"La calza per le bimbe", prima puntata
5 gennaio 2018
Caterina rabbrividì tirandosi su il collo del cappotto. Davvero avrebbe preferito non uscire, ma, d’altra parte, doveva provvedere alla calza della Befana per le sue figlie.
La maggiore, Monica, aveva già tredici anni e certo non credeva davvero che la vecchia sulla scopa provvedesse a portare chicchi e carbone, ma la piccola Sofia aveva appena quattro anni e aspettava con fiducia di trovare la calza che concludeva le feste.
Così, erano uscite tutte e tre, per andare da Rita la Chiccaia, una vera istituzione, che, nel suo storico negozio in centro, vendeva caramelle, cioccolate, carbone dolce e ogni genere di leccornia degna di stare dentro la calza della Befana.
L’anno appena concluso, per Caterina, non era stato dei migliori. Prima di tutto, aveva perso sua madre Nadia, appena sessantenne, dopo una lunga malattia.
Credeva di essere preparata. Invece… Il dolore era stato lancinante. La casa della sua infanzia svuotata.
Suo padre era praticamente inesistente, dato che se n’era andato quando lei aveva sei anni e lo aveva visto saltuariamente, dato che abitava a Firenze ed aveva un’altra famiglia: una donna, per la quale se n’era andato, e un altro figlio. Caterina non si era mai trovata bene con la “matrigna”, né con il fratellastro. Così, i contatti con Umberto, suo padre, erano diventati davvero scarsi. Un paio di telefonate all’anno più una per Natale e per il compleanno.
Quando erano nate le bambine, Umberto aveva provveduto ad una rapida visita di cortesia e a un regalo in denaro abbastanza sostanzioso. Tutto qui. Era evidente che il loro rapporto non era quello di un padre e di una figlia “normali”.
In occasione della morte di Nadia, era apparso piuttosto dispiaciuto (ipocrita – pensava Caterina- con tutto ciò che le hai fatto), ma anche in questo caso l’aiuto era stato insignificante. Parole di circostanza, come quelle di un conoscente. Triste davvero.
(continua)
