Ena.

in #ita6 years ago (edited)

Premessa

Poco prima che i fatti si compissero, si narra che Giulio Cesare fosse stato avvisato della sua sorte dal suo aruspice di fiducia, l’etrusco Spurinna. L’importanza di questi sacerdoti non si limitava, tuttavia, alla loro presenza al fianco dei grandi conquistatori Romani. Il loro contributo alla storia, lo diedero anche in quanto depositari e divulgatori della cultura etrusca.
Vorrei precisare che oggi non voglio parlare degli etruschi e dell’aruspicina. Cioè l’arte divinatoria che si basava sull’osservazione delle viscere, perché vorrei farlo più avanti, in concomitanza con la visita in alcuni luoghi sacri etruschi. Il cui fascino è spesso pari a quello dei boschi intricati e secolari nei quali si celano.
Fegato in Bronzo Etrusco (Creative Commons CCO)

Tuttavia introduco il racconto con un accenno agli aruspici perché un documento, composto probabilmente da questi sacerdoti, ha intersecato forse in maniera casuale il destino di un paese e, non solo per questo, la mia curiosità.

Dobbiamo considerare che il corpus di documenti scritti in lingua etrusca pervenuto fino ai giorni nostri è composto, almeno per ora, da una discreta quantità di oggetti ad uso oracolare riportanti incisioni. Come le riproduzioni in bronzo di fegati di animali, che gli aruspici utilizzavano come termine di paragona mentre osservavano le viscere degli animali sacrificali. Ma forse, oltre a questo, c’è un’altra storia.

Siamo circa a metà del 1800.


Il segretario della Cancelleria del Regno Apostolico di Ungheria (che poco dopo diventerà parte dell’Impero Austro Ungarico), Mihail de Barić, porta a Vienna una mummia rinvenuta in Egitto, in una località che non viene citata.
Dopo i primi accurati studi effettuati sulla salma, si scopre che con essa sono presenti due testi antichi:

  • Un papiro funerario molto danneggiato, dove si rinviene il nome della donna mummificata: Nesi-hensu, probabilmente la moglie di un divinatore di Tebe.
  • E, inaspettatamente, utilizzato come parte dello stesso bendaggio che cinge il corpo della mummia, un libro di lino, scritto in una lingua che gli studiosi non riconobbero subito, ma che più tardi venne identificata come lingua etrusca.

    liber linteus zagrabiensis (Creative Commons CCO)

L’unico testo di questa lingua rinvenuto, fino ad ora, su un tessuto di lino e probabilmente uno dei più corposi, in quanto è composto da circa milleduecento parole. Contro le poche decine di parole presenti in molti degli altri testi ritrovati. Le bende vengono separate dal corpo mummificato e, alla morte di Mihail de Barić, vengono donate, dal fratello, al museo di Zagabria. Dove tutt’ora sono custodite. Il codice iber rituales etrusco prende così anche il nome di Liber Linteus Zagrabiensis.

Non sono in grado di immaginare quale fatalità possa aver portato nelle mani di un cancelliere Austro Ungarico, in viaggio in Egitto, una mummia egizia rivestita con un libro che contiene un calendario rituale scritto in un idioma creato da un sacerdote etrusco. L’origine del cui popolo, per altro, ancora oggi, non è identificata con precisione.
Non nascondo tuttavia, mentre scrivo questo post, una seconda fatalità. Che racchiude una seconda storia, scoperta mentre mi stavo documentando sul paese di San Quirico d’Orcia.

La città di Enas


All’interno del codice rituale etrusco viene riportata la dicitura attualmente letta come segue:

sacnicleri cilOl spureri meOlumeric enas rax0 tur ... vinum


L’interpretazione data a questo frammento, ancora oggi, desta diversi interrogativi.
C’è chi lo traduce come segue:

Per il santuario dell’arce, per la comunità e per la città di Ena, da il vino sul rax0.


Altri invece traducono enas come “questo” o “nostro” oppure un dubitativo “altri concetti”.

