Le nozze di Mimì

in #ita6 years ago (edited)

Già nei fine settimana di maggio, a Santa Marinella si respirava l’estate. Arrivavano tutti i romani nelle seconde case e cominciava il turismo mordi e fuggi di quelli che arrivavano col treno.
Miranda si trovava bene lì, in quella località che si allungava sul mare, lunga e stretta, come un’appendice della capitale che si allungava verso nord.
Suo marito Licio aveva deciso di trasferirsi lì nel 1990 e, a distanza di un quarto di secolo, era stata un’ottima decisione. Meno caos che a Roma, distanze ragionevoli e una fiorente attività di ristoratori avevano reso piacevole la loro vita nella cittadina.
I loro due figli erano nati a Roma, ma cresciuti lì. Luigi, il maggiore, lavorava già con loro al ristorante, mentre Domenica detta Mimì era infermiera nel vicino ospedale di Civitavecchia.

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Miranda aveva una inconfessata preferenza per la figlia, sempre ubbidiente e gentile, mentre il fratello aveva attraversato fasi di ribellione non da poco.
Ora poi Mimì stava per sposarsi ed era una grande soddisfazione per i genitori sapere che il fidanzato era un medico molto capace e stimato. Si erano conosciuti in corsia e l’amore era scoppiato istantaneo.
D’altronde, pensava Miranda, non c’erano molte ragazze carine, educate e simpatiche come la sua creatura.
Praticamente doveva passare l’estate, un periodo molto intenso per loro, dato il lavoro e la sede. A settembre si sarebbero celebrate le nozze e Mimì avrebbe iniziato la sua nuova vita.
Giuseppe, il fidanzato, era siciliano, ma aveva studiato a Roma e poi era rimasto in zona. Un bel giovane, davvero, e anche lui educato e perbene. Avrebbero avuto figli bellissimi e intelligenti. I suoi nipotini. E la futura nonna già si inteneriva.
Erano arrivati in quei giorni i candidati al posto di aiuto cuoco e in quell’ultimo sabato di maggio Miranda conobbe il ragazzo che era stato selezionato per lavorare con loro tutta l’estate.
Si chiamava Berto, diminutivo di Gilberto, ed era un ventiduenne dal fisico gagliardo e lineamenti regolari. Molto affabile e gentile, conquistò subito i favori di Licio e anche Miranda lo prese a benvolere. Tra l’altro era molto bravo, veloce e ordinato, pronto a imparare velocemente e già con una certa esperienza, dato che lavorava spesso in una pizzeria a Roma.
A giugno la clientela del ristorante cominciò ad aumentare, lavoravano moltissimo e il giovane aiuto-cuoco era davvero prezioso. Così disponibile da coprire anche i turni da cameriere, quando c’era bisogno.
Mimì aveva comprato il vestito da sposa e i genitori erano in fibrillazione. Miranda era anche un po’ dispiaciuta di non potersi dedicare troppo ai preparativi, dato che il ristorante la impegnava tutto il giorno. Però sua figlia era brava ed autonoma, così riusciva ad organizzare tutto anche da sola.
A fine giugno, per San Pietro e Paolo, patrono di Roma, la confusione era massima, tanto che Mimì, in ferie dall’ospedale, serviva ai tavoli.
In quella circostanza, Miranda registrò qualcosa che l’allarmò.
Tra la figlia prossima sposa e il giovane Berto c’era una confidenza sicuramente eccessiva. Risatine, complimenti, sguardi.
No, no. Questa cosa proprio non le piaceva.
Pensò di parlarne con Mimì, ma si vergognava. Magari era una sua fantasia.
Così l’estate proseguì tra lavoro e programmi per il matrimonio.
Mimì non si recava spesso al ristorante e la madre ne era contenta. Meno si incontravano con il giovane e meglio era. No, mica per niente, Mimì era seria, ma insomma…
Ma una mattina di fine luglio, Luigi prese da parte la madre, con fare preoccupato. Lei subito si allarmò. Era così rustico suo figlio che, per avere questa necessità, doveva avere un grave motivo.
“Ah mà – esordì- che succede? Stamani ho visto Mimì al bar Maiorca, ma non era sola”
“Sarà stata col suo fidanzato” rispose Miranda tremante.
“Eh no, se no che stavo qui a parlare? Era con Berto e ridevano come matti” “E quindi?” Miranda cercò di fare la gnorri.
“E quindi … tutti quei versi non mi sono piaciuti. Mia sorella sta per sposarsi e fa la scema con un ragazzotto”
“Ma che dici, Luigi. Ti sarai sbagliato”
Il giovane si strinse nelle spalle e capì che era meglio lasciar perdere.
Altri episodi, nel corso dell’estate, fecero suonare qualche campanello d’allarme a Miranda. Ma poi lo chiuse sempre. Si sbagliava di sicuro.
Guardava Mimì, così bella e radiosa, così presa dalle prove del vestito e le prenotazioni del pranzo e del rinfresco e la scelta del viaggio di nozze … No, no, non era possibile. Proprio no.

