AUMENTARE I SALARI, UNA NECESSITA'INDISPENSABILE

Non c'e' mercato per le masse, se le masse non hanno soldi per andare al mercato. Hanry Ford, fondatore della casa automobilistica Ford, era un rivoluzionario e pagava i suoi operai il doppio rispetto alla concorrenza; egli non era un folle e non faceva semplicemente del socialismo gratuito.
Come ebbe a dire anni più tardi, "pagando degli stipendi alti ai miei operai è come se pagassi me stesso, perchè permetto a loro di comprare le mie automobili".

Questa visione illuminata dovrebbe far riflettere le aziende sulla necessità di supportare il reddito delle persone.
Il proprio operaio dovrebbe essere considerato il potenziale primo cliente.

Bisogna far comprendere alle aziende che la corsa al profitto, basato sulla riduzione dei costi salariali nel breve periodo può portare in effetti a maggiori profitti, ma nel lungo periodo diventa insostenibile e non può che portare al collasso il sistema.
Se creiamo un esercito di disoccupati senza reddito, le fabbriche produrranno beni e servizi che nessuno potrà acquistare. In questa ottica la redistribuzione del reddito, non solo è giusta in termini di uguaglianza sociale, ma è anche vitale per evitare che il sistema economico imploda su se stesso.

Dunque lasciamo che la barca vada alla deriva, visto che la corsa al ribasso salariale non sembra fermarsi, oppure interveniamo in qualche modo?
Di sicuro a contribuire a questa situazione è un modello economico incentrato troppo sulle esportazioni.
Ci sono nazioni come Cina e Germani che hanno un surplus commerciale enorme e di fatto con esso sottraggono ricchezza agi altri stati e questo meccanismo sembra molto allettante per cui molte nazioni cercano di impostarsi come economia di esportazione.
Per poter esportare occorre oltre a produrre beni e servizi di qualità, anche avere dei prezzi competitivi e ciò significa ridurre i costi e uno di questi è quello della manodopera.

Il costo di questa corsa folle a voler esportare il più possibile, viene fatto pagare ai lavoratori, i cui salari vengono sacrificati "sull'altare" della necessità di essere più competitivi, oltre che alla sistematica erosione di diritti che sono sempre più rimessi in discussione e alle conseguenti diminuzioni degli standard di sicurezza.

Dunque l'aumento dei salari può diventare un'argine per impedire il lento scivolare della classe lavoratrice verso il baratro di una guerra "fra lavoratori" che diverrebbe ben presto una "guerra fra poveri".

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