugaci incontri nei quartieri riservati ai prolet, la parte bassa della piramide sociale, maturano la loro dissidenza e da qui l'affiliazione al the brotherhood, un'associazione segreta di opposizione al SocIng...

Non racconto come va a finire la storia, nella sparanza che queste righe possano aver fatto germogliare l'interesse in chi non avesse letto questo capolavoro della letteratura del novecento che intreccia mirabilmente la storia d'amore dei protagonisti in un contesto sociale descritto superbamente e che ci illumina su molte delle strategia usate oggi, nella realtà, dalle élites per dominare i popoli.

Bibliografia

George Orwell, 1984
Umberto Eco, Introduzione a 1984
Tommaso Garagnani, Distopia, tra realtà storica e finzione letteraria

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Bella recensione, complimenti. Ti ho letto molto volentieri, grazie!

un romanzo meraviglioso

E si.....bellissimo!

Grazie Giuseppemasala post molto bello 👍

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