Tra moglie e marito
[personaggi e vicende di fantasia]
Quando avevo dieci anni, in tempo di guerra, la mia famiglia fu costretta a sfollare dalla città, bersaglio di bombardamenti a causa della presenza dell'aeroporto militare.
Così, con i miei genitori e mia sorella minore, ci trasferimmo nel piccolo paese di Fiorile, in collina. Era immerso nel verde e prospiciente a una pianura attraversata dal fiume Ombrone.
Avevamo fatto questa scelta, perchè Fiorile era il paese di origine della famiglia di mia madre e lì vivevano ancora i suoi zii. In particolare Ortensia, mia madre, era affezionata alla zia materna, Odette, e ancora di più alla di lei figlia, Guendalina, una ragazza davvero simpatica e bella.
All'epoca dello sfollamento, Guendalina, ventiquattrenne, era già sposata e madre di una bella bambina, nata quando il giovane padre era già partito per il fronte.
Nel 1940, appena scoppiata la guerra, eravamo stati al matrimonio, una cerimonia semplice, ma due sposi bellissimi e raggianti. Guido, lo sposo, era un giovane alto e prestante. I suoi genitori avevano una fattoria, ricca di coltivazioni e di animali, e sia loro che il figlio lavoravano duramente, ma con soddisfazione.
Con la nuora non si erano mai intesi, anche perchè lei si era rifiutata di andare a vivere in campagna ed aveva convinto il marito a prendere una casetta in paese. Così abitava vicino ai genitori e la madre poteva aiutarla. Inoltre, continuava a frequentare le amiche di sempre e le sue risate argentine continuavano a risuonare per le strade del paese.
Mia cugina fu molto contenta del nostro trasferimento a Fiorile.
Era davvero un tipo simpatico e scherzoso. Con me e mia sorella giocava volentieri. Noi, in cambio, le tenevamo spesso la piccola Giulia, così lei poteva svagarsi un po' e andare a spasso per il paese o a cogliere fiori nelle zone circostanti.
Mentre racconto questi fatti, mi pare di vederla, con i suoi vestiti semplici che arrivavano sotto al ginocchio, ma da cui si intravedeva un bellissimo personale e due gambe lunghe e affusolate.
I capelli, poi, le scendevano mossi e castani fin sulle spalle. Il volto dolcemente rotondo era illuminato da brillanti occhi nocciola e labbra color corallo.
Una vera bellezza - diceva mia madre - e anche simpatica e intelligente. Era stata in collegio a Siena fino ai diciotto anni, conseguendo il diploma della scuola d'arte. Infatti disegnava benissimo e si riprometteva, una volta finita la guerra, di insegnare disegno nelle scuole.
Per il momento, però, tutto era sospeso, la scuola era chiusa e noi bambini (sfollati e autoctoni) facevamo lezione con mia madre che era maestra e ci preparava affinchè non perdessimo l'anno.
Guendalina ci insegnava a disegnare e le sue lezioni erano piacevolissime, perchè scherzava ed era davvero una di noi.
Quando la piccola Giulia compì un anno, festeggiammo in casa nostra con un semplice ciambellone, perchè non c'erano molte cose a disposizione, ma eravamo felici.
Era presente anche Amelia, la suocera di Guendalina, una donna un po' arcigna, voluminosa e dai modi bruschi.
"Insomma, a me pare che non si dovrebbe festeggiare niente finchè mio figlio non torna. E' via già da un anno e tu, Guendalina, ridi e scherzi. Dovresti piangere invece"
Ma mia cugina non era tipo da farsi intimidire.
"Ascolti bene, Amelia, io sono fiduciosa che mio marito torni e non vedo che guadagno ci sarebbe se piangessi e mi disperassi. Se aveva da ridire, poteva stare a casa sua, oggi"
Amelia si arrabbiò moltissimo e se ne andò infuriata.
Trascorsero altri mesi. Di Guido si avevano poche notizie, sporadiche lettere.
Noi vivevamo come sospesi in un mondo che sapevamo non essere reale, tutti in attesa di riprendere la vita di sempre e riagganciare passato e futuro.
Ma, intorno al mese di giugno del '43, ci rendemmo conto che qualcosa di inatteso stava accadendo.
Guendalina era un po' strana e decisamente ingrassata. Aveva strani disturbi di stomaco.
Un giorno sentii mio padre e mia madre parlare a bassa voce, ma, si sa, i bambini ascoltano con attenzione ciò che i grandi vorrebbero nascondere.
"Senti, Ortensia, secondo me Guendalina è incinta"
"Patrizio, pare anche a me. Ma come è possibile, suo marito è via da un anno e mezzo..."
"Guarda che non ci vuole per forza un marito per ..."
"Ma che dici, Patrizio? Sarebbe terribile. Comunque le parlerò"
Alcuni giorni dopo, Ortensia e Guendalina si chiusero in una stanza e, all'uscita, mia madre era palesemente scioccata, mentre Guendalina sembrava tranquilla.