All’interno del frammento, quindi, potrebbe esserci menzione di una città etrusca chiamata Ena, forse risalente a cento o duecento anni prima della nascita di Nostro Signore. Tuttavia da quanto ho avuto modo di leggere, gli storiografi ritengono che se Ena fosse esistita realmente, in quel periodo storico, avremmo dovuto avere fonti abbastanza certe della sua ubicazione e della sua storia.
Tuttavia, uno studioso di testi etruschi, l’olandese Van Der Meer, pare si fosse convinto che il testo fosse stato redatto da una comunità di aruspici provenienti dal centro Italia. E che questo passaggio ne contempli il luogo di provenienza. C’è chi dice che la zona fosse quella umbra, intorno a Perugia, chi invece sostiene che fosse quella dell’attuale località di San Quirico. Paese sicuramente di origine etrusca, come la vicina Bagno Vignoni. Le testimonianze sono raccolte nei ritrovamenti di oggetti che narrano questo passato.FullSizeRender.jpg Foto di San Quirico realizzata dall'autore.

Il dubbio è sempre la parte che trovo più affascinante in una storia. Questo, forse, è il motivo per cui ho finito di narrarne una.

Riporto alcuni riferimenti bibliografici:

https://books.google.it/books?id=Wu7VO7RzgwcC&pg=PA84&lpg=PA84&dq=sacnicleri+cilOl+spureri+meOlumeric+enas+rax0&source

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Liber_linteus

https://religionidelletruriaantica.wordpress.com/la-ruota-dellanno-etrusco-romana/liber-linteus-zagrabiensis/

https://it.m.wikipedia.org/wiki/San_Quirico_d'Orcia

http://www.vivilavaldorcia.it/san-quirico-dorcia/

Sort:  

Quindi, una mummia egizia è stata avvolta con un papiro scritto in etrusco!? meraviglioso :)
Complimenti.

Si, in effetti era rivestita di bende di lino contenenti, un probabile, calendario rituale scritto in etrusco.
Una storia abbastanza curiosa.
Molto di più se penso a cosa ci potevano aver letto, in quelle scritte. 😳Una sorta di lasciapassare, a cui consegnavano il corpo della donna, per il viaggio nell'aldilà. Scritto in una lingua lontana e per questo magari ritenuta più potente
Non lo so🤔😀
Grazie per essere passato 👍

Thanks gvand👍
Your drawing is very interesting

bravo etno. è sempre un piacere leggerti.

Grazie Luca
Vale il contrario 👍😀

Sai ci sono teorie che legano gli etruschi ai nuragici; secondo alcuni i primi sarebbero discendenti dei secondi, ma chissà... per ingarbugliare ancora aggiungo il fatto (questo verificato) che gli Shardana, un popolo del mare spesso accomunato ai nuragici (alcuni dicono che si tratta dello stesso popolo) costituivano la guardia personale di Ramses II, per tornare al tuo post...
mah :)

Mentre facevo le ricerche avevo letto la storia della tomba dei bronzetto sardi rinvenuta a vulci.
Che testimonia quanto meno un collegamento fra le due realtà. Ma quello che mi racconti degli Shardana è bellissimo.
Potrebbe essere un ponte, un legame che spiega una parte della storia.
Continua a girarmi in testa la domanda: ma quel libro come c'è finito in Egitto? E poi per ricoprirci il corpo della moglie doveva sapere cosa c'era scritto (facciamo fatica ancora oggi a decifrare l'etrusco).
Grazie voiceoff 👍

La storia, che passione, era una bella materia, anche se non la mia gradita in assoluto, post molto ben realizzato ed ottimamente strutturato, bella la tua foto finale a coronamento di tutto quanto!!

Grazie mad-runner
Un intreccio curioso... cosa ci faceva quel libro in Egitto? Perché l'anno usato in quella maniera?
mi ci rompo la testa 😂 Ma ogni storia Credo sia bella perché porta con se la presenza di cunicoli nascosti, che stuzzicano la ns fantasia

Ah, la mummia di Zagabria... Uno dei testi sacri dell'esame di Etruscologia, mille anni fa :)
Grazie per avermi riportato da quelle parti.

Grande, Grazie a te👍
Però io da quelle parti ci sono un po' rimasto...😂
Con la fantasia dico.
Nei testi che hai studiato avanzavano qualche ipotesi su come fossero arrivate in Egitto quelle iscrizioni?

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Ti non lo sai, ma io adoro la storia! Bravissimo! 😉

Grazie mcassani, molto lusinghiero. Poi se arriva da te è bellissimo complimento.

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