Agency, l'ultimo romanzo di William Gibson

in #ita5 years ago

cyberspazio.jpg

L'immagine è tratta da pixabay ed è liberamente utilizzabile

"Il futuro è già qui è solo che non è ancora distribuito uniformemente. "

William Gibson

Credo che la notizia letteraria dell'anno sia l'uscita del nuovo romanzo di William Gibson, Agency. Da quel (poco) che si capisce il romanzo racconta di un futuribile mondo post atomico dove il protagonista torna indietro nel tempo (immagino attraverso il cyberspazio) per scoprire un passato dove alle elezioni Usa del 2016 vinse Hillary Clinton al posto di Donald Trump, con tutte le conseguenze del caso secondo l'autore. Figuriamoci se uno come Gibson si poneva problemi a dire chiaramente che la Clinton - a suo avviso - è un politico estremamente pericoloso e che se avesse vinto avrebbe scatenato una guerra nucleare. Di certo per Gibon rompere quello che è il canone del politicamente corretto (che troppo spesso è un luogo comune) non è sicuramente un problema, visto che ne ha fatto la cifra della sua opera.

Ora logicamente partirà la politicizzazione dell'autore nel senso che verrà iscritto d'ufficio al partito della nuova corrente "politica" della letteratura americana: quella che parte da Philip Roth per arrivare a Bret Easton Ellis e che vede come il fumo negli occhi il delirio poltiicamente corretto che pervade l'America (e purtroppo non solo l'America) e la sua (il)letteratura rosé e pseudo progressista fondata sulla Identity Politics. In realtà però William Gibson esce totalmente da questi schemi convenzionali: è certamente un autore politico, ma lo è in senso altissimo e dunque non interessato alle beghe, di assoluta retroguardia, dell'agone politico dei partiti. Gibson sa bene che la vera politica, intesa anche come biopotere foucaultiano, è fatta dagli inventori e dalle grandi corporation; in particolare quelle che operano nel cyberspazio (una parola che ha inventato lui nel 1984 in quel capolavoro unico e inarrivabile che è "neuromante"). Ciò che dispiace è che ancora una volta la critica letteraria non parlerà di quello che sono le sue soluzioni stilistiche e la sua poetica di denuncia del postumanesimo e che rendono questo autore come quello più significativo della nostra epoca.

Da notare che incredibilmente Gigson si è recato a Londra per presentare il suo ultimo lavoro abbandonando il suo rifugio di Vancouver per partecipare a delle presentazioni della sua ultima opera. Anche questa è una notizia.

Comunque attendiamo con ansia la traduzione e pubblicazione in italiano. Sperando che la casa editrice che ha acquistato i diritti non ci metta troppo tempo.

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