Quando l'amicizia ti attraversa il cuore...e se ne va.

Ho avuto un’amica da una vita. Ce l’ho ancora ma sembra non esistere più, quando la guardo negli occhi non la riconosco.

Quando dico “da una vita” intendo nel vero senso della parola, ho 29 anni e l’ho conosciuta a soli tre anni: all’asilo. Siamo state amiche sin da bambine: asilo, elementari e medie sempre nella stessa classe, superiori diverse e l’inizio dell’università di nuovo insieme.

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Siamo cresciute insieme, abbiamo pianto e riso, abbiamo condiviso tutto. Non c’era cosa che non sapesse di me e viceversa, non c’erano segreti tra noi. Non c’era gelosia, né invidia ad avvelenare il nostro rapporto, ci accettavamo con le nostre differenze, eravamo un blocco unico.
Si è fidanzata presto lei, aveva 17 anni e da lì si è creata una certa distanza tra noi ma niente di irrisolvibile.
Mentre lei aveva già una storia seria fatta di parenti, pranzi e cene con i suoceri e altre situazioni del genere, io mi godevo la mia adolescenza. Facevo le mie esperienze, coltivavo le mie amicizie e non ho mai retto una storia per più di due anni, ero libera e volevo continuare ad esserlo. Non cercavo catene o rinunce, volevo stare da sola. Ero sempre scalpitante, uno spirito libero che mal sopportava le catene e soprattutto ero irrequieta.

A 25 anni ho cominciato a sentire il peso della solitudine, iniziavo a sentire il bisogno vero e reale di una persona con cui condividere il presente e progettare un futuro. Lei invece a quell’età si è pentita di aver iniziato a fare l’adulta quando ancora era solo una ragazzina, questo ha creato in lei un terremoto interiore che l’ha portata al cambiamento.
E’ cambiata lei esteticamente: dimagrendo e iniziando ad essere più vanitosa, valorizzandosi, iniziando a volersi bene.
E’ cambiata con il fidanzato storico, che non è riuscita a lasciare per paura, abbandonare quel porto sicuro così familiare per prendere il largo da sola. Il salto per lei sarebbe stato troppo grande. Infine è cambiata anche con me.

Non capisco il perché, tuttora non me lo spiego. Semplicemente ho iniziato ad avvertire che qualcosa fosse cambiato e in poco tempo si è creata una voragine tra noi. Non voleva più passare le ore al telefono per parlare di quello che ci accadeva, mi ricordo le ultime telefonate con lei, semplicemente non mi ascoltava, sembrava sempre altrove, era assente. Abbiamo iniziato a vederci con il contagocce e a parlare di cose inutili come il tempo, la salute oppure i ricordi, utili quando non si ha nient’altro da dirsi, in quelle occasioni sono tornati comodi. Facevano da collante.

Ci ho sofferto onestamente, credevo in quel rapporto e non pensavo potesse finire.
Sono abituata ai cicli della vita, le cose hanno un inizio e possono giungere alla fine ma non avrei mai pensato alla fine della nostra amicizia, non pensavo potesse capitare proprio a noi.
Senza urla, litigate, lacrime...nel silenzio più totale e nell’indifferenza, penso sia quest’ultima ad avermi sorpresa di più e ad avermi fatto più male.

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Andiamo avanti l’una senza l’altra, ognuna con il suo percorso e la sua realtà, siamo diventate due sconosciute, anche se non lo ammetteremmo mai ad alta voce, ci suonerebbe troppo strano. I cambiamenti fanno parte di noi e ho realizzato che qualsiasi cosa può avere una fine, non per forza ma è molto probabile. Fingiamo per comodità che sia tutto come sempre, che non sia cambiato nulla ma siamo come una foto invecchiata con le crepe nel mezzo. Eravamo a colori noi e adesso ci siamo spente nella banalità del grigio.

Cerchiamo di accettarli questi cambiamenti dolorosi senza portare rancore e rabbia ma con gratitudine perché quello che è stato rimane lì in un angolo della memoria anche se adesso non c'è più.

E non dimentichiamo che per ogni fine c’è sempre un nuovo inizio.

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