6 Aprile 2009: la terra trema.
Avevo 19 anni e prima di allora non sapevo neanche cosa fosse il terremoto e non sapevo neanche di abitare in una zona sismica. Erano sempre state cose lontane da me e dalla mia realtà, ne conoscevo l’esistenza grazie a qualche nozione di base imparata a scuola ma niente di più.
Vivevo serena, dormivo con porte e finestre sigillate, attenta a non far filtrare neanche uno spiraglio di luce, nel buio e nel silenzio più totale; rimanevo a casa da sola volentieri senza ansie né paure. Ero spensierata.
Fino a quel maledetto giorno che ha cambiato la vita di tante persone, troppe.
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Ma torniamo un pochino indietro.
Appena diplomata, fresca di studi, mi iscrivo all’università dell’ Aquila e prendo una casa in affitto insieme alla mia amica di sempre, l’altra mia amica delle superiori e un’altra ragazza. Prima del 6 Aprile, posso dire che è stata un’esperienza fantastica che ricordo con gioia e con una punta di nostalgia: 4 ragazze che per la prima volta si ritrovano lontane da casa, sole e con tutta la libertà che comporta.
Ci siamo divertite, ci siamo spalleggiate e aiutate. Abbiamo litigato e pianto; siamo uscite insieme, abbiamo mangiato le schifezze fino a tarda notte (cosa che adesso mi fa inorridire al solo pensiero visto l’alimentazione sana che mi impongo e le sedute in palestra per cercare di sentirmi al meglio e mantenermi in forma); abbiamo studiato e ci siamo impegnate.
Qualche settimana prima del 6 Aprile per la prima volta sentiamo una scossetta, piccola quasi impercettibile. Non abbiamo avuto grandi reazioni perché era la prima volta che ne sentivamo una. Dopo quella, ne sono seguite altre e abbiamo iniziato a spaventarci.
Tutti ci tranquillizzavano, spiegandoci come fosse tutto sotto controllo e nella norma.
Per me non lo era.
Il weekend stesso, come al solito ritorno a casa che dista solo un’ora da l’Aquila e la notte tra domenica e lunedì, la terra trema, per infiniti e interminabili secondi.
Io avevo gli occhi sbarrati, ero paralizzata dalla paura e il mio primo pensiero è stato: L’Aquila non c’è più.
Appena finita, accendo la tv e le immagini che si piazzano davanti ai miei occhi hanno dell’incredibile: un palazzo completamente sgretolato, macerie, urla, polvere e vigili del fuoco ovunque.
Quel palazzo stava nella stessa via dove avevo la casa. Si sono susseguite altre scosse più o meno importanti; la casa dello studente si è rivelata una trappola mortale, spazzando vite, eliminando futuro e progetti di ragazzi troppo giovani.
309 vittime, questo è stato il bilancio dei morti. Non so neanche il numero esatto degli sfollati, persone che si ritrovano senza punti di riferimento, senza nulla, senza una casa.
Quando perdi la casa ti senti come un naufrago in mezzo a un oceano, senza appigli completamente in balia delle onde, solo.
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Ha cambiato per sempre le nostre vite, ci ha scosso dalla nostra tranquillità fittizia, ci ha traumatizzati.
Adesso dormo con la porta aperta, una luce soffusa e riesco ad addormentarmi solo con la tv accesa: il silenzio e il buio mi opprimono adesso. Ogni rumore mi fa tremare e avvertire subito il panico, ovunque io mi trovi.
Ho imparato a conviverci con questo mostro che si è insidiato in me e che sembra non volermi proprio abbandonare.
Sono ritornata in quella città che avevo amato così tanto, con i suoi sbalzi termici che vanno dal freddo polare al caldo torrido senza via di mezzo.
E’ una città fantasma, ha perso l’anima e i ragazzi non riempiono più di vita le strade, c’è un silenzio irreale. Spero che con gli anni ritorni all’antico splendore, ad essere un punto di riferimento per gli universitari e non perché non si pagano le tasse ma perché è valida e che vengano prese le dovute accortezze per quanto riguarda la ricostruzione.
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La città è sismica ma noi possiamo fare di tutto per adeguare le case, le scuole, gli edifici pubblici secondo criteri sismici per essere pronti e non piangere più le persone che hanno avuto semplicemente la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Dagli errori si deve imparare, soprattutto quando ci sono di mezzo vite umane, tragedie e morti.
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L’Aquila la porterò sempre nel cuore, con le sue chiese, il suo castello, fiore all’occhiello della città, la fontana luminosa e le sue viuzze.
Voglio solo tornare a vederla com’è nei miei ricordi. Viva.
Allucinante, e quasi indescrivibile, quello che si prova ad avere a che fare con il terremoto, panico allo stato puro, io non ho mai sentito forti scosse, solo piccoli movimenti del letto, del lampadario, mobili di casa, ma nessuna conseguenza agli immobili.
