Vitamatica

in #ita6 years ago (edited)

Un po' di Conti

Il mio ultimo post è stato scritto il 7 agosto 2018, alle ore 13:1134 giorni fa. La pausa più lunga mai presa tra un post e l’altro qui su Steemit; in concomitanza con un periodo abbastanza travagliato della mia vita, seguito fortunatamente da due settimane di ferie e relax nelle quali ho consciamente deciso di staccare da tutto e tutti e prendermi il meritato riposo. Anche perché, appena tornato al lavoro, ho avuto cinque giorni di inferno tanto per non farmi mancare niente.

Sono tornato ufficialmente quindi?

Speriamo di sì; dipende da come riuscirò ad assorbire questa pausa, se avrò successo nel rimettermi “in carreggiata”, se il lavoro non mi tartasserà troppo, se ritroverò gli antichi stimoli e la consueta voglia… ma alla fine scrivere è ciò che amo fare e continuerò a scrivere fino a quando farlo mi allieterà (il conte di Lapalisse me spiccia casa).

Spero che nel frattempo non vi siate stracciati troppo le vesti in mia assenza, soprattutto se avete intenzione di chiedere rimborsi di qualche tipo.

Dopo tutto questo tempo comunque non è mia intenzione annoiarvi con aneddoti della mia vita; o meglio, utilizzerò qualche aneddoto come spunto per una riflessione un po’ più profonda.


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La Matematica

Studiamo la matematica da quando siamo bambini, chiedendoci perché mettersi a studiare una cosa astratta come numeri, somme, divisioni o, più avanti, derivate, integrali, trigonometria. Già, perché?

Perché tutto nella nostra vita è misurabile.

Prendiamo la mia assenza su Steemit: 34 giorni. Più di 816 ore, ed un sacco di minuti. 34 giorni nei quali sono comunque riuscito ad investire una parte dei miei SBD approfittando di ottimi tassi di cambio ed arrivare a 3000 Steem Power. Che poi equivale, in questo periodo così “Orso” delle crypto a circa 2350 dollari.

Sottrazioni, moltiplicazioni, divisioni.

Possiamo anche andare più “terra-terra”: ogni giorno ci svegliamo la mattina ad un determinato orario, calcolando quanto ci vuole per vestirci, lavarci e prepararci alla giornata lavorativa. Il nostro rendimento lavorativo è quantificato in un foglio Excel. A pranzo assumiamo la giusta quantità di calorie per non morire d'inedia ma non così tante da ingrassare. Oppure, quando sappiamo di aver esagerato, si sale sulla bilancia e ci si accorge di avere 6 etti più di ieri. Torniamo a casa controllando la lancetta della benzina della macchina: basterà? Per sicurezza mettiamo 10 euro, il massimo dato che per stasera abbiamo bisogno di 20 euro per la cena fuori…

E così via.

La matematica guida la nostra esistenza; descritta in questa maniera non sembra quasi una definizione di “destino”?


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La Calcolabilità del Destino…

La nostra vita è una sequenza finita di alti e bassi; spesso i contorni possono sembrare fumosi e indefiniti, ma con un po’ di sforzo possiamo quantificare una giornata “No” in X euro persi, Y ore sprecate, Z pillole ansiolitiche prese. Stesso dicasi per una buona giornata.

Università e studiosi hanno fatto dei calcoli definendo più o meno esattamente quando il sole ingloberà la Terra distruggendola, quando finiranno le risorse naturali del pianeta, quando si scioglieranno i ghiacci ai poli.

Si dice che l’universo sia infinito: ma l’infinito non esiste. Come diceva uno dei miei professori all’università:

L’infinito è stato inventato dai matematici per giustificare qualcosa che non sanno spiegare.

Quindi tutto è finito, tutto è calcolabile, tutto è oggettivo. Sappiamo sempre, esattamente, se il gatto di Shroedinger è vivo o morto perché non esiste alcuna scatola nera. Il principio d’indeterminazione di Heisenberg si dimostra vero solo perché siamo troppo ignoranti per confutarlo.

Archimede diceva “Datemi una leva e vi solleverò il mondo”.

Similmente non potremmo dire “Datemi un sistema matematico da risolvere che sintetizzi l’universo, e vi prevedrò il futuro”?

Viviamo davvero una vita già scritta e calcolata, basata su puri calcoli matematici...?


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…e l’Imprevedibilità del Caso

Ovviamente la teoria che tutto sia calcolabile e scritto non è che l’estremizzazione di un pensiero razionale… fin troppo razionale.

Personalmente, non ho mai accettato il concetto di Destino: non sopporterei l’idea che la mia vita non sia nelle mie mani... e questa concezione così “teorica” dell'esistenza non si confà un granché con il mio modo di vedere le cose.