Evidentemente la cosa era confermata. Guendalina era incinta, ma, evidentemente, il padre non era Guido.
In breve, la ghiotta notizia cominciò a serpeggiare per il paese ( duemila anime in tutto) e riempì la bocca di tutte le comari della zona. Ovviamente, dopo poco, la lieta novella raggiunse Amelia che arrivò in paese come una furia.
Guendalina si trovava a casa mia, insieme a sua madre (ormai muta) e a tutti noi. Sedevamo a tavola quando la suocera furente piombò senza bussare e cominciò a urlare i peggiori epiteti alla ragazza minacciando di portare via la piccola Giulia. Noi tutti eravamo incapaci di proferire parola.
Ma Guendalina, tranquillamente, si alzò in piedi, mostrando la sua pancia ormai prominente e disse :
"Signora, la prego di andarsene subito e smettere di offendermi, in fondo lei cosa ne può sapere di cosa c'è stato tra me e mio marito?"
Era un ragionamento privo di senso, ma rimanemmo tutti di stucco e anche ammirati per la capacità non comune della ragazza di far sentire gli altri nel torto.
Amelia se ne andò inveendo. Nessuno di noi commentò.
La domenica successiva, in chiesa, il parroco tuonò nell'omelia dicendo : "Ci sono certe donne in questo paese che non diventerebbero rosse nemmeno col cinabrese [sostanza che si dà ai mattoni per dar loro un colore più vivo]. Dovrebbero pentirsi e smettere di dare scandalo!"
Io mi chiedevo perchè usasse il plurale, dato che lo scandalo in paese era solo uno in quel periodo.
La gravidanza proseguì regolarmente e nel luglio del '43 Guendalina partorì un bel maschietto di quasi quattro chili a cui venne imposto il nome di Pio, come il papa, disse la zia Odette. Almeno il prete non si sarebbe rifiutato di battezzarlo. Anche in questo caso non vedevo il nesso, però, la logica non era proprio il pezzo forte delle mie parenti.
Guido tornò dalla guerra quasi un anno dopo.
Tutti (in particolare Amelia) pensavano che, trovando un figlio in più di sicuro non suo, avrebbe lasciato la moglie e le avrebbe tolto Giulia.
Invece non accadde niente di tutto questo.
La famigliola si ricompose come se niente fosse. Anzi, sembravano più uniti di prima.
Le chiacchiere a Fiorile, però, non si placavano.
Così, l'anno dopo, Guido si arruolò in polizia e si trasferirono a Livorno. Guendalina andò a insegnare disegno nelle scuole, come aveva sempre desiderato, e nel 1946 ebbero un terzo figlio che fu chiamato Libero, per festeggiare la neonata repubblica.
In seguito, ci siamo un po' persi di vista, però, sapevamo che i tre ragazzi crescevano bene e la coppia andava molto d'accordo.
Nessuno ebbe più il coraggio di parlare del concepimento e della nascita di Pio.
Nel 1978, però, alla morte della zia Odette, ci ritrovammo tutti a Fiorile.
Guendalina era sempre bella e solare, Guido sempre gentile e affettuoso con la moglie e con i figli.
Mio padre, ormai piuttosto anziano, ebbe finalmente il coraggio di prendere da parte Guido e, da uomo a uomo, chiedergli conto di ciò che era accaduto e del perchè avesse accettato un figlio non suo.
"Vedi, Patrizio - gli rispose l'altro - Guendalina è sempre stata una donna ... vivace. Non era facile per lei stare senza un uomo per tre anni. Così è accaduto... Ma non è importante. Lei mi ama e ci siamo sempre amati. Pio è un ragazzo meraviglioso, bravo, bello, intelligente. Somiglia tutto alla madre. Sai che è un pittore piuttosto noto? Cosa importa che non sia mio figlio biologico? Noi siamo una vera famiglia, una leggerezza non poteva distruggerci.
Vedi, ormai siamo anche nonni, Giulia ha due bambini e anche Libero sta per sposarsi. Chi è più felice di noi?
E poi, se avessi abbandonato Guendalina, cosa avrei fatto? Non potevo rimanere solo a ventott'anni. Dunque, a quel tempo, solo una donna di costumi discutibili si sarebbe messa con uno sposato. E allora mi sono detto : meglio tenersi Guendalina, Giulia e Pio e far trionfare l'amore".
Mio padre rimase un po' perplesso, ma, se avesse dovuto giudicare dalle conseguenze, di sicuro la scelta di Guido era stata la migliore.
Quella che non si rassegnò mai fu Amelia che detestava la nuora e non riusciva proprio a capire il figlio. Il quale, alle sue rimostranze, rispose serafico : "Mamma, ma tu cosa vuoi sapere di cosa è accaduto tra di noi? Ha ragione Guendalina, non ne sai niente. E poi, come hai sempre detto anche tu, tra moglie e marito non mettere il dito! E nemmeno la lingua"
FINE
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