"Le nozze di Maria", seconda puntata

in #ita6 years ago

Per molti anni, genitori e parenti, li avevano chiamati sempre al plurale “i gemelli” e loro erano inseparabili e parlavano all’unisono. Anzi, in genere, Genesio parlava e il fratello annuiva, non litigavano mai ed erano sempre di buon umore.
Avevano un bell’aspetto, alti e robusti, di colori scuri, ma con denti bianchissimi che si aprivano spesso nel sorriso.
Genesio, a ventidue anni, ovvero sei anni prima rispetto alla storia che stiamo raccontando, si era fidanzato con Rosetta, una giovane della zona, appena sedicenne. Era davvero una ragazza carina, bionda e minuta, delicata, con occhi celesti sognanti.
I genitori di lei, pur approvando il fidanzamento, avevano deciso che non si sarebbe sposata fino al compimento del ventesimo anno.
Era pur vero che in campagna le ragazze si maritavano presto, ma Rosetta era figlia unica e i genitori la tenevano “come la gemma nell’oro” (parole testuali della madre) e non volevano che si accollasse troppo presto la responsabilità di una famiglia.
Tutto era andato bene per tre anni, poi era successo qualcosa …

Erano passate le feste da poco, per l’esattezza era il 13 gennaio del 1956. Tea, madre dei gemelli, non avrebbe mai più dimenticato quella data.
Lei era l’unica a distinguere sempre e comunque i suoi ragazzi, anche quando indossavano abiti identici. Sapeva sempre di chi si trattava e non nutriva alcun dubbio, a differenza di Sacripante che ogni tanto si sbagliava.
Quel mattino d’inverno di cui si sta parlando, pur molto freddo, era davvero bello lì in campagna.
Il sole che saliva sul colle anntistante era infatti particolarmente luminoso, quasi un presagio di primavera.
I colori ancora invernali venivano riscaldati da quella luce e Tea già pregustava l’allungarsi delle giornate, per adesso minimo, ma che presto sarebbe stato apprezzabile.
Mentre era immersa nei suoi pensieri di speranza e anche di gratitudine per la bella famiglia e tutti i doni da cui la sua vita era adornata, entrò in casa Gelasio.
Strano. Normalmente, al mattino, aiutava il fratello in campagna o imbottigliava il vino o comunque curava la grande cantina che la famiglia possedeva nel centro del paese.
“Mamma” disse.
Tea lo guardò. Aveva lo sguardo di un po’ di anni prima quando combinava qualche marachella.
“Tesoro” disse rispondendogli.
“Ti devo dire una cosa”
La madre cominciò a preoccuparsi, era ben strano questo comportamento. I suoi figli, tutti maschi, non erano soliti confidarsi con lei, per cui cominciò ad essere pervasa da un senso di allarme.
“Mamma” di nuovo.
“Mamma” ancora.
“Dimmi” lei, ormai sulle spine.
“Mi devo sposare al più presto”.
Oh, pensò Tea, non era poi così grave, anche se … Gelasio non aveva una ragazza, chissà chi era e perché non l’aveva presentata ai genitori. Forse l’aveva conosciuta quando andava a ballare a Grosseto o a Castiglione della Pescaia. Magari era di città…
Il flusso dei suoi pensieri fu interrotto dalla voce del figlio.
“Ti stai chiedendo di chi si tratta, vero?”
“Beh … sì, certo. Non ci hai mai portato nessuna. Poi, per carità, hai venticinque anni, sei grande…”
“Sì, ma c’è un problema”
“… un problema?”
“Sì, mamma, un grosso problema. La ragazza è Rosetta ed è incinta”.
Tea si sedette. Forse, per la prima volta, non aveva riconosciuto il figliolo e si trattava di Genesio. Sì, doveva essere così.
“Mamma, no, non ti sei sbagliata, sono Gelasio”
Tea si appoggiò con le braccia al tavolo e sporse il viso verso il figlio, guardandolo come se lo vedesse per la prima volta.

(continua)

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