CinemaDay - Call me by your name

in #ita7 years ago (edited)

Ciao steemians!

Finalmente dopo due settimane di fuoco tra ore e ore di lezioni, progetti, progetti e ore e ore di lezioni… ieri sera abbiamo chiuso i pc e abbiamo dato inizio al nostro CinemaDay!

Armate di pop corn e stecche di Milka siamo entrate in sala e abbiamo visto un film bellissimo. Romantico, avvincente, erotico, una storia d’amore come poche, due fighi da paura…
Cinquanta sfumature di rosso.
Nope.

Call me by your name. Chiamami col tuo nome.

Sicuramente lo avrete già sentito, ne parlano praticamente tutti. È il nuovo film di Luca Guadagnino, candidato a 4 premi Oscar per miglior film, attore protagonista (Timothée Chamalet), sceneggiatura originale e canzone originale (la splendida, assolutamente splendida Mystery of Love di Sufjan Stevens, che già avevamo apprezzato in This is Us, serie tv della Nbc).

Fosse per noi questi 4 premi glieli daremmo tutti. Purtroppo non siamo l’Academy quindi possiamo solo incrociare le dita fino al 4 marzo e sperare che ne vinca almeno uno.

Non vogliamo dire troppo ed evitare gli spoiler a chi ancora non lo ha visto, per questo abbiamo deciso di darvi 3 parole che racchiudono tutto ciò che abbiamo amato di più.

La prima parola è bellezza
Tutto è bello. E a più livelli.
Bellezza estetica: sì Armie Hammer, stiamo pensando proprio a te.
Bellezza paesaggistica: se nel mondo ci conoscono come «pizza, spaghetti, mandolino e bunga-bunga» dopo le meravigliose immagini bucoliche di Guadagnino non possiamo essere nient’altro se non il Bel Paese.
Bellezza culturale: tutto è cultura in questo film, dalla famiglia poliglotta (si parlano ben 4 lingue, italiano, francese, inglese e tedesco) alle sculture catalogate dal professore, dalle letture di Ornella («Parlare o tacere a costo di morire?») alle performance di Elio al pianoforte.

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La seconda parola è intimità
Intimo è l’amore. Silenzioso, privato, custodito. Un amore delicato e prezioso nella sua unicità. Un amore che ti porta a dire «chiamami col tuo nome» perché sono tuo/a nella mia totalità (forse su questo avremmo qualcosa da ridire… perché è giusto annullarsi nell’altro? o forse è un realizzarsi pienamente nell’altro?).
Intimo è il dolore. vissuto con dignità e in privato. Un sentimento dal quale in questo film non
si scappa, un sentimento che non si nega, ma si accudisce delicatamente (if there is pain, nurse it. And if there is a flame, don’t snuff it out. […] But to make yourself feel nothing so as not to feel anything ― what a waste!
Al posto tuo, se il dolore c'è, lo farei sfogare, e se la fiamma è accesa, non la spegnerei. Non provare niente per non rischiare di provare qualcosa ― che spreco!)

La terza parola è contrapposizione
Ci è piaciuta tantissimo la contrapposizione tra i colori e la malinconia cupa di Elio, la tormenta che domina la sua anima adolescente e innamorata e la luce diffusa del sole d’estate presente in gran parte delle scene.
Il contrasto fa da padrone anche nella sequenza conclusiva del film (la nostra preferita!), che vede contrapporsi l’immobilità di Elio, una stasi dalla quale sembra difficile smuoversi, e il flusso continuo del mondo che, quasi incurante, si muove alle sue spalle.

Che dire?
Se non lo avete ancora capito, a noi è piaciuto assai!! Tanti applausi a Guadagnino!
Se lo avete visto scriveteci cosa ne pensate. Se non lo avete visto, correte al cinema!

- EspressoBreak ☕️

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