Tagliare e cucire

Per oltre dodici anni ho lavorato in Anatomia Patologica. I miei compiti erano : refertare esami istologici e citologici, fare autopsie e campionare i pezzi provenienti dalle sale operatorie. Quest'ultima attività è quotidiana e piuttosto gravosa, tanto che nelle sedi universitarie spesso è affidata agli specializzandi con la supervisione degli strutturati. Ma noi eravamo ospedalieri e dunque, ogni giorno, a fine mattinata, trascorrevo un paio d'ore a tagliare e ritagliare ciò che le sale operatorie avevano mandato : colon, colecisti, uteri, reni ... Di tutto un po'. Non è un lavoro semplice, perchè bisogna individuare ciò che deve essere incluso per poi venire processato e, successivamente, tagliato al microtomo dai tecnici in modo che i tessuti prescelti possano essere messi su vetrino, colorati ed infine esaminati al microscopio.
Un mio conoscente aveva una figlia che studiava medicina e mi chiese se la ragazza poteva venire a fare un po' di pratica, perchè stava preparando l'esame di anatomia patologica. Gli dissi di sì e che ci saremmo dovute mettere d'accordo per l'orario. Alcuni giorni dopo, per l'appunto, incontrai la studentessa al supermercato e ci mettemmo a parlare. Mi disse che le serviva di vedere il campionamento dei pezzi per meglio capire l'aspetto macroscopico delle malattie. "Non c'è problema- le risposi - Tu vieni intorno a mezzogiorno e mi trovi sempre che taglio, così ti faccio vedere".
Una anziana signora, nel frattempo, col suo carrello al seguito, si era avvicinata a noi ed aveva ascoltato la conversazione. Alla fine, quando la ragazza se ne andò, mi si avvicinò timidamente : "Scusi, signora". "Mi dica" "Ho ascoltato e mi scuso, ma, dato che ho sentito, le faccio una domanda : ho sentito che taglia. Quindi cuce anche. Perchè, vede , avrei da aggiustare un cappotto". Le spiegai gentilmente cosa tagliavo e lei si allontanò leggermente agitata, scusandosi. Inutile dire che la cosa mi ha fatto (e mi fa ancora) molto ridere : mi aveva scambiato per una sarta!
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