Tradimento di un'icona

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Citando Woody Allen, talvolta mi vengono in mente idee che non condivido.
Così è stato ieri quando, navigando nel mare magnum di Netflix, mi è saltato in mente di guardare, anzichè una serie TV, un film e la scelta è caduta su "Grace di Monaco", film del 2014 con la regia di Oliver Dahan, interpreti Nicole Kidman e Tim Roth.
Grace Kelly era un mito per le donne della generazione di mia madre, attrice da Oscar e poi principessa di un regno da fiaba. Bella oltremisura, elegante senza possibilità di replica, colta, intelligente e anche ricca di famiglia. Niente affatto Cenerentola, semplicemente un'icona hollywoodiana, poi diventata icona regale, sempre e comunque icona di stile.
La sua storia, tutto sommato non lunghissima, perchè è morta a cinquantatrè anni, è stata piena di suggestioni.
Quando ero bambina e poi ragazzina, i rotocalchi erano pieni delle vicende dei principi di Monaco. Poi, certo, anche Caroline e fratelli hanno dato materiale per gossip, ma Grace era francamente un'altra cosa.
Così non ho resistito e ho guardato il film.
Ho così capito perchè la famiglia Grimaldi era tanto arrabbiata col regista. Non per qualcosa di sconveniente, no. E' solo perchè si tratta di un film BRUTTISSIMO, nonostante gli interpreti siano ottimi attori.
Dialoghi pietosi, storia inconsistente, Grace dipinta come una povera nevrotica.
La vicenda non prende in alcun modo lo spettatore, ci sono scene di pessimo gusto, tipo la principessa che guida come una pazza, forse per ricordare le circostanze della sua morte. Hitchcock dipinto in modo grigio ( e lui sicuramente non lo era), Ranieri un marito all'antica, con un Tim Roth assolutamente improbabile in questo ruolo.
Neppure lo stile di Grace Kelly viene trasmesso da una Nicole Kidman elegante, ma decisamente algida.
Insomma : era meglio se andavo a fare una passeggiata!

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