"Il quadernino", seconda puntata

in #ita6 years ago (edited)

Si conoscevano da trent’anni. Quando lei aveva diciotto anni e lui venti, si erano incontrati la prima volta, avevano parlato per un’intera notte, dopo una festa, e, da quel momento, non si erano più lasciati. Fino a quel giorno. Quell’incredibile giorno.
Era maggio e suo padre stava sempre peggio, tanto che era stato di nuovo ricoverato.
Rosita, trafelata, correva avanti e indietro, lavoro, casa, ospedale.
Una triangolazione del diavolo, pensava.
Aveva pensato di chiedere la 104 per meglio assistere il padre e ne aveva parlato col fratello. Il quale, molto seccato, le aveva detto che l’aveva già chiesta lui ed era possibile per un solo familiare.
“L’hai chiesta tu?” lei esterrefatta.
“Sì, certo, io ho famiglia. Mi serve per tante cose, con due figlie adolescenti…”
“Ma tu non vieni mai ad accudire babbo!”
“Che vuol dire, prima o poi verrò. E poi il mio lavoro [era ferroviere] è più faticoso del tuo ed è meglio che abbia i permessi io”.
Rosita era furente, quella sfacciataggine e prepotenza, pur tipiche del fratello, la sconcertavano e la indignavano.
Se ne andò sbattendo la porta, pensando di sfogarsi col marito, meno male che c’era lui.
Ma, stranamente, Roberto non era a casa.
Lo aspettò all’ora di cena, ma solo verso le ventuno squillò il telefono.
Era lui, aveva avuto un contrattempo.
Si preoccupò molto, Rosita. Un incidente, un malore…
“No, no, tranquilla. Ho solo da fare. Ci vediamo più tardi”
La notte passò intera.
E Rosita riuscì a fare solo brevi sonni.
Alle sette del mattino la porta si aprì.
Era Roberto, bello e con la barba lunga, un’aria trasognata e felice.
Non ci fu bisogno di parole, era accaduto qualcosa di imprevisto ed irreparabile.
Nell’arco di una settimana, suo maritò se ne andò.
Si era innamorato, disse, della barista rumena che aveva rilevato il caffè davanti alla scuola.
Le disse che il loro matrimonio era in crisi da tempo, che lei era così egoista da non accorgersene neppure, che Elena (così si chiamava la donna) lo capiva come mai lei aveva fatto.
Rosita non ebbe molte parole di replica. Era già stanca e provata per la malattia del padre, questo abbandono a ciel sereno la tramortiva letteralmente.
Alcuni giorni dopo, si recò davanti al bar per vedere la nuova compagna di suo marito. Era sui trent’anni, bionda e alta, piuttosto ordinaria di lineamenti, ma con lo sguardo sveglio e deciso.
Non entrò neppure nel locale, cosa avrebbe potuto dirle?
Non era lei la colpevole, bensì Roberto che, a cinquant’anni, aveva deciso di buttare all’aria un matrimonio e una vita.

(continua)

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La freschezza di una nuova fiamma, magari anche più giovante della moglie/compagna, la prospettiva di sentirsi nuovamente vivo e vitale, è un ritornello che passa per la testa di tantissimi uomini, soprattutto di mezza età, ancora più di moda con l'avvento di tante ragazze dell'Est, non è un discorso razzista il mio, semplicemente realista, in quanto succede ormai quotidianamente, nel cerchio delle amicizie di ognuno di noi

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