Il matrimonio era fissato per il 20 settembre.
Il 15 finiva l’alta stagione e Berto, se Dio vuole, terminava il suo contratto. Meno male, pensava Miranda. Licio non aveva mai sospettato nulla ed era meglio così, ma lei e Luigi, invece, pur non avendone più parlato, si scambiavano spesso sguardi eloquenti quando Mimì arrivava deliziosa nei suoi corti abitini colorati, abbronzata al punto giusto e, immancabilmente, iniziava a scherzare con Berto.

L’ultima sera di lavoro del ragazzo, il 15, appunto, Miranda era molto contenta. Finalmente se ne sarebbe andato e lei avrebbe potuto smettere di preoccuparsi.
Ma, verso mezzanotte, quando il ristorante stava per chiudere, fresca e affascinante come la primavera del Botticelli, ecco arrivare Mimì.
“Ciao, mamy” – le disse abbracciandola.
Subito dopo, però, rivolse le sue attenzioni al giovane aiuto cuoco e si offrì di accompagnarlo in macchina alla stazione.
Miranda stavolta non resistette. Prese l’auto anche lei e li seguì.
Non andarono alla stazione, però.
Ovvero. Lasciarono la macchina nei pressi, ma poi si diressero verso un residence dove possedevano alcuni miniappartamenti che affittavano l’estate. Uno era libro, adesso pensò.
Mimì e Berto, avvinghiati, stavolta senza possibilità di equivoci, si diressero lì a piedi. Le loro risate e i gridolini di complicità si sentivano in parte e ciò che non sentiva Miranda lo intuiva.
Scomparvero nel buio del residence e lei rimase lì, muta e triste, impotente di fronte alla sua figlia che le pareva di non conoscere più.
Il giorno seguente, Mimì passò al ristorante, allegra e sorridente come non mai e lei non sapeva che fare e nemmeno che dire.
Berto era tornato a Roma, verificò telefonando alla madre con una scusa.
I giorni che trascorsero prima del matrimonio furono una tortura per Miranda. Lei sapeva qualcosa che avrebbe preferito ignorare e non aveva abbastanza coraggio per parlarne con quella figlia così… disinvolta.
Il 20 settembre, come da programma, Mimì e Giuseppe si sposarono in una chiesa vicina al mare, addobbata di fiori rossi.
La sposa era bellissima e felice.
La madre della sposa, muta ed allibita, non riusciva a sorridere.
Le sarebbe piaciuto essere in un film americano, dove l’officiante dice la famosa frase : “Chi ha qualcosa da dire su questo matrimonio, parli ora o taccia per sempre”.
Forse, in una circostanza del genere, avrebbe parlato. O forse avrebbe taciuto, per sempre, come stava facendo adesso.

FINE

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Fuori concorso a Theneverendingcontest n. 19 , Tradimento in un luogo di mare

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Una botta e via, un addio al celibato con il ragazzotto, e la madre che si ritrova ad un bivio poco piacevole, situazione ottimamente descritta da te, cara @fulviaperillo, ma che penso si sia concetrizzata diverse volte nella vita reale, magari invertendo gli sposi, oppure esattamente così, al mondo d'oggi ne succedono davvero tante, complimenti per questo tuo racconto molto elegante e delicato ma che lascia perfettamente capire quello che successe tra i due ragazzi

A volte le madri vedono nelle proprie figlie ciò che vorrebbero che fossero e non ciò che realmente sono. Probabilmente non stava più a lei intervenire, interferendo con la vita che Mimì si stava scegliendo e coi modi che aveva deciso di tenere.

infatti non interviene, ma certo, il matrimonio non parte sotto i migliori auspici

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