Navi Fantasma, la seduzione del mare!

in #ita6 years ago (edited)

Le navi fantasma, tra i misteri che hanno da sempre catturato la mia curiosità.
La storia nautica è ricca di affascinanti racconti, antichi e recenti,
sospesi tra leggenda e realtà.
Vi narrerò di due imbarcazioni, fra le più note:

L' Olandese Volante:

800px-The_Flying_Dutchman_by_Charles_Temple_Dix.jpg
Immagine CC0 creative commons

Il famosissimo vascello fantasma che ha ispirato opere, canzoni, film e racconti così denso di folclore e superstizione...

I fatti risalgono agli anni tra la fine del XVII e l'inizio del XVIII secolo e descrivono un intrepido e avido comandante...qui la storia si fa subito confusa circa l'identità dell 'uomo; C'è chi crede si tratti di Bernard Fokke, che viaggiava ad una velocità talmente stupefacente, da riuscire a coprire una distanza tra i Paesi Bassi e l'isola di Giava in soli 90 giorni, là dove le altre navi ne impiegavano più del doppio. Molti dei marinai, attribuirono questo miracolo e qui si scatena la fantasia popolare, ad un patto che il capitano avrebbe fatto con il diavolo in persona. Fokke sfidava il vento, le tempeste e gli uragani, navigando temerario a vele spiegate e il suo vascello, puntuale e intatto, arrivava sempre a destinazione. Ma i patti col male, si sa, hanno un rovescio della medaglia: sono affamati di anime! Così, dopo anni e anni di viaggi per mare, l' instancabile nave affondò, riemergendo di tanto in tanto con il maledetto capitano al timone, condannato a vagare in eterno, senza meta, tra le fredde e profonde acque senza mai ormeggiare. L' altra versione della storia, coinvolge il capitano Hendrik Vanderdecker che, vicino a Capo di Buona Speranza, si imbattè in una furiosa tempesta e decise di misurarsi con l'ira rabbiosa del mare, imprecando e vendendo la sua anima se mai fosse riuscito in quella folle impresa. L' Olandese volante naufragò e insieme a lei, il capitano e tutto il suo equipaggio; furono maledetti a veleggiare in eterno. Mi limito a queste due rivisitazioni, fra le tante, arricchite o modificate da varie sinistre sfumature. Un racconto indubbiamente fantasioso ed affascinante quello del vascello fantasma ma, incredibilmente, pare siano numerosissimi gli avvistamenti della popolare nave nel corso dei secoli, al largo del Capo di Buona Speranza... L' Olandese Volante appare in tutto il suo fascino spettrale, avvolta dalla bruma o da una luce opalescente, lanciando disgrazie a chi ha la sciagura di incrociare la sua rotta solitaria e silenziosa, di morte.

Mary Celeste:

