Erasmus 6° episodio: la mia rivincita

in #ita6 years ago (edited)

QUANDO FINALMENTE TUTTO INIZIA


Subito dopo quel maledetto pranzo parlai quasi tutto il pomeriggio con i miei genitori, e in particolare con mia madre, mio unico punto di riferimento qualora vi sia l'esigenza di prendere delle decisioni. Forse è proprio grazie alla sua tenacia, alla sua forza di volontà, che volli vincere questa battaglia.

Non potevo, non dovevo buttar tutto per aria mesi e mesi di lavoro per la compilazione del Learning Agreement (il programma di studi), praticamente perduti in un batter d'occhio; ma soprattutto, non riuscivo ormai più a staccarmi da quelle persone (Max, Patricija, Burak, Alessio, Gianluca, Sara, Christopher, Max, Pierre...) che in così poco tempo entrarono a far parte della mia vita e delle quali, adesso, è praticamente impossibile scordarsi. Erasmus significa proprio questo: partire alla scoperta e alla ricerca di un nuovo mondo, insieme a dei ragazzi che, nelle tue stesse condizioni, hanno la voglia di socializzare, conoscere, capire. E' stato come vivere una parte della mia vita in maniera "velocizzata", un po' come dire "qualche anno in soli sei mesi". Quei ragazzi, difatti, diventarono i miei amici di sempre, come se ci conoscessimo da una vita, pronti a condividere rabbia, gioia, dolore, emozioni, ubriacate, studio... e tanto altro.

Non potevo arrendermi, dovevo trovare una soluzione, non potevo assolutamente ritornare in Sicilia e concludere quel progetto in due soli giorni. A quanto pare, però, era l'unica scelta che mi restava. Piangendo mi diressi verso "casa", mi sdraiai sul letto e continuai una delle mie solite letture, usate principalmente come valvola di sfogo, quando ad un tratto mi volse agli occhi un qualcosa che mi colpì profondamente:

It is not the critic who counts; not the man who points out how the strong man stumbles, or where the doer of deeds could have done them better. The credit belongs to the man who is actually in the arena, whose face is marred by dust and sweat and blood; who strives valiantly; who errs, who comes short again and again, because there is no effort without error and shortcoming; but who does actually strive to do the deeds; who knows great enthusiasms, the great devotions; who spends himself in a worthy cause; who at the best knows in the end the triumph of high achievement, and who at the worst, if he fails, at least fails while daring greatly, so that his place shall never be with those cold and timid souls who neither know victory nor defeat.

Theodore Roosevelt, “Citizenship in a Republic”

Pagina 156 di quel libro (non la dimenticherò mai) fu come una scintilla, un monito. Iniziai così, pieno di determinazione, a riprogrammare il manifesto dei miei studi: chiesi informazioni dappertutto, lavorai ininterrottamente tutta la notte, chiamai le varie Università, e finalmente, riuscii ad avere una speranza: avevo trovato ben quattro discipline (devo dire di essere stato molto fortunato) che la Vilnius University aveva da poco inserito nella sezione insegnamenti e che l'Università di Messina avrebbe sicuramente accettato e convalidato.

Ero felice, iniziai a sorridere, a piangere di gioia, girovagavo nel bosco retrostante la casa, correvo, con le mani per aria e senza una destinazione; mi sentivo libero, avevo avuto la mia rivincita, dapprima con me stesso e poi con tutti quei miei colleghi che forse, in un mio ritorno in Sicilia, magari per invidia, ci speravano.

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[CC0 Creative Commons - Immagine priva di copyright]

Adesso potevo dire di essere una studente Erasmus, potevo dare inizio ufficialmente ad un'esperienza che avrebbe, da lì a qualche mese, segnato la mia vita indelebilmente, che avrebbe cambiato le mie idee, le mie prospettive, che mi avrebbe aperto orizzonti mai guardati prima. Rientrai a casa, mi misi a letto e dormii fino al giorno seguente.

Quando finalmente tutto inizia ti svuoti delle tue ansie, delle tue paure, del tuo stress. Gli "inizi" in fondo sono così, ti travolgono in un qualcosa di nuovo, di inaspettato, ti trascinano in un vortice in cui ti senti come se niente può più intaccarti, distruggerti. L'"inizio" non è come la "fine": pensate all'inizio di una storia d'amore, di una nuova posizione lavorativa, di un nuovo percorso studi, di una nuova fase della vostra vita, così come all'inizio delle cose più banali, quali una serie tv, una giornata di sole, una camminata immersi nella natura; provate adesso a pensare alla fine di tutto questo.

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[CC0 Creative Commons - Immagine priva di copyright]

L'"inizio", di per sè, è sinonimo di felicità, amore, sorrisi, speranza, sogni, avventure... e io in quel momento ero all'inizio!

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quanta invidia generazionale verso chi ha avuto l'Erasmus. Noi avevamo l'interrail :)

Sarà fatto presto anche quello ;)

Deve essere stata un’esperienza fantastica. Grazie di averla condivisa.

Lo è stata ;)

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