Perchè il Giro d'Italia non è il Tour de France (è molto meglio)

in #ita6 years ago (edited)

Cari amici di Steemit, appassionati di ciclismo, la centunesima edizione della corsa rosa si è appena conclusa, con l'incoronazione del vincitore, il keniano bianco , Chris Froome.

Negli occhi degli aficionados dello sport a due ruote, questa edizione passerà alla storia probabilmente anche come quella più mistica e spirituale; in un virtuale anello di congiunzione tra la prima frazione e l'ultima, Gerusalemme e Roma, le due città eterne, hanno fatto da cornice, insieme alle altre meravigliose sedi di arrivo, ad uno spettacolo bellissimo, ricco di colpi di scena e stravolgimenti della classifica, di personaggi battaglieri e dal cuore d'oro.

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CC0 Creative Commons

Come non citare, per primo, il britannico Simon Yates, vincitore di tre tappe e in maglia rosa per ben 14 giorni; splendido protagonista di due terzi del Giro, Yates ha cominciato a subire il contraccolpo della sua tattica votata perennemente all'attacco già nella 18 tappa, con arrivo a Prato Nevoso, per poi crollare definitivamente nella frazione successiva.

La salita di Bardonecchia si è dimostrata troppo crudele per lui, infliggendogli un distacco di oltre mezz'ora dal vincitore. L'ovazione con la quale il pubblico ha accolto Yates al suo arrivo, la dice lunga su quanto il britannico si sia fatto amare dalla gente.
Bravo Simon, aspettiamo te e il tuo coraggio l'anno prossimo sulle nostre strade.

Discorso molto simile si può intraprendere per il vincitore della scorsa edizione, e secondo classificato in quella attuale, l'olandese Tom Dumoulin.

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By filip bossuyt from Kortrijk, Belgium (051 dumoulin) - CC BY 2.0 https://creativecommons.org/licenses/by/2.0, via Wikimedia Commons

Pur senza la gamba brillante e senza gli acuti della passata stagione, Dumoulin si è dimostrato estremamente regolare, non accontentandosi di un più che onorevole secondo posto, ma provando ad attaccare la maglia rosa, ben conscio della superiorità del diretto rivale in classifica; senza la presenza di un campione come l'olandese, il Giro non sarebbe stato così combattuto fino all'ultima tappa, e a lui va l'onore delle armi.

Sul vincitore Chris Froome si è detto di tutto e il contrario; allo stato attuale delle cose, pende su di lui ancora il giudizio dei laboratori UCI per l'uso di Ventolin nella scorsa edizione della Vuelta; tuttavia, se ognuno è innocente fino a prova contraria, non posso che soffermarmi su ciò che resterà alla storia come il capolavoro di questa edizione della corsa rosa, la vittoria di Froome nella tappa di Bardonecchia, dopo 82 KM di fuga solitaria.

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By Jaguar MENA [CC BY 2.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/2.0)], via Wikimedia Commons

Solo campioni veri possono riuscire in questo genere di imprese, e solo campioni veri come Eddy Merckx, Jacques Anquetil, Felice Gimondi, Alberto Contador, Bernard Hinault e, più recentemente, Vincenzo Nibali sono riusciti nell'impresa di vincere le tre grandi corse a tappe, Giro d'Italia, Tour de France e Vuelta Espana.

È una vittoria speciale. È un sogno. È stata la sfida più grande della mia carriera. È fantastico essere riuscito a vincere anche qui...
Questo è un Paese speciale, voglio portare mio figlio in Italia per fargli conoscere un po' questa terra e questa gente.

Chissà come avranno preso in Francia, le parole che Il keniano bianco ha speso in favore della corsa italiana. Perché il Giro non avrà la copertura televisiva del Tour, non avrà gli stessi ricchi sponsor, lo stesso montepremi pazzesco per il vincitore, ma resta, secondo il mio modo di vedere le cose, la vera corsa dei campioni, quella che solo uomini veri possono vincere.

Se nel Luglio francese le tappe sono in genere, meteorologicamente parlando, tutte uguali e caratterizzate da un gran caldo, nelle tre settimane italiane, complice anche l'arretramento nel calendario deciso ormai da qualche anno, è possibile registrare frazioni epiche di alta montagna, con arrivi leggendari in mezzo a bufere di neve o temperature invernali.

Le prime dieci giornate del Tour inoltre, sono solitamente monotone e pianeggianti, a causa anche di una conformazione territoriale che obbliga il Paese transalpino a mantenere più o meno lo stesso percorso.

Varietà paesaggistica che invece è decisamente un punto di forza dell'Italia; trovare nella prima settimana frazioni come quella dell'Etna o di Montevergine, è una ricchezza inestimabile, che aiuta gli organizzatori a sbizzarrirsi e a rendere la corsa rosa la più dura del mondo.

Non illudiamoci, vincere Giro d'Italia e Tour de France nella stessa stagione è un'impresa molto difficile; i grandissimi nomi del ciclismo difficilmente tenteranno, in futuro, la sfida della corsa a tappe italiana, preferendo puntare tutto sui ricchi premi dell'organizzazione francese. Che possiederà anche la corsa più famosa, la più ricca e la più seguita, ma sicuramente non la più bella.

Viva il Giro! All'anno prossimo!

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Uno dei ricordi più piacevoli della mia infanzia è quello legato ai pomeriggi passati con mio nonno a guardare prima il Giro, e poi il Tour. Da allora, ogni anno, mi ritrovo davanti alla TV a seguire le nuove edizioni che, purtroppo, sono sempre meno emozionanti. Quest'anno Froome e Viviani ci ha regalato imprese non da poco... Ma siamo ancora lontani da quei sussulti che, senza andare troppo ne passato, regalavano corridori segnati dalla vita come Pantani, o ragazzini spavaldi come Cunego...

Ma al di là della nostalgia, il Giro è sempre il Giro.

Sono pienamente d'accordo... La nostra gara è infinte volte più bella di quella dei nostri cugini. Purtroppo per noi, però, i francesi dimostrano molto più amore di noi. Quello che è successo ieri a Roma è una vergogna, e se mai qualcuno si domandasse il perché delle differenze, anche economiche, tra Giro d'Italia e Tour de France... Beh, basta guardare quelle immagini...

Ciao @spaghettiscience, che bel commento che mi hai lasciato! A chi lo dici, io parto dai tempi di Bugno e Chiappucci che duellavano con Indurain prima in Italia e poi in Francia... Bei ricordi, si direbbe un altro ciclismo per usare una frase fatta, ma a volte le frasi fatte si portano dietro grandi verità. Su Roma non posso che darti ragione, una vergogna mostrare in mondovisione la capitale ridotta così!

Davvero, non solo abbiamo dimostrato poca cura verso la nostra capitale... Ma anche verso i cittadini che ogni giorno percorrono quelle strade, e verso lo sport in generale, visto che nonostante i mesi di preavviso non si è riusciti a cavar fuori una soluzione...

Il percorso lo si conosce praticamente un anno prima...Senza parole!

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