"Il purgatorio dell'angelo", recensione

“Il purgatorio dell’angelo. Confessioni per il Commissario Ricciardi”

Luigi Alfredo Ricciardi, commissario di polizia nella Napoli degli anni ’30, torna con il suo fascino e le sue indagini nell’ultimo romanzo di Maurizio De Giovanni.
Stavolta ad essere ucciso è un anziano prelato, Don Angelo De Lillo, conosciuto ed amato in tutta la città per la correttezza, bontà e saggezza. Molti lo hanno anche come confessore, nella Napoli bene tutti stimano il sacerdote e lo frequentano, ma, soprattutto, molti si rivolgono a lui per essere confessati.
La storia si dipana in un ambiente particolare, quello dei religiosi, apparentemente senza macchia, ma ombre del passato si stagliano su di esso.
Ricciardi svolge la sua indagine, ma, a fargli compagnia, oltre ai consueti personaggi (Maione, Bambinella, il dottor Modo, la dolce Enrica, Nelide), c’è sempre il suo “dono”, maledetto, ma inevitabile, che lo fa soffrire, ma spesso gli dà indicazioni. I morti parlano al commissario e lui non può ignorare i drammi che sono avvenuti e dolorosamente ne partecipa.
Insieme alla vicenda del prete ucciso, continuiamo a seguire le storie personali dei protagonisti, le speranze e le delusioni, e, soprattutto, la vicenda sentimentale con Enrica che, pur essendoci un sentimento fortissimo da entrambe le parti, trova sempre ostacoli reali o immaginari nel suo percorso.
Come sempre, De Giovanni non delude.
Riesce a portare il lettore nel suo mondo, ricostruisce un periodo storico con le sue molte ombre e una Napoli lontana dove sembra di vivere.
Si legge tutto d’un fiato e lascia col desiderio della prossima avventura del commissario Ricciardi.
A questo proposito, ho sentito un’intervista dell’autore in cui dice che il prossimo libro sarà l’ultimo della serie e, successivamente, ci sarà una specie di “epilogo”, in cui Bambinella, il femminiello dal cuore grande, racconterà la storia successiva di tutti i personaggi, come è andata a finire, insomma. Attendiamo fiduciosi.

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