Cronache dalla zona rossa

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Cari amici di Steemit,

da ieri è ormai ufficiale, anche io, da abitante del vercellese, sono incluso nella zona rossa, nonostante il numero di casi in provincia sia circa un quinto della "verde" Torino. Le forze dell'ordine controllano i ponti che confinano con la zona sotto la responsabilità del capoluogo, e chiedono a tutti i motivi di eventuali spostamenti.

Per il momento stiamo bene, le occasioni di contatto con altre persone sono minime, dato che anche l'attività di famiglia, strettamente connessa con il turismo, si è per forza di cose dovuta prendere una pausa, e gli spostamenti programmati per l'immediato futuro saranno limitati allo stretto necessario.

E' inutile dire che la sensazione che si prova è alquanto strana, messi per la pria volta a contatto, in oltre quarant'anni di vita, con una limitazione della libertà personale. Siamo nati e cresciuti con il concetto di libertà inculcato nella testa, mai avremmo immaginato un giorno che qualcuno, per un qualsivoglia motivo, ci avrebbe detto che non potevamo uscire dalla nostra provincia, che poi diventa il nostro comune a leggere bene tra le righe, e che si trasforma nella propria casa a stare ancora più attenti.

Anche se abituarsi non è semplice, trattasi di un interesse superiore, e non si può fare che seguire scrupolosamente le direttive; se la cosa verrà affrontata con un po' di responsabilità da parte di tutti, non rischieremo di mandare l'intero servizio sanitario nazionale in tilt, viceversa è probabile che dovremo affrontare giorni molto più bui di questi.

Fino a ieri, con il sole che splendeva, era ancora possibile notare qualche mamma a spasso con i propri bambini, qualche anziano in bici e qualche gruppetto di adolescenti intenti a consumare la propria fetta di pizza sulle panchine del parco, ma oggi, forse complici anche gli appelli a rimanere in casa il più possibile, la situazione sembra essere già diversa.

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Affacciandomi alla finestra, non in attesa di una serenata di jovanottiana memoria, ma alla ricerca di un pizzico di normalità, le occasioni di scorgere qualche altro abitante in giro come se nulla fosse si sono decisamente diradate; la speranza è che gli appelli al buon senso stiano iniziando a dare i loro frutti.

Da parte nostra il primo giorno è trascorso tra un po' di scuola parentale, qualche cartone animato, un film di Sergio Leone (se non altro questa pausa è servita per farmi scoprire la trilogia di Per un pugno di dollari) e quella che alcuni sussurrano sarà, per il momento, l'ultima giornata del campionato di Serie A.

Ci si sente un po' come i protagonisti della serie The Walking Dead, e come essi si va alla ricerca di un posto sicuro, dove provare ad instaurare un pizzico di normalità in un contesto fuori dal normale. Oggi magari faremo la pizza, per tirarci su di morale, e domani, se il meteo ci assiste, passeremo dalla casa direttamente in macchina, portando i bambini a giocare nel cortile dei nonni (al momento a loro volta confinati per altre esigenze fuori città), in un luogo sicuro come la loro cameretta, cercando di soffocare la gran voglia che avrebbero di rivedere i propri amichetti.

La vita continua, e tutto questo passerà, anche se ancora nessuno sa bene quando. Alla fine, forse, nella sfortuna, siamo tra i più fortunati, e impareremo a non dare per scontato più nulla.

Buona fortuna a tutti!