Festivaliere

in #ita7 years ago (edited)

Prima puntata - Un'occasione perduta

La zia Cleofe, sorella di mia nonna, si sposò negli anni '30 con un ricco pescivendolo che poi divenne ristoratore e si trasferì a Viareggio. Lei era piuttosto minuta, ma terribilmente volitiva, cantava nel coro della chiesa . Ogni volta che si recava in visita a Grosseto, non mancava di imbastire spettacolini con noi nipoti, soprattutto con me che fin dai primi anni di vita avevo mostrato una particolare propensione verso la musica, soprattutto la musica leggera e in particolare il Festival di Sanremo. Il festival dei fiori, a casa mia, è sempre stata una data speciale, con una sua profana sacralità, un tempo accompagnata da librettini delle Messaggerie Musicali, mini testi sacri, su cui ci preparavamo molto prima che qualcuno inventasse il Karaoke.
Cleofe, detta anche Fefina, era comunque la più sfegatata sostenitrice del festival, fan storica di Bobby Solo e, diciamo la verità, anche di Orietta Berti. Di quest'ultima, tra l'altro, sosteneva di avere lo stesso tipo di voce. Certo, quella della cantante emiliana era più esercitata e organizzata, ma anche Fefina, quando intonava "Tipitipitì cosa fai ..." toccava punte, se non di eccellenza, di sicura piacevolezza.
Molti eventi pubblici e privati si sono intrecciati con i festival, nei decenni, ma la premessa che devo fare assolutamente, per rispetto della zia, è che quest'ultima, dal 1951 fino al 2003, anno della sua scomparsa, non si è data pace del fatto che la prima sede che gli organizzatori avevano previsto per il festival era proprio Viareggio. Anzi, i primi "embrioni", alla fine degli anni '40, si erano svolti proprio lì, nella raffinata cittadina toscana. Lo zio Noè, marito di Cleofe, aveva visto prosperare i suoi già brillanti affari e si era deciso ad aprire il secondo ristorante ed anche un albergo, mentre i due figli crescevano e cominciavano a lavorare con lui. Purtroppo, però, nel '50, l'azienda autonoma del turismo ed altre istituzioni locali, avevano fatto diverse eccezioni, evidentemente ritenendo che la manifestazione non avesse un futuro e un ritorno in termini economici (!). Così il Festival migrò a Sanremo dove , nel 1951, nacque come rassegna ufficiale della canzone italiana. Nei cinquanta anni successivi, Fefina continuò a inveire contro questa nefasta decisione, non per gli affari di famiglia, che , precisava, erano andati lo stesso a gonfie vele, ma per il fatto in sè. "Cosa ti cambia in fondo? " - le diceva mia nonna - "Non sei mica una cantante!" "No, ma è questione di principio, io ormai sono viareggina e avere il Festival di Viareggio avrebbe migliorato la mia vita, di sicuro il mio umore. E poi, lo sai, come dice il poeta, non amo che le rose che non colsi. E quei fiori festivalieri, perdindirindina, li hanno colti altri". A questo punto, per consolarsi, cominciava a cantare a squarciagola "Io ti darò di più..."
https://pixabay.com/it/fiore-flora-natura-rose-petalo-3061464/flower-3061464_1280 (1).jpg

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😄sono curiosa di leggere le prossime puntate.
( e probabilmente mi rimarrà in testa Tipitipitì per tutta la giornata)

E vedrai quanto cantano queste donne!

Dico anche a te quello che ho scritto a commento di un altro post con le stesse caratteristiche: una pagina di diario personale con il respiro di un racconto. Bava!

In realtà è un racconto che sembra un diario, la zia Cleofe non esiste 😃

Aaghh... mi hai fregato! :)

ci cascano tutti! nel mio primo libro (un romanzo), i lettori erano convinti che si trattasse di una storia vera. Una mia vicina di casa mi ha detto : non sapevo che tu avessi tutti questi parenti. :D

:) Vuol dire che è ben scritto!

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