Mary celeste.jpg Immagine CC0 creative commons

Un brigantino, costruita nel 1861, salpò il 4 novembre del 1972 da New York diretta a Genova, con un carico di 1.701 barili di alcool industriale. A bordo, c'erano il capitano Benjamin Spooner Briggs, sottocoperta sua moglie e sua figlia e sette marinai. Quasi un mese dopo la Mary Celeste venne avvistata da David Reed Morehouse, il capitano della Dei Gratia, tra le coste del Portogallo e le Azzorre; era alla deriva! Venne avvicinata e dopo un primo tentativo di contatto, senza risposta, i marinai in perlustrazione, fecero una scioccante scoperta: la Mary Celeste era deserta, tutto il suo equipaggio scomparso! Spariti tutti i documenti, il sestante, il cronometro marino e l'unica scialuppa, la bussola rotta e le vele strappate. Nella stiva c'era un metro d'acqua, soltanto una delle tre pompe era funzionante, i barili di alcol intatti, anche se in seguito, si scoprì che almeno nove erano vuoti. Fu ritrovato il diario di bordo in cui, l'ultima annotazione, riportava la data del 25 novembre 1972, con la posizione: Santa Maria, nelle Azzorre. Sulla nave non vi era segno di lotta, nessun indizio che facesse pensare ad un ammutinamento o ad un attacco pirata tutto era in ordine, presenti gli effetti personali e di valore dell'equipaggio, cibo ed acqua in abbondanza. La Mary Celeste era in buone condizioni, fu condotta fino al porto di Gibilterra e sequestrata dai funzionari per le indagini e successiva inchiesta. I primi sospetti caddero sull' equipaggio della Dei Gratia, a cui spettava un compenso dell' assicurazione per il recupero della nave ma, per mancanza di prove, l'accusa decadde. Ma cosa accadde davvero? Il fatto che la scialuppa di salvataggio mancasse, che i letti fossero disfatti, ci fa pensare che ci sia stato un abbandono abbastanza veloce del brigantino ma non eccessivamente rapido, tanto da permettere di raccogliere carte di navigazione e altri oggetti utili. Il resto, compresi i salvagenti, era rimasto a bordo, probabile che gli occupanti avessero intenzione di rientrare. Tantissime teorie furono prese in considerazione sul destino dei dieci sciagurati naviganti, ma una risultò la più attendibile; quella riguardante il carico che trasportavano...I nove barili vuoti erano di quercia rossa, molto più porosa della bianca con maggiori rischi di fuoriuscita dei vapori; quest' ultimi, avrebbero potuto riempire la stiva, mettendo in allarme il capitano che, temendo un' imminente esplosione, per precauzione ordinò alla ciurma di calare la scialuppa in mare e attendere lì che il pericolo passasse ed i fumi si dissolvessero nell'aria. Forse l'esplosione ci fu davvero e ruppe le due pompe nella stiva allagandola, ma non causò ulteriori danni. Probabilmente il vento, una tempesta, trascinarono via la scialuppa lasciando gli sventurati a morire di fame e di sete o affogati, chissà...
Il mistero della Mary Celeste appartiene al mare.

Lady Lovibond:

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Immagine CC0 creative commons

È la storia di una sfortunata goletta che navigò il 13 febbraio del 1748 attraverso il fiume Tamigi, fino al mare aperto per arrivare in Portogallo. Il capitano Simon Reed vi aveva organizzato la luna di miele, con la novella sposa Annetta e vari invitati. Durante il romantico viaggio e nel pieno dei festeggiamenti, il primo ufficiale John Rivers, segretamente innamorato della sposa, in preda ad una folle gelosia, colpì con una spranga il timoniere uccidendolo e da solo, alla guida, condusse la Lady Lovibond a morte certa dirottandola verso le Goodwin Sands, dei banchi di sabbia, noti per aver causato il naufragio di oltre 2000 imbarcazioni. Nessun passeggero si salvò. La leggenda racconta che ogni 50 anni, la goletta riappare in prossimità del luogo del naufragio, nello stesso infausto giorno, il 13 febbraio. Nel 1798, la Edenbridge guidata dal Capitano James Westlake, stava per scontrarsi con la Lady Lovibond quando quest' ultima svanì d'improvviso. L'incidente scongiurato, fu confermato da un' imbarcazione nelle vicinanze. Sempre il 13 febbraio del 1848, si ripetè la stessa curiosa situazione con un peschereccio; il timore dello scontro imminente portò i pescatori a gettarsi in mare per salvarsi. In seguito, quando arrivarono i soccorsi, trovarono soltanto il peschereccio arenato ma nessun' altra imbarcazione e nessun segno di impatto. L' ultimo avvistamento si verificò nel 1948 sempre dello stesso giorno di febbraio e anche stavolta, la goletta, avvolta da una luce verdastra e sinistra...svanì nel nulla. Cinquant' anni più tardi, nel 1998, una folla di curiosi si riunì lungo le sponde del Tamigi ma la timida Lady Lovibond non si fece vedere; forse tornerà per pochi minuti ad esibirsi, regalando agli occhi increduli, quei suoi ultimi istanti di festa.

