La politica odierna nel Passato di un impiegato

in #ita6 years ago

Tutto è nato quasi per caso: ascoltavo alla radio le ultime vicende politiche, i soliti problemi dell'Italia e degli italiani: disoccupazione, immigrazione e chi più ne ha più ne metta.

Sempre la solita storia: la storia di chi parla, pensa, elenca ma a conti fatti, non risolve. Sarà per questo che io e la politica non siamo mai andati molto d'accordo.

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CC0 Creative Commons Image, click for source

Così spengo la radio, apro il cassetto del cruscotto e tiro fuori il porta CD di mio padre, con la musica che ha accompagnato le nostre traversate nel traffico romano quando mi accompagnava a scuola... quando ancora non potevo guidare, quando le cose in Italia erano così diverse... o forse non sono mai cambiate.

Mio padre è sempre stato appassionato di cantautori. Uno di questi è diventato uno dei miei artisti preferiti di sempre, chi mi ha letto in passato dovrebbe saperlo: Dè Andrè.

Tiro fuori un disco che non ascolto da tantissimo tempo:

Storia di un Impiegato.

E se vi siete detti
Non sta succedendo niente
Le fabbriche riapriranno
Arresteranno qualche studente
Convinti che fosse un gioco
A cui avremmo giocato poco
Provate pure a credervi assolti
Siete lo stesso coinvolti
...
E se nei vostri quartieri
Tutto è rimasto come ieri
Senza le barricate
Senza feriti, senza granate
Se avete preso per buone
Le "verità" della televisione
Anche se allora vi siete assolti
Siete lo stesso coinvolti

La storia di un periodo che non ho mai vissuto, ma che mi ha affascinato fin da quando ero bambino. Il famoso "68" narrato anche da Caparezza. La ricerca della libertà in tutte le sue forme, la sfiducia nell'autorità e le rivolte studentesche. Penso a come sono cambiate le cose oggi: noi millenials siamo abituati ad accettare il nostro destino, da bravo gregge di pecoroni. Viviamo in un periodo dove la percentuale di astensionismo è altissima (ma effettivamente, astenersi dal voto e basta serve a qualcosa?) e dove si pensa raramente ai sacrifici fatti dai nostri nonni e padri per farci ottenere questo diritto.

Urliamo contro la televisione dicendo che è spazzatura ma poi accettiamo "La verità della rete" e le sue idee strampalate: no-vax, terrapiattisti, solariani.

E quando non si hanno più spunti ci si scaglia contro la politica: non in modo costruttivo, ma distruttivo. Si tratta di un "tutti contro tutti", una fiera di paese piena di puffi quattrocchi pronti a tirar fuori il celeberrimo "Te l'avevo detto io che...". Dove la colpa oggi è del politico X, l'anno prossimo sarà del politico Y e quello successivo del politico Z.

E se credete ora
Che tutto sia come prima
Perché avete votato ancora
La sicurezza, la disciplina
Convinti di allontanare
La paura di cambiare
Verremo ancora alle vostre porte
E grideremo ancora più forte
Per quanto voi vi crediate assolti
Siete per sempre coinvolti
Per quanto voi vi crediate assolti
Siete per sempre coinvolti

Questa parte del brano mi fa sempre venire la pelle d'oca: sembra un paradosso ma qui in Italia, nonostante la continua ricerca di nuovi capri espiatori, c'è una profonda paura del cambiamento. Il costante terrore che con l'introduzione "del nuovo" le cose possano andare peggio. Così si finisce spesso per supportare "l'usato garantito", ignorando strategicamente gli errori del passato e puntando il dito su ogni singolo problema della nuova gestione. Sempre senza cercare una vera e propria soluzione. Perché perdere tempo a costruire quando abbattere è tanto più semplice?

Ascolta
Una volta un giudice come me
Giudicò chi gli aveva dettato la legge:
Prima cambiarono il giudice
E subito dopo
La legge
Oggi, un giudice come me
Lo chiede al potere se può giudicare
Tu sei il potere
Vuoi essere giudicato?
Vuoi essere assolto o condannato?

Forse è questa la consapevolezza che ci manca: la consapevolezza di essere NOI il vero potere. Noi cittadini, noi che votiamo e che giudichiamo... che abbiamo il potere di assolvere o condannare. Come diceva Sandro Pertini :

Democrazia significa governo del popolo, ma se governasse davvero il popolo non governeremmo noi.

Quindi? Ci sta davvero bene accettare il nostro futuro senza far niente, senza combattere, senza lamentarsi? O forse il lamento su internet si è trasformato davvero nell'unica arma del popolo... La voce del pueblo che una volta scuoteva le fondamenta del potere ora si è ridotta ad un paio di commenti sul profilo Facebook del politico di turno?

