La Clowterapia, riconoscimento ufficiale

in #ita7 years ago

Ho voluto scrivere di questo argomento in quanto ieri sono andato a trovare un nipotino ricoverato per una brutta bronchite all'ospedale Policlinico Umberto Primo di Roma.
Mentre cercavo di distrarlo le camere sono state invase da giovani vestiti da medici/clown.
E' stato un bellissimo momenti per tutti, adulti e bambini. E oggi ve ne voglio parlare.

NASCITA DELLA CLOWNTERAPIA

Molti di voi avranno visto Patch Adams.
Il famoso medico è riconosciuto come il creatore di questa terapia, che abbina alla medicina il potere del sorriso.
In realtà non fu il primo, ma è colui che ha provveduto a diffonderla così capillarmente.
L'importanza di tale terapia è ormai riconosciuta a tutti gli effetti, ed il motivo è semplice.
Studi scientifici hanno provato che ridere stimola la produzione di beta-endorfine e cortisolo, un ormone che regola la risposta allo stress e che regolano la risposta umorale delle persone. Tramite la risata si riesce a stimolare l'organismo il quale aumenta le difese immunitarie e migliora la sua risposta alle cure.

RICONOSCIMENTO UFFICIALE

La buona notizia è che l'Italia ha anche'essa riconosciuto la forza di questo metodo curativo.
Più dettagliatamente è stata la Puglia che con la Legge Regionale n.60 del 20 dicembre 2017, ha disciplinato per prima in Italia la clownterapia.
La norma che è entrata in vigore proprio in questi giorni, ha permesso lo stanziamento di €120.000,00 per il primo anno di applicazione, e cifre simili in base al bilancio della regione stessa.

Una caratteristica fondamentale per fare il cosidetto "clown di corsia" sarà non la laurea ottenuta, bensì la formazione professionale conseguita. La legge prevede infatti che venga redatto un apposito Regolamento in cui verranno definiti i criteri e le modalità di svolgimento dei corsi formativi che potranno essere svolti sia dalla regione che da associazioni di volontariato, come già avviene.
Lo stesso Regolamento dovrà prevedere l'ammontare del numero delle ore da frequentare, i requisiti di accesso, e i crediti formativi maturabili mediante tale attività di volontariato.

Ad oggi è possibile quindi diventare un "clown di corsia" anche senza una laurea in medicina.
Quello che si richiede è solo una grande voglia di fare del bene ai più piccoli e sfortunati.

Un piccolo pensiero a margine della questione: avendo visto le corsie dei reparti di geriatria spero che un giorno si riesca a far di ridere anche i vecchietti in qualche modo. Spesso le corsie di geriatria sono grigie e molto tristi. Chissà che un giorno si trovi il modo di strappare un sorriso anche a loro.

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