Le sorelle Marmottini, ottava puntata
Trascorsero così un paio di settimane in cui tutti ci dedicavamo alle nostre abituali occupazioni. Io attendevo ai miei compiti di scolara di terza elementare, mia madre insegnava, le vicine e la nonna chiacchieravano e si scambiavano i dischi di Sanremo. Manilla e Deva, nelle loro botteghe, una spartana e l'altra profumata, dispensavano merce e sorrisi.
Il giovane Paride aveva trovato lavoro come garzone della lattaia e andava in giro portando bottiglie di latte a domicilio e ritirando i vuoti. Nel tardo pomeriggio, però, si fermava alla mesticheria di Deva e la aiutava a caricare e scaricare i saponi, mettere a posto gli scaffali e non negava affabilità e sorrisi alle clienti che avevano un motivo in più per frequentare quel luogo che era una specie di paradiso da Carosello.
Poi venne una notte, che notte quella notte, avrebbe detto Fred Buscaglione! Una notte in cui gli abitanti della mia scala si svegliarono per gli urli che provenivano dall'appartamento delle signore Marmottini.
In realtà io dormivo profondamente e non mi accorsi di niente, ma la mattina dopo capii che qualcosa era accaduto dai mezzi discorsi che si scambiavano i miei.
"Giuseppe, ma l'avresti mai detto?" "Eh, insomma. Quella Marmottini l'occhio vispo l'ha sempre avuto, un po' pesce lesso, un po' ... " "Ssstt, c'è la bimba"
Ma ormai la mia curiosità era salita alle stelle e presi ad investigare per conto mio.
Nel pomeriggio dissi che mi serviva un fermaglio per la treccia e dovevo andare assolutamente a comprarlo dalla signorina Deva. La quale mi apparve ancora più sciroccata del solito, immersa in una sorta di oblio caramellato, pensavo.
Caramellato, perchè il suo sguardo aveva un che di dolce lievemente modificato, come il caramello quando si mette a guarnire il budino. Mi dette il fermaglio e poi mi disse : "Giulietta, tesoro, mi vuoi bene?".
La guardai perplessa, era una ben strana domanda. "Sì, certo, signorina Deva, lei per me è una vera amica, forse la migliore" "Grazie, cara- rispose lei- ti regalo il fermaglio, ma, ti prego, se ti dovessero dire male di me, non dare retta"
"No, no certo! Ma perchè dovrebbero?" "vedi, forse non dovrei dirtelo, ma stanotte è successa una cosa!"
"Cosa?" Io ormai curiosa oltre ogni limite. Ma in quel momento entrò mia nonna e la conversazione si interruppe.
Continuai però a carpire, in modo più o meno truffaldino, brandelli di discorsi in casa e tra le vicine e, alla fine, ricostruii l'accaduto.
Nella notte che aveva sconvolto un intero condominio, il bel Paride si era introdotto in casa Marmottini di nascosto da Manilla e si era fermato a dormire (diciamo così) in camera di Deva.
Ma nelle prime ore del mattino, Manilla, sentendo uno strano rumore provenire dalla stanza della sorella, si era alzata, pensando a un ladro. Invece aveva sorpreso i due colombi e aveva perso il lume della ragione.
Le urla si erano sentite in tutto il palazzo. Aveva addirittura rincorso il giovane con la scopa e pare che fosse anche riuscita a dargli qualche colpo di ramazza mentre scappava per le scale. Per fortuna sua madre abitava solo a un piano di distanza ed era riuscito ad entrare in casa prima che la furibonda Marmottini lo mandasse all'ospedale.
Tra me e me ridevo e canticchiavo " Che notte quella notte, se ci penso mi sento le ossa rotte... "
(continua)
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Molto simpatica tutta la storia delle due sorelle 😊.
Bello vedere contenuti fatti bene in italiano