"Col pistacchio?", terza puntata
Quella stessa sera, mentre sorseggiavamo un tè freddo nella terrazza di Simo, la nostra amica ci raccontò che quella domanda, apparentemente così banale, le aveva messo i brividi.
“Ora via – esclamò Martina – Si tratta di mortadella, in fondo!”
“Sì, certo. Ma vedi, lui ha detto pistacchio con un tono particolare, come se mi stesse offrendo una cosa preziosa”
Ero un po’ perplessa. Mi sembrava una domanda ovvia per un salumiere.
“E tu cosa hai risposto?” chiesi
“Beh, ero un po’ confusa, anche perché ho sempre mangiato mortadella senza pistacchi anche se non so perché”
“Ma lui ha insistito. Mi ha detto che era un salume di marca, produzione riservata e limitata, pistacchi di Bronte”
“Di Bronte io conosco solo le scrittrici”
“Non credo che c’entri niente, non mi sembra un intellettuale”
“E insomma, come è finita? Il cherubino ti ha convinto?”
“Eh sì – rispose Simo arrossendo – Alla fine ho comprato tre etti di mortadella col pistacchio di Bronte”
“La cosa è seria, allora. Tre etti sono tanti” disse Manu.
Ovviamente, nei giorni seguenti, tutte noi ci recammo al supermercatino per vedere il prestante salumiere.
In effetti era proprio un ragazzino. Carino da morire, ma, come diceva Dolores, proprio un guaglioncello.
Fu lei (l’unica insospettabile) a porgli la domanda che tutte noi avremmo voluto fare ovvero quanti anni avesse.
Ebbene, ne aveva appena diciannove. Una creatura.
“Quando è nato – commentò Manu rivolta a Simona- tu eri già al terzo fidanzato”.
“Ma infatti – commentò lei – io ho solo detto che è un bel ragazzo gentile, non che mi ci voglio fidanzare”.
Lui, però, sembrava proprio essere affascinato da Simona.
Mentre con noi tutte era gentile, ma sbrigativo, con lei cercava sempre di attardarsi e, dopo la mortadella col pistacchio, la convinse a comprare la robiola al tartufo e perfino la salsiccia di tacchino.
Dolores aveva notato, inoltre, di come il ragazzo avesse preso l’abitudine, dopo aver finito il turno, di stazionare sotto il portone della bella incompiuta o, in alternativa, di passeggiare casualmente nei pressi dell’Amorevole verso l’ora di chiusura.
Simona, benchè non le dispiacessero queste attenzioni, aveva deciso di non dargli spago e, benchè fossero ormai passati al tu, di non prendere confidenza.
“Perché, vedete – diceva- Ho passato anche troppi guai con gli uomini. Questo potrebbe essere mio figlio, siamo addirittura di generazioni diverse”
“Però, Simo – fece notare Martina – se tu fossi un uomo di trentasei anni e frequentassi una ragazza di diciannove, nessuno avrebbe da ridire. Ti rendi conto che siamo immerse nei luoghi comuni?”
“Sì, capisco. Ma davvero non me la sento”
Dolores diceva che il ragazzo, che risultò poi chiamarsi Carlo, spasimava davvero e le faceva pensare alla famosa canzone Guaglione.
“E passe e spasse sott’a stu balcone
Ma tu si’ guaglione!
Tu nun canusce ‘e ffemmene
Si’ ancora accussí giovane!
Tu si’ guaglione, che t’hê miso ‘ncapa?
Va’ a ghiucá ‘o pallone
Che vònno dí sti llacreme?
Vatté’, nun mme fá ridere…”
(continua)
[CCO Creative Commons] https://pixabay.com/it/negozio-di-alimentari-mercato-2619380/
“Di Bronte io conosco solo le scrittrici” 😂😂😂😂
Vediamo cosa succede al guaglione! Fra l'altro sono un dan dei pistacchi di Bronte. Brava.
Un fan, non un dan
è appena uscita l'ultima puntata (ultima per ora)