Pied Piper e la nuova internet: tra vantaggi e problemi etici

in #ita6 years ago

Da bravo appassionato di serie televisive e tecnologia, lo show targato HBO chiamato "Silicon Valley" non poteva mancare nella lista di quelle seguite, ed è quello che ha ispirato le seguenti riflessioni.


Immagine catturata dalla sigla della serie TV "Silicon Valley".

Senza fare troppi spoiler, "Silicon Valley" racconta di un gruppo di nerd sfigati (ma perché devono essere dipinti sempre così? mah!) che avviano una loro startup chiamata "Pied Piper" (il pifferaio magico). L'azienda riscuote un grande successo inizialmente per l'invenzione di un potente algoritmo di compressione dei dati, che consente alla aziende che si occupano di data storage di risparmiare miliardi di dollari. Il potente algoritmo, viene successivamente utilizzato su una rete decentralizzata, per massimizzarne velocità e sicurezza.

È interessante come queste puntate della serie siano andate in onda prima del boom del bitcoin dell'agosto 2017, quando blockchain, decentralizzazione e crypto non erano ancora sulla bocca di tutti.

La serie continua e nelle puntate più recenti, si aggiunge un altro obiettivo: creare un nuovo internet, totalmente gratuito e decentralizzato.

Il nuovo internet

Il concetto di base è fantasioso come può esserlo stata la blockchain 20 anni fa. In questo periodo di sente tantissimo parlare di google, facebook, twitter e tanti altre grosse aziende che hanno una miriade di dati su di noi: chi siamo, dove abitiamo, con chi parliamo, cosa ci piace, dove stiamo andando e la lista continua. Seppur questi dati non vengono raccolti per fini malevoli da queste grosse compagnie, questo non esclude la possibilità che gli acquirenti di questi dati o criminali informatici, possano usarli per scopi illegali. Proprio questa mattina sentivo in radio che si consiglia di cancellare alcuni dati sensibili da facebook, come la data di nascita, per il rischio che malintenzionati recuperino in qualche modo i dati del nostro conto corrente e simili; o ancora, di evitare di dire quando si va in vacanza sui social perché la legge non tutela chi viene rapinato dopo aver detto di non essere a casa per un determinato periodo "pubblicamente" (questa mi è nuova).

Il punto cruciale è che i nostri dati personali sono ovunque sulla rete, non solo su facebook. Riesco a rintracciare facilmente dove vivo ed il mio numero di telefono tramite qualche ricerca su google, basta solo saperci un po' fare.

L'idea di un internet decentralizzato, almeno nella visione della Pied Piper, mira esattamente a questo: evitare che le informazioni possano essere rese accessibili a tutti anche quando si è contrari alla loro diffusione. Un nuovo internet porterebbe al collasso tante grosse aziende, che fanno della raccolta informazione sui loro utenti il punto di forza. Pensate a quante aziende di qualsiasi prodotto, si rivolgono a google per far visualizzare le loro pubblicità alle persone - o meglio, ai profili di persone - che più facilmente acquisterebbero i loro prodotti.

Se tutti i nostri computer, tutti i cellulari, fossero essi stesso una porzione di internet, si raggiungerebbe l'agognato traguardo di una rete accessibile a tutti e gratuitamente, che era forse l'idea iniziale di internet, pensata inizialmente per scopi militari, poi come strumento di condivisione tra università. In teoria, internet è effettivamente un rete decentralizzata che non è controllata da nessuno. In pratica, non è così.



Amazon controlla una grossa fetta dell'internet grazie ai suoi servizi di storage. CC0

Grosse compagnie controllano o mediano il traffico di internet, compagnie come Google o Facebook. Inoltre, Amazon possiede un servizio di storage tra i più grandi al mondo (Amazon S3), su cui sono conservati un'ampia fetta di tutti i dati presenti su internet, tanto che quando questi server sono andati down brevemente ad inizio anno, anche internet ha fatto la stessa fine. Inoltre, ci sono da considerare i giganti delle telecomunicazioni, che posso bloccare l'accesso ad internet o a particolari aree di questo, in qualsiasi momento.

