Wish you were here, Fede.

in #ita6 years ago

"Wish you were here" era la tua canzone, cara Fede, era sempre stata tua.
Lo è tuttora e lo sarà per sempre. La scrivevi sui muri, nei banchi, nei diari e nei quaderni di tutti, te la sentivi addosso quella canzone.
L'ascolto mentre scrivo e penso a te, che ci hai lasciati un giorno di primavera di otto anni fa, troppo presto e in modo troppo doloroso e frettoloso.


Immagine CC0 creative commons

Federica era una mia amica delle superiori, una di quelle con lo sguardo schietto che non le manda a dire. Guardava dritto negli occhi e si assumeva sempre le responsabilità delle sue scelte e dei suoi pensieri, non rifuggiva lo scontro, era la prima a creare discorsi costruttivi e a cercare di migliorare le cose.
Era la nostra rappresentante di classe, non poteva essere altrimenti. Io mi limitavo a trascinarmi sperando di arrivare alla fine dell'anno, lei invece riusciva a combattere anche, affrontare i professori per il bene della classe e cercare di discutere le tematiche che ci stavano a cuore.
Era piena di vita, sogni e speranze come gran parte delle ragazze a quell'età e aveva un sorriso contagioso, grande e pieno.

E' stata un'amica e una compagna di scuola, leale e sincera che quando aveva qualcosa da dirmi mi affrontava senza tanti problemi e questa qualità di lei mi è sempre piaciuta.
Terminate le superiori ci iscrivemmo all'università de l'Aquila e anche lì, tramite amicizie comuni, era facile incontrarsi una sera per una pizza insieme o un'uscita universitaria. Era sempre la stessa persona, solare e affamata di vita.
Dopo il terremoto ci siamo divise, abbiamo preso strade diverse, come tante altre persone.

Ognuno alla ricerca di qualcosa da fare nella vita, ognuno a cercare la sua strada, ognuno a cercare il suo posto nel mondo.
Ero ad Ascoli Piceno quando mi arrivò quella telefonata che mi ha fatta crollare in mille pezzi e dalla quale mi sarei ripresa molto tempo dopo. Ero a fare il mio corso d'addestramento con tantissime altre donne, erano le 18 e stavo cercando di conquistarmi la doccia. Arrivò quella telefonata nel mezzo del caos, 12 donne e un bagno potete immaginare che circo ci fosse?
Piastre volanti, 82 phon accesi, urla e schiamazzi, telefonate con i fidanzati che finivano sempre male o risate di colleghe che facevano qualche scherzo alla malcapitata di turno.
In mezzo a tutto questo marasma c'ero io e un telefono nell'orecchio: "Ehi, ciao sono R., senti non so come dirtelo ma qualcuno deve farlo, sai Fede è andata. Non ce l'ha fatta, era malata da qualche mese e combatteva però etc etc..."
Non ricordo sinceramente il resto della telefonata, una parte di me deve essersi presa la briga di rimuoverla, ho un ricordo molto vago. So solo che accusai il colpo in silenzio, senza reagire.

Incassai e basta. Non sapevo nulla, probabilmente conoscendola avrà tenuto tutto dentro e non avrà voluto far girare la voce ma lei era tosta, delle complicazioni non l'avrebbero buttata giù non ce l'avrebbe fatta neanche il sedativo per gli elefanti e invece era stata sconfitta.

Ero in pieno periodo di stress, a giorni avremmo avuto il giuramento e sfogai lì tutta la mia rabbia, tutto il mio dolore, tutto quello che non riusciva a uscire. Non versai una lacrima, nemmeno mezza, ero semplicemente passiva.
Non sarei potuta andare al suo funerale ma non ci sarei andata neanche se avessi potuto, una parte di me non accettava tutto questo, una parte di me ancora aspettava una telefonata che sistemasse tutto quanto, che rimettesse in ordine il casino lasciato.
Non arrivò mai.


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Passarono gli anni e non ci fu un solo giorno in cui non la ricordai.
Il girasole era il suo fiore e in ogni campo di girasole io vedevo lei, in ogni spicchio di sole c'era riflesso il suo sorriso. Compro girasoli solo per lei, prima neanche li vedevo.
Nel 2016 venne in concerto David Gilmour a Roma e il mio fidanzato prese due biglietti senza se e senza ma e il mio cuore perse qualche battito. Sapevo che avrebbe cantato quella canzone, lo sapevo e l'aspettavo, forse era giunto il momento di salutarla e di accettare finalmente che non fosse più con noi. Era il modo migliore per salutarla e omaggiarla, so che avrebbe gradito e so che sarebbe stato l'unico modo possibile.
La sera del concerto c'era un cielo stellato sopra di noi e una temperatura mite. Ricordo le prime note della canzone, ricordo le lacrime che iniziarono a scorrere piano in modo copioso.
Piansi per tutta la canzone in silenzio, senza tregua arrivando ad un momento in cui non me le asciugavo più, dovevo far uscire tutto quel dolore represso e uscì, finalmente.


