Si sveglia la città con le campane (prima puntata)steemCreated with Sketch.

in #ita6 years ago (edited)

“Si sveglia la città con le campane”

La signora Angelica Midi, coniugata Daichiri, era nata all’inizio del ventesimo secolo, in una fredda giornata di gennaio, raccontava.
Era convinta, tra l’altro, che il gelo che aveva accompagnato la sua nascita, avvenuta in un paese alle pendici del Monte Amiata, continuasse a perseguitarla in senso fisico e metaforico.
Soffriva infatti di tutti i disturbi caratteristici dell’inverno, geloni, reumatismi, raffreddori ricorrenti. Niente di grave, per carità, ma insomma, diceva, era come se quel freddo che sua madre aveva patito nel metterla al mondo, si fosse affezionato a lei come un fratello gemello inseparabile.
La sensazione di doversi difendere dalle basse temperature si era un po’ ridotta dopo il suo matrimonio, avvenuto nel 1923.
Intanto si era trasferita a Grosseto, dove senza dubbio il clima era più mite, e poi la nascita del suo primo e unico figlio, avvenuta un anno dopo, l’aveva talmente allietata da farle dimenticare per molti anni i rigori dell’inverno.
Era stata una donna molto impegnata. Il bambino, la casa e un piccolo negozio di merceria occupavano tutto il suo tempo.
Il piccolo Tommaso, comunque, era cresciuto senza darle problemi, bello e buono, anche studioso, tanto che, subito dopo la guerra, si era laureato in scienze politiche ed aveva intrapreso la carriera nella pubblica amministrazione con grande successo. A trent’anni era già un alto funzionario della prefettura e, per proseguire la sua carriera, aveva dovuto trasferirsi ad Alessandria, dove poi era rimasto ed aveva messo su famiglia.
La signora Angelica era una donna pratica, per cui, benchè sentisse la mancanza del figlio, era decisamente soddisfatta e felice della di lui felicità.
Certo, lo vedeva raramente, così come i nipotini erano più che altro fotografie sulla credenza, dato che si vedevano solo a Natale e in modo estremamente veloce. D’altronde, Miranda, sua nuora, aveva i genitori in Piemonte e non le interessava troppo frequentare i suoceri.
Angelica la capiva. Lei era una persona obiettiva, senza pregiudizi. Ma il signor Daichiri, Gerolamo di nome, aveva tutt’altro carattere.
Era un uomo alto e segaligno, con lineamenti regolari e profondi occhi scuri.
Angelica ne era stata molto innamorata in gioventù, anche se lui non era mai stato particolarmente affettuoso, sempre molto preso dal suo lavoro di contabile presso una ditta di costruzioni.
Però, per la moglie era stato un punto di riferimento, l’aveva portata via dal suo angusto paese e, permettendole di lavorare, aveva reso la sua vita decisamente migliore della media delle sue coetanee.
Parlava poco, Gerolamo, però, era affidabile e onesto, forse mancava di empatia, ma di sicuro aveva un grande attaccamento nei confronti della moglie e ancor più del figlio che davvero rappresentava la luce dei suoi occhi.

(continua)

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L'inizio è ben strutturato, e le premesse ci sono tutte, per un racconto gradevole e di piacevole lettura, aspettiamo l'evoluzione della storia, complimenti per la partenza, @fulviaperillo

Grazie a te per l'attenzione, @mad-runner

Ciao Fulvia, mi incanta la tua scrittura e sono molto curiosa di leggere il seguito :)

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