Ma quanto nel progetto di Pied Piper è reale?

Realtà vs finzione (o futuro?)

Attualmente, ci sono piccoli esempi di una rete decentralizzata, che in un futuro, forse, permetteranno una rivoluzione nella rete. La prima problematica da affrontare è: dove conservare i dati in maniera sicura, veloce e decentralizzata?
Ci sono diversi progetti nella realtà che già fanno qualcosa di simile: come Storj e Sia. Entrambe sono servizi di storage basati su blockchain, dove l'utente mette a disposizione la propria capacità di archiviazione che non usa agli utenti, e viene pagato per questo. Il servizio offre sicurezza, perché i dati sono frammentati e crittografati, velocità, perché ogni nodo è in grado di ricostruire il file intero in frazioni di secondo, ma sopratutto, abbatte i costi.


Logo della compagnia Storj.io. CC BY SA 4.0

Per quanto riguarda internet decentralizzato, l'esperimento più vicino è IPSF (Interplanetary File System): senza entrare troppo nello specifico, questo protocollo permette ai web browser di conservare una copia dei siti che si visitano, in modo che quando questi vadano offline per qualche motivo, sia sempre disponibile una copia per gli altri utenti da visualizzare. Il tutto è ovviamente crittografato, quindi i malintenzionati non possono sapere che sito guardi e cosa il tuo web browser conserva.

Le tecnologie illustrate fin'ora, fanno comunque uso, in fase iniziale, dell'internet attuale. Ma esiste veramente la possibilità di creare un nuovo internet da zero?

Questo è l'esperimento che si è fatto in alcuni paesi, connettendo tra di loro cellulari tramite wifi o bluetooth, creando una piccola rete di messaggistica per emergenze, come nel caso di Firechat. Seppur l'idea sembri funzionare, purtroppo i cellulari non hanno una capacità energetica sufficiente a tollerare il lavoro da "server" per lungo tempo.

Tanti vantaggi, ma...

Immaginate un servizio di storage o una rete internet tipo IPSF, dove l'utente conserva fondamentalmente una serie di dati crittografati. La privacy e la sicurezza delle informazioni sono al massimo, quello che tuttavia sfugge è il controllo sul male. E se i dati conservati non fossero altro che pedopornografia? Non potremmo mai saperlo, e senza volerlo contribuiremmo a qualcosa di estremamente illecito e amorale. E cosa succederebbe se qualcuno volesse eliminare del contenuto dal web? Anche questo, risulterebbe impossibile da fare data la rete decentralizzata e distribuita.


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La domanda sorge spontanea a questo punto: ci occorre davvero tutta questa libertà di cui si parla ultimamente su internet?

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evitare di dire quando si va in vacanza sui social perché la legge non tutela chi viene rapinato dopo aver detto di non essere a casa per un determinato periodo "pubblicamente" (questa mi è nuova).

Non puo' essere che una bufala.

Immaginate un servizio di storage o una rete internet tipo IPSF, dove l'utente conserva fondamentalmente una serie di dati crittografati. La privacy e la sicurezza delle informazioni sono al massimo, quello che tuttavia sfugge è il controllo sul male. E se i dati conservati non fossero altro che pedopornografia? Non potremmo mai saperlo, e senza volerlo contribuiremmo a qualcosa di estremamente illecito e amorale.

Io lo considererei un effetto collaterale per qualcosa che porta molti piu' pro che contro.

E cosa succederebbe se qualcuno volesse eliminare del contenuto dal web? Anche questo, risulterebbe impossibile da fare data la rete decentralizzata e distribuita.

Dipende da costruisci la rete. Se usi una blockchain "classica" per i dati (come Steemit) hai ragione, ma un database distribuito e crittografato non e' detto che sia immutabile.

Il concetto alla base della suggestiva idea delle ultime stagioni di Silicon Valley e' che i dati personali devono rimanere di nostra proprieta', quindi non memorizzati su server di proprieta' altrui, che, a parte le leggi nazionali o europee, implicano controllo totale dei tuoi dati da parte di altri. Almeno, io l'ho capita cosi'.

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