Perché nonostante la fisica applichi la matematica per spiegare ciò che abbiamo intorno (tenta effettivamente di spiegare l'Universo), i fisici sperimentali (e gli Ingegneri, nel mio caso) si scontrano quotidianamente con qualcosa che fa imbestialire i matematici ed i teorici di tutto il mondo.

L’errore di misurazione.

Persino l’orologio più preciso dell’universo segnerà sempre un orario sbagliato. Magari di pochi miliardesimi di microsecondo, ma sarà sbagliato. Ci sarà sempre uno scarto nel misurare una lunghezza o un peso.

Un’imprecisione insita nella realtà, dalla quale non ci possiamo sottrarre.

I matematici hanno provato ad introdurre i “limiti” ed il concetto di infinito… che come abbiamo detto prima, è una forzatura della realtà, una forzatura che prova a rendere calcolabile ciò che per numeri troppo grandi o troppo piccoli, non lo è.

È l’errore di misurazione che fa fallire ogni calcolo. Che impedisce la determinabilità dell’universo. È l’errore di calcolo che annulla il concetto di destino, che ci dona il libero arbitrio… che ci rende liberi.

E che crea il Caso.

Il Caos primordiale dal quale tutto si è generato e che creò, così tanto tempo fa, Il Big Bang; la prima “illusione” che tutto fosse calcolabile, che la matematica fosse la scienza di Dio... anzi, un suo sostituto.


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Vitamatica

In Medio Stat Virtus, dicevano i saggi. Così, anche se la matematica non ci permette il dono della preveggenza, ciò non toglie che è possibile usarla proficuamente nella vita di tutti i giorni: perché quello che possiamo misurare, nel nostro piccolo, impatta comunque la nostra esistenza ed il nostro futuro.

Forse è per questo che ci insegnano la matematica da bambini: perché chi la impara bene, chi è bravo a far di calcolo, chi sa prendere velocemente decisioni logiche... in qualche modo impara a stare al mondo.

(Pensateci bene la prossima volta che denigrate l’utilità della matematica, bambini! Pubblicità progresso).


Fonti e Approfondimenti:


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Ben tornato. Anche in musica la matematica ha il suo peso e la sua necessaria presenza. Grazie mille

Grazie mille a te :) Qualche tempo fa trovai il video di un matematico che (in collaborazione con un musicista) incise un album su come è possibile trasporre la matematica in una sinfonia. Bellissimo!

Si dice che l’universo sia infinito: ma l’infinito non esiste. Come diceva uno dei miei professori all’università:

L’infinito è stato inventato dai matematici per giustificare qualcosa che non sanno spiegare.

Io direi diversamente: l'infinito ha inventato i matematici per rendere possibile la propria esistenza. Ha detto loro: calcolate pure il mondo e rendetelo finito, tutto quello che rimane fuori sono io.

Poiché, se non esiste l'infinito, come può mai esistere il finito? Il finito di quale infinito? Quindi, se esistono i matematici (potremmo dire gli scienziati) esiste la misurazione. La misurazione è ciò che fanno gli scienziati (etica, uno stare al mondo, uno appunto), la misurazione, per potersi applicare alla realtà, ha bisogno della realtà. Ma la realtà non c'è prima e nonostante la misurazione, questa è una grossa ingenuità epistemologica.

A proposito, bellissimo articolo! 🙂🙂🙂👍

La buttiamo un po' sul filosofico eh? :)

Il concetto di infinito che ci insegnano a scuola e all'università mi ha sempre lasciato perplesso. Ed uscendo fuori dall'ambito matematico, le cose non migliorano: se viviamo in uno spazio infinito allora dovremmo accettare l'esistenza di infinite realtà, infiniti pianeti... infinite divinità. E se esistono realtà diverse da quella in cui viviamo (non so, una realtà dove la forza di gravità ha verso contrario o dove le persone fanno il bagno nel magma) ha veramente senso definire quella nella quale esistiamo?

Mi viene mal di testa a pensarci :D
Grazie per i complimenti!

eh sì... la questione è proprio filosofica... se dici "spazio infinito" ti affidi ad un concetto, di "spazio infinito" appunto. E ogni concetto è finito (definisce). Domanda: e se lo spazio infinito ha il proprio senso proprio nella definizione? Cioè nella pratica della definizione? Se lo sguardo razionale è una pratica di mondo allora il valore di questa pratica consiste nella sua capacità di collocare l'uomo in un fare, se questo fare porta benefici è un valore se no no (chi lo decide? la comunità culturale, non quella di SPI naturalmente... scherzo). Invece cosa si crede normalmente, che lo sguardo razionale (scientifico e filosofico) descrive il mondo per come è, e il suo valore è questa capacità di dire ciò che è (la verità del mondo). In questa pretesa c'è l'ingenuità e l'arroganza del pensiero unico "occidentale".

Puoi prendere un moment, per il mal di testa dico (ogni tanto me lo prendo anch'io) 🙂 👍



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