"La stampante", nona puntata
Verso l’una e un quarto Clarissa cercò di uscire inosservata, ma l’avvocato Nasi jr l’aspettava al varco e la portò dell’Indiano. Era proprio un indiano vero il proprietario del ristorante e sia lui che la moglie italiana indossavano abiti tradizionali del paese di provenienza del marito.
“Avvocato, buongiorno. La vedo in deliziosa compagnia, oggi. Raramente si vede una sì leggiadra fanciulla” esordì l’indiano.
Clarissa aveva voglia di scappare. Ci mancavano solo questi complimenti ipocriti. Sì, perché lei non si vedeva bella, ovvero non si vedeva proprio.
Si accomodarono e Federico, tanto per cambiare, iniziò a parlare di sé, di come era stato schiacciato dalle sorelle, ma soprattutto dal padre e invece lui aveva preso tutto dalla mamma, così sensibile e un po’ ciclotimica.
Le donne poi… Una disgrazia dietro l’altra. Tutte le fidanzate lo avevano lasciato a partire da quella storica del liceo. E poi sì, gli piaceva Linda, lo ammetteva, ma non si faceva avanti anche perché non era del tutto convinto.
“Vedi, Clarissa, Linda è una donna bellissima, ma non sono sicuro che abbia l’anima”
Clarissa non seppe trattenersi. “Come dice Cocciante: bella senz’anima”
“Ecco ecco, Clair, proprio così. Non ne sono sicuro, ma se poi fosse?”
In realtà è proprio così, pensò Clarissa, ma si guardò bene dal dirlo. Chi era lei per poter fare certe affermazioni? E poi, in verità, le importava il giusto di Linda, di Federico e di una loro possibile storia.
La cosa positiva del pranzo fu sicuramente l’ottima qualità del cibo.
Antipasti piccanti e riso speziato, polpettine saporite e aromatiche e verdure dal sapore unico.
E poi quel pane strano, il naan, era buonissimo.
Mentre l’avvocato parlava della sua vita infelice, lei pensava ai sapori dell’India, un paese che si riproponeva di visitare quanto prima, una cultura interessante di cui aveva letto molto.
“Insomma, Clarissa, tu capisci : dormo male, quasi sempre da solo. Ho risvegli precoci e attacchi di panico. Ma poi, anche quando qualche amica si ferma a dormire, non è che sia più tranquillo, anzi. Casa mia è piuttosto piccola, in due siamo troppi e in uno troppo pochi. Ma, se mi sposassi, se trovassi la donna giusta, certo, comprerei un appartamento più grande e vorrei anche dei figli. Certo, non sarei come mio padre, anaffettivo e prepotente. Oh, proprio no…”
Federico si era accalorato ed aveva parlato a lungo.
Così a lungo che si erano fatte le tre ed era ora di tornare in ufficio.
“Avvocato, è ora di andare”
“Ah … sì, vero, ma guarda come è passato rapido il tempo. Ti volevo dire, Clair, che puoi darmi del tu, in fondo non sono così vecchio. Lascia il lei per mio padre e per quel vanesio di Bruno”
“Va bene, grazie. Allora andiamo, Federico?”
Il ristoratore, nell’accomiatarsi, ripetè parole di apprezzamento nei confronti di Clarissa e aggiunse che l’avvocato era un uomo fortunato ad avere una fidanzata così speciale.
“Ma veramente …” iniziò a dire Clarissa.
L’avvocato sorrise e si congedò rapidamente.
Una volta usciti, le disse: “Guarda, a me va bene che pensi che sei la mia ragazza. Vengo sempre da solo o con qualche amico. Alla fine avrà pensato che sono gay”.
Clarissa non rispose per educazione. Era proprio vero: Federico era condizionato pesantemente dalle opinioni del padre, antiquato ed omofobo. Non c’era speranza.
(continua)
Congratulations @fulviaperillo! You have completed the following achievement on the Steem blockchain and have been rewarded with new badge(s) :
Click here to view your Board
If you no longer want to receive notifications, reply to this comment with the word
STOP
To support your work, I also upvoted your post!
Mmhh, qualcosa incomincia ad intravvedersi, sta a vedere che il Nasi Jr. va a finire con la nostra Clarissa??