"La stampante", sedicesima puntata

in #ita5 years ago

Rita Nodali coniugata Dondi era un tipo simpatico. Piuttosto sobria, di piacevoli proporzioni, era di modi e di aspetto gentili.
Chiese subito a Clarissa di darle del tu e poi prese a parlare dei suoi figli, del lavoro di insegnante e di come Bruno fosse stato il suo primo amore. Anche loro (come Piera e Francesco, pensò Clarissa) si erano conosciuti sui banchi di scuola e da allora erano sempre stati insieme felicemente. Questo ultimo avverbio risuonò un po’ strano alla giovane praticante.
Se quanto si diceva dell’avvocato Dondi era vero, certo che il concetto di felicità era quanto meno particolare.
Ma forse Rita non sapeva… La moglie (o il marito) è sempre l’ultima a sapere. Almeno così pareva.
Eppure… strano, una donna così intelligente e perspicace, possibile che non avesse mai subodorato niente?
Il pranzo greco risultò decisamente gradevole, sia per la cucina (moussaka, ovvero un pasticcio a base di carne tritata e melanzane, insieme all’insalata a base di pomodori, olive e cetrioli, risultò decisamente gustoso), ma anche la conversazione con la sua commensale fu molto più sostenibile rispetto a tutti i pranzi precedenti.
Rita, come Clarissa, era una lettrice forte e trovarono molte letture comuni. Autori che le avevano appassionate, dai classici, come Flaubert o Dickens, ai poeti crepuscolari, per arrivare ai noir di Marco Vichi e agli horror di Stephen King.
Non era frequente incontrare lettori appassionati ed onnivori.
Così, le due donne si ripromisero di ritrovarsi presto per continuare la conversazione.
Ogni tanto, nel corso del pranzo, Rita provò a chiamare il marito al telefono, ma quest’ultimo era sempre spento.
Pur in una apparente calma olimpica, Clarissa colse nel volto della signora Dondi qualche impercettibile accenno di disappunto.
“Eh, Bruno – disse – è sempre occupato, impegnato. Studio, riunioni, tribunale… Pochissimo tempo.
Sai, nei primi tempi del nostro matrimonio, insegnava diritto al Commerciale. Devo dire che avevamo meno soldi, ma di sicuro la vita era più tranquilla. Però, poi, ha deciso per la professione forense. E adesso… è così”
A Clarissa sembrò di cogliere un retrogusto triste in queste parole, ma di sicuro era influenzata dai pettegolezzi che giravano.
Magari non era vero niente. Dondi era solo un po’ frivolo, ma sicuramente adorava questa donna così intelligente e di classe.
E i figli poi, due maschietti deliziosi. Momo e Daddo, Cosimo ed Edoardo, dieci e otto anni, avevano di sicuro un posto molto importante nella vita dell’avvocato, non avrebbe rovinato tutto per qualche sgallettata.
A fine pranzo, le due si salutarono e Clarissa tornò a studio, dove dell’avvocato Dondi non c’era l’ombra. E il suo telefono continuava ad essere muto.

(continua)

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Tutto molto strano, ed a pensar male si va all'inferno, ma ci si indovina sempre!!!

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