Un piccolo viaggio nel tempo assieme ... ai Jefferson

Sono le diciannove, minuto più, minuto meno. Mi trovo seduto a tavola: davanti a me un buon piatto composto da hamburger (ben cotti, come piace a me) e patatine fritte; il bicchiere di Coca-Cola è stato appena riempito e come al solito, seduto alla mia sinistra, mio fratello ha già cominciato a spiluccare.

Aspetta, non vedi che c'è ancora la pubblicità?

Provo a separarlo dalla sua distrazione, ma il richiamo della pappa è sempre stato troppo forte per lui, e dopo aver fatto spallucce continua nel suo intento; eppure tra noi e i nostri genitori c'è un tacito accordo: si comincia a mangiare quando parte la sigla dei Jefferson.

E puntuali eccoli là, Canale 5 come ogni sera promette di regalarci mezz'ora di risate e il cibo, che col suo profumo aveva già invaso le narici, può finalmente essere consumato.

Alcune battute non le capisco, ma vedo mia mamma e mio papà ridere di gusto e mi unisco al coro. La sensazione di serenità è totale; ho otto anni, e pressoché tutto il mio mondo è lì, attorno a quel tavolo.

Hey, Papy... Sei tra noi?

Mi sento chiamare e riapro gli occhi, tornando bruscamente al presente. Attorno al tavolo, non più rotondo ma rettangolare, non ci sono i miei genitori nè mio fratello, ma mia moglie e i miei tre bellissimi bimbi; il cibo e gli odori sono diversi, le luci più gentili e la televisione più discreta, ma una cosa non è cambiata dal mio momentaneo viaggio nel tempo: in TV ci sono ancora i Jefferson!

Immagine di pubblico dominio -By CBS Television Network, via Wikimedia Commons

Ma di cosa parla questa storia, papà?

Da piccoli tutto sembra una favola... Per chi, come mio figlio, non sapesse di cosa stia parlando, la sit-com I Jefferson ruota attorno alle vicende di una famiglia afro-americana, che negli anni '80 dello scorso secolo, grazie alla dedizione e al lavoro del suo capo famiglia George, riesce a fare fortuna gestendo sette lavanderie, tanto da permettere loro di trasferirsi da Harlem all'Upper East Side di Manhattan (cosa molto rara all'epoca per gli afro-americani).

Co-protagonisti della serie, insieme a George, Louise e il loro figlio Lionel, la famiglia Willis, porterà per la prima volta sullo schermo americano una coppia frutto di un matrimonio interrazziale, la cui figlia sposerà Lionel rendendo i quattro consuoceri.

Tra risate e scenette divertenti scatenate dalla simpatia sprezzante di George e Louise (celebri sono i duetti a suon di punzecchiamenti reciproci tra il protagonista e la cameriera Florence), la serie trova il modo di trattare anche argomenti di grande rilevanza sociale, come il razzismo, la violenza sulle donne, la povertà e l'alcolismo.

Trasmessa per undici stagioni, la serie ottenne una grande popolarità negli Stati Uniti e anche in Italia, dove fu mandata in onda inizialmente sulle reti Fininvest per tre anni, dal 1984 al 1987.

Il tasto da schiacciare sul telecomando adesso non è più il 5, ma il 49... E pensare che una volta se si osava superare il 20, delle rigacce grigie accompagnate da rombi di tuono via etere ti ricacciavano indietro in malo modo.

Alcune battute le ricordo ancora, e come allora mi fanno sorridere:

Florence, i tuoi piatti sanno di cibo per cani...
E' perché cucino per un chiwawa!

Devo aggiustare il televisore, si vedono male i colori...
Certo, voi due siete abituati al bianco e nero...

E le porte in faccia sbattute al povero vicino Harry Bentley, donnaiolo inglese dalla mascella quadrata? Comicità semplice, ma molto efficace.

La loro presenza in casa, rispetto ad allora è però tutto sommato più discreta e l'attenzione con la quale si seguivano le loro avventure un tempo, non può essere la stessa per mille motivi... Ma in fondo quello che conta forse, è riassaporare a sprazzi, attraverso un programma TV, le stesse sensazioni di una volta e provare per qualche istante a tornare un po' bambino.