Sentenza Tribunale Verona su Bitcoin

in #ita7 years ago

La Seconda Sezione Civile del Tribunale di Verona ha emesso la sentenza n. 195 del 24 gennaio 2017 con la quale per prima in Italia risponde ad un quesito in merito a cryptomonete.
Nel caso in esame venivano trasferite somme da persona fisica a società di informatica con l'obiettivo di costituire una base finanziaria utile per un'operazione di crowdfunding.
Tale base finanziaria, che doveva tramutarsi in un portafoglio virtuale in Bitcoin, non è stato mai creato dalla società che aveva ricevuto i fondi., per cui la parte danneggiata per ricevere indietro quanto versato è stata costretta ad intentare causa.
Il giudice del tribunale ha emesso sentenza sulla base di due fonti normative.
La prima è la risoluzione 72/E dell'agenzia delle entrate. La seconda è la sentenza della Corte di Giustizia dell'unione Europea, causa C-264/14.
In base a tali fonti normative il giudice di primo grado ha stabilito che:
«Per quanto qui interessa, tanto la CGUE quanto l'Agenzia delle Entrate italiana definiscono operazioni in questione (ciò è a dire "cambio di valuta tradizionale contro unità della valuta virtuale Bitcoin e viceversa, effettuate a fronte del pagamento di una somma corrispondente al margine costituito dalla differenza tra il prezzo di acquisto delle valute e quello di vendita praticato dall'operatore ai propri clienti") come "prestazioni di servizio a titolo oneroso" (sub specie di "intermediazioni nell'acquisto e vendita di Bitcoin"), che – in quanto "...relative a divise, banconote e monete con valore liberatorio" – sono riconducibili all'art. 135, paragrafo I, lettera e), della Direttiva 2006/112/CE, onde poi trarne l'inclusione nelle prestazioni esenti ex art. 10, comma primo, n. 3), DPR n. 633/1972 (non assoggettabilità ad IVA e, per converso, assoggettabilità ad IRES ed IRAP dei margini di profitto generati)».

Nonostante questa pronuncia, la Banca Centrale Europea continua a non considerare le cryptovalute come una vera forma di moneta così come definita nella letteratura economica ("Virtual currency schemes – a further analysis", 2015, p. 4).

Ance l'Unità di Informazione Finanziaria (UIF) presso la Banca d'Italia tiene alta la guardia nei confronti delle monete virtuali.

Quindi si profila un orizzonte piuttosto confuso ed oscuro. Da un lato le corti europee ed italiane danno rilievo al fenomeno delle cryptomonete. Viceversa banche, istituzioni e stati si rifiutano di riconoscerle, in quanto lesive dei propri interessi e delle proprie posizioni dominanti.

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