L'invadenza del Potere nella Letteratura

in #ita4 years ago

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"L'ebbrezza del potere cominciò a decomporsi in raffiche di disagio".

Gabriel García Márquez, Cent'anni di solitudine

Leggo che Gianrico Carofiglio è stato candidato al Premio Strega. Ora a me Carofiglio non piace né per contenuti, né per stile (e quale sarebbe?), né per l'architettura della narrazione. E' una persona ben ammanicata ma con la Letteratura c'entra poco e nulla. Si tratta di un privilegiato che vuole apparire per quello che non è ne mai sarà. Ma ciò che mi ha dato fastidio è un'altra cosa: a candidare il Carofiglio all'importante premio letterario è stato Sabino Cassese.

Certamente Cassese è un grande giurista ed un grande uomo di potere, ma con la Letteratura che c'entra? Ha idea di che cos'è il Canone? Sa cosa significa romperelo e dunque imporne un altro? Ho seri dubbi a tale proposito. Sia chiaro non è che uno per capire di letteratura deve avere i galloni di Critico Letterario magari di provenienza accademica. Ma almeno aver scritto due righe, giusto una recensione. Oppure può essersi cimentato lui stesso nella sfida della creazione di un'opera letteraria; un componimento poetico, un raccontino, un romanzo (anche breve). Insomma, qualcosa.

La storia è piena di persone che si sono imposte come geni della Letteratura pur non avendo studi specifici in materia. Penso all'Ingegner Gadda, penso al Dottor Céline. O penso ad un paio di giuristi ( proprio come Cassese e Carofiglio); il Professor Salvatore Satta ed il giudice Salvatore Mannuzzu. Personalmente il primo mi è insopportabile perchè sardo in maniera opprimente, mentre il secondo lo amo. Ecco, se Sua Eccellenza Sabino Cassese vuole proporsi come scopritore di talenti letterari scriva qualcosa che ci faccia capire che sa di cosa si sta parlando. Se no ci rimane quello strano retrogusto dell'uomo di potere che vuole imporre un suo delfino in un settore che non padroneggia. O peggio ancora, lo vuole lanciare strumentalmente come intellettuale al fine di imporlo come candidato politico a chissà quale poltronissima nelle istituzioni.

In definitiva da questa vicenda ciò che si nota è l'invadenza del Potere e della Politica nel mondo della Letteratura. Già siamo stati afflitti da quel Saviano imposto politicamente e ora manca Carofiglio per completare l'opera. Per carità, sono sempre esistite le "correnti politiche" in letteratura che avevano anche la forza di imporre scrittori e rovinarne altri. Pensiamo per esempio a Sartre e al suo gruppo e a quello che fecero a Céline. Oppure pensiamo ai tanti scrittori, in qualche modo, legati al vecchio PCI. Ma questi almeno erano degli scrittori, e che scrittori! Calvino, Manganelli, Vittorini, Silone e via discorrendo. Mai però all'epoca capitava che un uomo di potere, senza alcun titolo, si permettesse di intromettersi in maniera così scomposta per "sponsorizzare" qualcuno. Anche questo è davvero segno dei tempi.

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