Il manifesto della salute digitale
Lo sapevate che
il 95% della popolazione mondiale è coperta da rete mobile e si stima che entro il 2020 le malattie non trasmissibili rappresenteranno l'80% del carico globale di malattia (ovvero più facilmente monitorabili da remoto).
La tecnologia scala, i costi e le dimensioni dei dispositivi continuano ad abbassarsi ma, nel contempo, si continua ad essere distanti dai principi di prevenzione e paziente-centrico favoriti da tali mezzi.
Tutto ciò eleva i costi per necessità di cura (mancata prevenzione), per il bisogno di avere sempre più specialisti e strutture nonché riduce l’outcome del trattamento.
Perché la medicina è ancora lontana dall’utilizzo di tali metodiche?
La realtà sta nel fatto che più è complessa un’innovazione ed il contesto in cui viene introdotta, meno è probabile che venga adottata, ampliata, diffusa e sostenuta con successo.
Tra le mie ricerche ho trovato "il manifesto della salute digitale" e sono parecchio in linea con i suoi ideali.
La salute digitale non è solo un’espressione di moda degli ultimi tempi né una questione per pochi addetti ai lavori né un “gioco” per medici che hanno tempo da perdere, tantomeno una mera sommatoria di tecnologie.
La salute digitale è una trasformazione culturale.
È un rapido e potente tsunami foriero di profondi cambiamenti pronto a stravolgere l’attuale realtà dell’assistenza sanitaria.
Pertanto bisogna acquisire il prima possibile, ma anche con la migliore accuratezza possibile, gli strumenti necessari e scientificamente fondati per prevederne l’impatto e canalizzarne il potenziale energetico in un sistema di cura efficace ed efficiente.
Al tal fine occorre co-costruire una rete che coinvolga il personale sanitario, pazienti responsabilizzati, aziende farmaceutiche, start-up, agenzie regolatore e tutti i portatori d’interesse del settore sanitario.
Un’attenzione particolare va poi rivolta alle potenzialità dell’Internet, intesa non come una tecnologia ma come un nuovo modo di cooperare, condividere e prendersi cura.
Tale rete digitale infatti da un lato garantisce ai medici un’estesa diffusione delle conoscenze, un’instantanea condivisione delle ricerche, una rapida raccolta di un’immensa mole di dati sanitari, dall’altro consente ai pazienti di connettersi e interagire in comunità on-line (molto più reali che virtuali) e accedere costantemente a nuove informazioni.
Ma la combinazione di connessione e informazione non genera, secondo un meccanismo automatico, conoscenza.
Cade ogni gerarchia tipica del passato ma non viene meno il ruolo autorevole, giammai autoritario, del personale medico; crolla ogni limite di conoscenza ma non smette di essere necessario un approccio critico e fondato su prove di efficacia.
Governare la complessità del nuovo scenario sanitario è il compito più arduo ma anche una responsabilità ineluttabile.
C’è bisogno dell’impegno, dell’umiltà e del coraggio di tutti.
Approfondimenti:
http://www.thelancet.com/pdfs/journals/lancet/PIIS0140-6736(18)30109-0.pdf