"Il quadernino", terza puntata

in #ita6 years ago

L’estate era trascorsa come un lungo e torrido incubo.
All’inizio di giugno era morto suo padre, Rosita era sola ad affrontare quel dolore. Non c’era il suo compagno di vita, colui che tante volte aveva immaginato come un sostegno per i tempi bui. Un sostegno reciproco, certo.
Invece Roberto folleggiava con la bionda Elena e tutti la guardavano con commiserazione. O forse le sembrava soltanto, magari erano occupati a pensare a se stessi ed era lei a proiettare il proprio pensiero di fallimento assoluto.
In famiglia, le cose non andavano bene.
Sua madre, abbattuta sì, ma anche sollevata. Non avrebbe mai creduto. Forse anche il loro matrimonio non era stata una passeggiata né quella storia d’amore perfetta che lei, come figlia, aveva sempre immaginato.
Aveva sempre pensato che sua madre sarebbe stata distrutta dalla morte del marito. Invece l’aveva presa con filosofia.
Suo fratello, poi, non mostrava alcun dolore, preso com’era a verificare come andasse divisa la modesta eredità.
Ma, se Piero (suo fratello) era poco addolorato, quel fenomeno di sua cognata Nevada (sì, si chiamava così, un nome stupido come lei) era addirittura euforica. Non vedere più il suocero, con cui mai aveva avuto un buon rapporto, la rendeva felice e non lo mascherava.
Dunque, alla fine, Rosita non poteva condividere con nessuno il dispiacere profondo che la torturava.
Le nipoti, Elisa e Silvia, avevano sedici e diciotto anni ed erano ragazze piuttosto superficiali. Non era mai riuscita a stabilire con loro un rapporto adeguato. Non riusciva a parlare di niente con loro, che discorrevano solo di trucchi, ragazzi e vestiti.
E, cosa ancora più grave per la zia, non erano interessate allo studio né alla lettura.
La morte del nonno non le aveva toccate minimamente.
La solitudine di Rosita era talmente forte da farle sentire una sorta di morso allo stomaco, una fame che non era reale e che non si placava mangiando. Anzi, era un’illusione, perché, in realtà, mangiava pochissimo e non le andava niente.
A settembre, tanto per rafforzare l’andamento del periodo, la sua unica collega con cui aveva un certo dialogo era andata in pensione.
Erano rimasti in ufficio due colleghi maschi che parlavano solo di calcio ed un’impiegata più giovane, madre di tre bambini piccoli, che, tra permessi e certificati, si vedeva ben poco al lavoro.
Così, le giornate scorrevano grigie in ufficio e tristi a casa.
Mara, quella che aveva sempre ritenuto la sua migliore amica, ex compagna di scuola e collega di corso all’università, aveva avuto, inizialmente, un atteggiamento di comprensione.
Erano sempre usciti insieme, lei e Roberto e Marta e suo marito Paolo, sembravano molto sorpresi e addolorati per la brusca fine del suo matrimonio.
Poi, una sera, in ottobre, l’avevano invitata a cena e lì Paolo se ne era uscito con una battuta sgradevole.
“In fondo, Rosita, tu sei sempre stata una moglie un po’ asettica, molto rigida. Sai, gli uomini poi cercano anche altro. Del resto, non avete neanche figli, non mi sembra un grosso problema”
Ecco, anche adesso la mancanza di figli la rendeva una abbandonata di grado inferiore.
Contrariamente al solito, non seppe trattenersi, tanto era provata e irritata. “Beh, Paolo, io non ho figli, certo. Ma, se per caso li avessi avuti come le mie nipoti o i tuoi due rampolli, superficiali e somarelli, sicuramente non l’avrei presa tanto bene”.
Appena terminata la frase, si rese conto di ciò che aveva detto e colse lo sguardo attonito e sorpreso dei suoi amici.
“Forse è meglio che me ne vada”, disse.
E se ne andò, senza che nessuno cercasse di trattenerla.
Con Marta smisero di vedersi e anche di sentirsi.
Seppe che andava dicendo a tutti che la separazione le aveva dato alla testa e che era piena di livore e di invidia. Aveva fatto proprio bene Roberto a piantarla in asso.

(continua)

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Ehhh, quando si dice che la lingua taglia più della spada....., è proprio vero, le persone possono ferire verbalmente in maniera molto profonda e approfondita.
Ha fatto bene a rispondere per le rime alla sua amichetta, che poi si è vendicata mettendo in giro quelle maldicenze, da inguaribile romantico quale sono (e anche un po' fanciullino), spero tanto che ci sia una bella vendetta della cara Rosita, che trovi un bel maschione tutto per sé!!!!!

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