SS Baychimo :

Baychimo.jpgImmagine CC0 creative commons

La nave a vapore costruita nel 1914 in Svezia, venne utilizzata per il commercio di pellicce fino alla prima guerra mondiale ed in seguito consegnata alla Gran Bretagna, come risarcimento di guerra. Dopo anni di viaggi verso il Canada, nell' ottobre del 1931, il piroscafo si incagliò tra i ghiacci. Il capitano, Sydney Cornwell, ordinò all'equipaggio di lasciare la nave per rifugiarsi nella vicina città di Barrow, così da scongiurare il congelamento dei suoi uomini. Nel giro di qualche giorno, la nave riuscì a liberarsi dal ghiaccio così che i marinai poterono tornare a bordo ma, poco tempo dopo, la SS Baychimo fu catturata di nuovo dal gelo. Vennero inviati degli aerei per mettere in salvo parte dell'equipaggio, il restante, compreso il Capitano, si convinse in seguito a lasciare nuovamente la nave viste le condizioni meteorologiche sempre più avverse. Il giorno seguente, la SS Baychimo era scomparsa nel nulla, probabilmente, pensarono, la tempesta l'aveva affondata. Fu ritrovata, dopo qualche tempo, alcuni chilometri più a sud in pessime condizioni. Il carico venne quindi raccolto e messo al sicuro a terra, la nave fu abbandonata al suo destino ma, non affondò, anzi, si verificarono innumerevoli avvistamenti fino al 1969; ogni volta che si tentò di recuperarla, la SS Baychimo si dileguava. Una nave inaffondabile che, sfidando le leggi della natura, ha viaggiato per 38 anni dalla sua ultima apparizione, alla deriva e da allora, non se ne sa più nulla.

Ho lasciato per ultima la Ghost Story più avvincente...

Queen Mary :

1280px-Queen_Mary_-_May_2007.JPGImmagine CC0 creative commons

Un imponente transatlantico partì da Southampton, Inghilterra, per il suo viaggio inaugurale, il 27 maggio del 1936, diretta a New York. Era composta da cinque sale da pranzo e salotti, un' immensa sala da ballo, due cocktail bar, un campo da squash, piscine e un ospedaletto. Incarnava l' eleganza, la raffinatezza ed il lusso per le classi più privilegiate dell' epoca. Per qualche anno fu la nave da crociera più famosa ed importante del tempo che ebbe il privilegio di trasportare molte celebrità hollywoodiane, oltre a personaggi di spicco dell' alta società e dignitari. Stabilì anche un nuovo record di velocità per la traversata del Nord Atlantico, detenendone per anni il titolo incontrastato. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale però, tutto il suo sfavillante fasto e magnificenza svanirono, fu tinteggiata di tristezza, di grigio, divenne una nave da guerra per il trasporto delle truppe militari e chiamata "Grey Ghost". Alla fine della guerra il transatlantico, che aveva trasportato oltre 800.000 soldati e percorso più di 600.000 miglia, venne rinnovata e riportata al suo originale splendore, riprese così le sue signorili crociere attraverso l'Oceano Atlantico per altri due decenni fino al suo ultimo viaggio nell' autunno del 1967 a Long Beach, in California, concludendo orgogliosamente la sua millesima traversata. Oggi la Queen Mary è un museo galleggiante, un ristorante ed un hotel di lusso ormeggiata nel porto di Long Beach e abitata da una numerosa popolazione ultraterrena, pare infatti sia uno dei luoghi più infestati del mondo. Furono almeno una cinquantina le morti accertate su questa nave nel corso degli anni, per non dimenticare che fu teatro degli orrori della guerra e silenziosa spettatrice dei suoi terribili decessi. La concentrazione maggiore di presenze, si ha nella sala macchine del transatlantico, dove si verificarono diversi incidenti mortali. Nelle due piscine di prima e di seconda classe, chiuse da più di trent'anni, sono state avvistate donne in costume da bagno in stile anni '30, vagare senza meta o suoni di passi bagnati intorno, dame e uomini in abito da sera nelle sale da pranzo e da ballo, bimbe, grida e risate, odori dal passato, sbalzi di temperatura e luci impazzite nel cuore della notte...vite che furono, infinite e devote a quel prodigio che fu la Queen Mary.
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complimenti...articolo stupendo!

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