La tristezza delle devastazioni e della disperazione che lascia il passaggio di un sisma è totale ed incolmabile, viene spesso stravolto completamento il senso ed il ritmo della vita delle persone che abitavano quei luoghi terremotati.
Testimonianza dolorosa e sentita di momenti che non si vorrebbero mai vivere
Esatto non si vorrebbero mai vivere.
Ti senti impotente e non hai via di scampo. Terribile..
Brividi e ricordi. <3
Già ❤️
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io ero a Roma, siamo scesi in strada che era ormai tutto finito. Ma sono originario di quelle parti, e successivamente è capitato di dormire in macchina anche a noi.
Sono tornato a L'aquila un paio d'anni fa. Per quanto parlino tanto, il tempo si è fermato a quella notte, e i suoni altrettanto. Il silenzio che si respira è ancora quello, purtroppo.
Hai ragione, è irreale il silenzio che c’è e doloroso.
Le nottate in macchina me le ricordo come un incubo!
Quasi dieci anni da quella ferita e anche non si rimargina!
"Vedere una città che non è più come allora, devastata sia nelle costruzioni che nel cuore della stessa". Questa è una frase che mi disse un mio amico di Tagliacozzo che spiega perfettamente le emozioni del tuo post. Essendo un geologo, studiare i terremoti e le onde sismiche mi hanno fatto capire molte cose su questi eventi. Purtroppo, l'Italia è uno dei paesi più sismici al mondo e indubbiamente tra i meno organizzati contro i sismi. I terremoti non si possono prevedere (forse si riesce a capire qualcosa solo poco prima), ma la cosa da fare è la prevenzione. Cosa che in Italia non dappertutto si trova. Io sono stato quasi vittima del terremoto dell'Emilia e quindi ti capisco sul cosi significhi avere paura, ma su una cosa ti posso assicurare: sono eventi che a volte avvengono dopo periodi di tempo abbastanza lunghi (anche cent'anni). Vivere con la paura che ti cada qualcosa addosso l'ho avuta anche io, ma bisogna avere coraggio e non farsi prendere dal panico. Facile più a dirsi che a farsi, ma questa è una delle soluzioni :)
Colpisce senza avvisare e ferisce nel profondo.
È una paura che solo se vivi riesci a capire e sai di cosa parlo!
Si è vero che passano anni tra un evento e l’altro ma stando al centro si sentono tutteee..!!!
Dovremmo investire nella ricostruzione con le dovute accortezze.
Grazie per essere passato 😊
Ricordo i telegiornali dell'epoca, la devastazione. La mente corse subito a San Giuliano di Puglia, dove morirono moltissimi bambini.. forse il sisma di cui conservo i più agghiaccianti ricordi.
Mi dispiace che tu porti i segni di quel tremendo sisma, purtroppo ci sono eventi che cambiano le nostre abitudini. Sono però contento tu sia qui per raccontarlo.
Un abbraccio grandissimo <3
Gli eventi ci possono cambiare e noi dobbiamo cercare sempre di rimanere gli stessi di prima, con qualche cicatrice in più!
Grazie @miti 😊
Ricordo che la terra svegliò anche me, a 140 km di distanza.
Terribile..
Se non si è stati all'Aquila è difficile capire cosa possa fare un terremoto. È davvero spaventoso.
Ci feci un post :
https://steemit.com/travel/@john-gpr/earthquake-italia
Ho visto anche il tuo post, le tue immagini sono più crude io sono andata più sul soft!
Grazie per essere passato 😊
Non sono mai stato a l'Aquila, ma è davvero terribile. Un mio collega aveva una nipote alla casa dello studente. Il mattino seguente, non si presentò al lavoro per andare a l'Aquila a scavare. Ci rimase per 5 giorni fino a tirarla fuori, viva! Che ricordi terribili!
È stato terribile, veramente.
Quelle immagini non me le scorderò mai e quando si riavvicina la data fatidica ci penso ancora di più. Penso a quelle persone, a quelle vite spezzate e a tutto quel dolore ingiusto.
Meno male che la nipote del tuo collega è stata trovata viva ❤️
Cara @g-e-m-i-n-i, ho sentito un brivido lungo la schiena mentre leggevo le tue parole... è una cicatrice molto profonda nel cuore di molte persone purtroppo. Un abbraccio grande e grazie per aver ricordato <3
Si mi sembra il minimo ricordare.
Purtroppo si fa in fredda a dimenticare e a cancellare vecchie tragedie per dare spazio a quelle nuove.
Dobbiamo averle tutte impresse invece.
Grazie per essere passata 😊
Il tuo post mi ha fatto venire i bordoni. E spero che tu possa stare tranquilla al più presto =(
Ehhh si, dicono che bisogna imparare a convivere con il tetto che balla, io ancora non ci riesco!!!