Il 5 Maggio di Karl Marx

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Ma è ugualmente vero che i sistemi non riescono mai ad eliminare i loro conflitti interni o ad evitare perfino che assumano forme violente. Questa comprensione è il maggior debito che abbiamo nei confronti del lavoro di Karl Marx.

Immanuel Wallerstein

In questi giorni stiamo assistendo ad un vero profluvio di manifestazioni, simposi, convegni, mostre ed articoli di giornale che ricordano il duecentesimo anniversario della nascita di Karl Marx: il filosofo che, più di qualunque altro nell'epoca moderna, ha influenzato con il suo pensiero la Storia umana. Molti, dopo la caduta del Muro di Berlino si attendevano una caduta nell'oblio del grande pensatore tedesco, niente di più sbagliato: aveva ragione il grande filosofo liberale Umberto Bobbio che nei giorni del crollo del comunismo realizzato nell'Europa dell'Est avvertiva che Marx non sarebbe morto sotto le macerie del Muro ma avrebbe continuato ad interrogarci sulle infinite contraddizioni del nostro sistema economico e sociale.

E' vero, per qualche anno - alla fine del secolo scorso nel momento del massimo trionfo della società capitalistica -Marx sembrava caduto nel dimenticatoio: l'economia andava bene, lo sviluppo tecnologico non sembrava dare controindicazioni e molti pensavano che la nostra società fosse destinata ad un benessere diffuso fatto di un eterno di democrazia liberale e di capitalismo. Qualcuno come Francis Fukuyama arrivò pure a preconizzare la fine della storia.
Niente di più sbagliato, la Storia si è incaricata di dimostrarci che molti avevano fatto male i loro conti.

La grande crisi economica e finanziaria scoppiata nel 2008 - i cui germi però già da anni proliferavano nella nostra società - ci ha portato in un presente fatto di bassa occupazione, di fallimenti societari e bancari, di risparmiatori ridotti sul lastrico e di fette sempre più larghe di popolazione ridotte in una condizione di grave deprivazione materiale. A questo punto, il pensiero di Marx è diventato quanto mai attuale. Chi meglio di lui ha analizzato le contraddizioni del capitalismo? Un sistema economico incentrato sull'accumulazione di capitale presto o tardi non può non farci vedere la sua eterna dannazione: più il capitale si accumula e più dovrà essere accumulato al fine di conservare il tasso di profitto ottimale ed evitare, quindi, la sua stessa autodistruzione precipitando la società in una grave crisi.

E che dire poi della brillante intuizione relativa alla composizione organica del capitale: più il rapporto tra capitale fisso (essenzialmente i macchinari) e il capitale variabile (essenzialmente il lavoro umano) va a diminuire più i profitti diminuiranno. Una teorizzazione quanto mai attuale che ci fa vedere il futuro distopico di perenne crisi che potrebbe attenderci mano mano che procederà l'automazione e la robotizzazione delle attività produttive.

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E il senso della Storia dove lo vogliamo mettere? L'idea di uno sviluppo progressivo dei modi di produzione della società non è del tutto da buttare sebbene sia un'idea certamente permeata di un positivismo un po' troppo meccanico e automatico che non tiene conto delle infinite contraddizioni dell'animo umano. E la conferma di questo ci viene indirettamente da una fonte del tutto insospettabile, infatti è lo stesso Warren Buffet a spiegarci che la lotta di classe - il motore stesso dello sviluppo sociale nella visione marxiana - esiste: "la lotta di classe esiste e l'abbiamo vinta noi".

In definitiva sembra di poter dire che il grande Josef Alois Schumpeter avesse ragione a proposito del marxismo: “La maggior parte delle creazioni dell’intelligenza o della fantasia scompaiono per sempre dopo un periodo che va da un’ora ad una generazione. Alcune, tuttavia, sfuggono a questo destino: subiscono eclissi, è vero, ma risorgono, e risorgono non come elementi irriconoscibili di un patrimonio culturale, ma nella loro veste unica e con le loro inconfondibili cicatrici, che tutti possono vedere e toccare. Sono le creazioni che meritano d’essere chiamate grandi – definizione cui non nuoce il fatto di legare la grandezza alla vitalità. Preso in questo senso, il termine si applica indubbiamente al messaggio di Karl Marx.”

Ma il lato più bello di Marx va al di là della sua enorme produzione scientifica, politica e culturale e va a toccare il lato umano. Un uomo che aveva tutto - cultura, agio, carriera a portata di mano - e che però scelse di abbandonare tutto per le sue idee. Braccato da tutte le polizie d'Europa finisce esule a Londra, vivendo in povertà, ma non indietreggiando di un solo millimetro rispetto ai suoi convincimenti. E allora, buon compleanno Moro di Treviri e grazie di tutto, davvero.

Bibliografia

Josef Alois Schumpeter, Capitalismo, socialismo e democrazia. Milano (2001).
The New York Times, Happy Birthday, Karl Marx. You Were Right!
The Irish Time, Karl Marx at 200: What did he get right?
Los Angeles Times, Karl Marx is turning 200