Magra consolazione.

Mi chiedo però se non sia tutta un'illusione. Sapete che agli atleti professionisti è vietato ascoltare musica durante le gare? La musica che ci piace (a Roma si direbbe "che ci fomenta") ha un effetto simile al doping sul nostro organismo. Magari è l'effetto che mi fa De Andrè quando ascolto la sua musica: riattizza in me antiche fiamme sopite da tempo immemore, tra i tizzoni spenti della disillusione ...

...Una fiamma chiamata "Anarchia".

Anarchia che adoro e che, come V per Vendetta, appare spesso come unica soluzione all'ingiustizia dei nostri tempi... Ma che allo stesso tempo trovo assolutamente impraticabile all'interno di un contesto civile.

Eppure le sue lusinghe mi fanno sempre ribollire il sangue quando ascolto l'ultimo brano dell'album.

Certo bisogna farne di strada
Da una ginnastica d'obbedienza
Fino ad un gesto molto più umano
Che ti dia il senso della violenza
Però bisogna farne altrettanta
Per diventare così coglioni
Da non riuscire più a capire
Che non ci sono poteri buoni
Da non riuscire più a capire
Che non ci sono poteri buoni
...
E adesso imparo un sacco di cose
In mezzo agli altri vestiti uguali
Tranne qual è il crimine giusto
Per non passare da criminali
C'hanno insegnato la meraviglia
Verso la gente che ruba il pane
Ora sappiamo che è un delitto
Il non rubare quando si ha fame
Ora sappiamo che è un delitto
Il non rubare quando si ha fame

Ascolto le ultime note nel parcheggio, prima di spegnere la radio, uscire fuori dalla macchina e tornare alla solita vita... tornare al lavoro come ogni mattina, a guadagnarsi da vivere, pagare le tasse, "un giorno dopo l'altro" come cantava Luigi Tenco...

La solita storia di un impiegato.


NOTA: Le prime due citazioni sono de "La canzone del Maggio", le altre rispettivamente "Sogno Numero Due" e "Nella mia Ora di Libertà", tutte di Fabrizio Dè Andrè.


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Sort:  

Commentare il lato politico è sempre molto difficile onde evitare lo scaldarsi degli animi.
Posso dire che anche io ascoltavo e ascolto De Andrè nel traffico con mio padre!
Ma veramente gli atleti non possono ascoltare musica!?!? Non la sapevo proprio questa!

E' considerato doping tecnico, in quanto in grado di aumentare le produzione di sostanze stimolanti, se non ricordo male, ma sinceramente mi sembra allucinante come discorso.

Eh sì, doping tecnico come dice il nostro preparatissimo @mad-runner. Riguardo il commento politico io mi sono volutamente mantenuto sul vago: il mio scopo era "riflettere" sulla politica in generale, non sui partiti/presidenti/senatori ecc. ecc. Per le motivazioni che dici tu preferisco mantenere una certa distanza :)

Esprimersi è importante invece. Bisogna solo ricordarsi la fallibilità umana ed il rispetto reciproco.
Anche evitare di vedere i partiti come squadre di calcio non sarebbe male.

Come dici tu discutere è importante fino a quando si mantiene un clima corretto e civile... cosa che purtroppo accade raramente quando si parla di partiti politici. C'est la vie!

Mi rendo conto, pensandoci a posteriori, che De André era un grande cantautore ma, realisticamente e chimicamente, non abbiamo mai legato, non so, sarà per quell'aria che aveva, sarà per il fatto che lo vedevo sempre con quella orrenda sigaretta accesa, non mi aveva fatto niente ma non ci piaceva il suo modo di cantare, ma il suo impegno e la professionalità non sono assolutamente in discussione.
Detto questo, anche politicamente valgo poco, anche se ultimamente, e mi riferisco agli ultimi 2-3 anni un attimo sto cercando di seguire le dinamiche politiche, con molta difficoltà.
Ottimo post, caro @gianluccio, del resto non è una novità per te, uno dei più validi interpreti di Steemit ed SPI, per meglio gustare il tuo racconto sono andato più lentamente del solito nella velocità di scorrimento del testo.

Ahahah vabbè dai non possiamo sempre essere d'accordo su tutto no? Poi una personalità come De Andrè o ti piace o non ti piace, è difficile trovare una mezza misura. Grazie come al solito :)

Un grandissimo De Andrè.... , la sua canzone che mi prende di più è Il testamento di Tito

Un tra le più famose, da uno degli album più belli e discussi della sua storia 😯 grazie per essere passato!

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