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Finita la canzone chiusi gli occhi per qualche minuto e ritornai con la mente a molti anni prima...

Era una notte simile a quella che stavo vivendo, di quelle con tante stelle e una timida luna a spicchio che faceva sentire la sua presenza timidamente.

Eravamo a Trieste in gita scolastica e la prima notte io e Fede proponemmo alla classe di rimanere svegli tutta la notte a parlare per non bruciare neanche un attimo di quei momenti per fare cose futili come dormire (in quegli anni il sonno è molto relativo adesso è una necessità).
Rimanemmo sveglie solo io e lei e aspettammo l'alba, lei mi parlava dei suoi sogni molto ambiziosi, della sua voglia di fare tante cose. Aveva le idee precise e chiare. Non sarebbe stata una qualunque.
Io dalla mia ero molto indecisa, non sapevo nemmeno cosa avrei fatto il giorno dopo della mia vita figuriamoci dopo due o tre anni.
Di quella notte mi rimasero impressi l'alba, i suoi occhi vivi, i suoi sogni e il suo sorriso.

L'ho salutata in quel concerto, sapevo che Gilmour suonava per lei, sapevo che quella sera era per lei.

Ogni volta che alla radio sento Wish you were here la alzo a tutto volume perché è per te Fede.
Ogni volta che compro un girasole o vedo una distesa in fiore è sempre per te.
Quando rido e gioisco penso alla tua solarità e ogni mio traguardo te lo dedico, silenziosamente.

Ricordarti è l'unico modo che conosco per non tradirti, per non dimenticare la persona che sei stata.

Con affetto.
Tua D.


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Capisco purtroppo visto il periodo di lutti, quando perdiamo una persona se ne va un pezzo di noi...

È vero.. perdiamo dei pezzi per strada così..

Sempre triste perdere una persona a noi cara , come é anche doloroso ricordare qualcosa che era parte del suo essere , poi che altro dire di Federica se non aggiungere i suoi ottimi gusti musicali.

Ah sisi i suoi gusti musicali erano ottimi :)

Bell'articolo.
Bel titolo.
Canzone tra le mie preferite.
Immagine di Banksy.
Mi ha conquistato questo articolo.
Brava.

Ma grazie, sono felice che tu abbia apprezzato 😘

Struggente 😢. Questo è il modo più bello per mantenerla viva 💙.

Si anche secondo me ❤️

Io credo nella vita nell'aldilà @g-e-m-i-n-i
Io credo che le persone che amiamo ci guradano da la sù e non ci abbandonano mai...

... e forse nei momenti in cui ti ricordi di Fede, anche lei ti pensa...

Sarebbe bello pensare così, nei momenti di sconforto sarebbe consolatorio.
È una teoria interessante!
E spero vivamente che sia come dici tu 😊

Cara mi dispiace tanto, non ci sono parole adatte da esprimere in questi momenti...la perdita di una persona è una cosa che ti distrugge dentro e che con il tempo si affievolisce, ma non perchè si dimentica, ma perchè si trova un modo per convivere con il dolore e tu lo hai trivato nei girasoli e in questa canzone...ti abbraccio virtualmente

Si ci sono vari modi di trovare un modo per accettare e io ho trovato questo compromesso.
Lo trovo il modo migliore..
Grazie Cara ❤️

Mi hai fatto commuovere..

girasoli ferrara 8.jpg

Per Fede.

Ma grazieeee 😘

È difficile trovare le parole giuste in queste situazioni. Credo solo che tu l'abbia ricordata nel migliore dei modi.
Un abbraccio a te e un girasole per lei.

Grazie Cara! ❤️
A volte le parole non servono, fanno solo rumore..
Grazie grazie 😘

Capisco perfettamente il tuo stato d'animo, ho vissuto un esperienza simile con la mia migliore amica, morta a 24 anni in un incidente d'auto dubbio che non si è mai capito se fosse stato omicidio, suicidio o un semplice malore. Era buona e solare e ancora oggi, nonostante siano passati già quasi 20 anni la penso spesso e mi sento e mi vedo spesso con la madre che gode della mia vita come se fosse quella della sua unica figlia che non ha più. Il dispiacere non passerà mai purtroppo e ti capisco.

Cavolo... mi dispiace!
Queste cose non passano impariamo a conviverci, credo questo!

E ricordarle mi sembra una cosa bellissima, per non dimenticare il loro sorriso e la loro persona ❤️

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