Succulents plants: Come effettuo un Rinvaso pt 2

in #ita5 years ago (edited)

Nell'articolo precedente, avevamo lasciato le piante con le radici all'aria per rimarginare le ferite, adesso è giunto il momento di interrarle.
Come dicevo, scelgo i vasi da utilizzare in base al tipo di apparato radicale e al portamento della pianta.
Rigurado i vasi Inoltre, c'è anche il dilemma se scegliere quelli in plastica o di coccio, quale conviene?
I vasi in coccio (esteticamente più belli) presentano una struttura porosa dando ai peli radicali un buonissimo appiglio, tanto da dover rompere il vaso il più delle volte durante l'estrazione. La stessa struttura aiuta inoltre a far traspirare l'acqua più velocemente, facendo annidare però col tempo, accumuli di calcio. C'è da dire inoltre che il vaso in coccio è pesante e può rompersi durante i spostamenti.
I vasi in plastica sono dunque più leggeri e versatili, traspirano meno e sono disponibili in varie forme.
Il coccio lo consiglio per chi si vuole tenere qualche pianta in giardino e per esemplari più adulti che non necessitano di rinvasi frequenti, i vasi in plastica sono molto più adatti ad una coltivazione, per i primi anni di sviluppo e soprattutto se non si ha molto tempo a disposizione per innaffiare le piante (come detto i vasi in plastica fanno asciugare il terriccio più lentamente rispetto il coccio)

Scelto il vaso, bisogna comporre il substrato adatto al tipo di pianta.
Non mi sento ancora pronto per poter dire la mia su questo argomento, in quanto ogni materiale ha le proprie caratteristiche fisico/chimiche ed ogni pianta le proprie esigenze, ed io, non essendo un grande esperto ma soltanto un piccolo appassionato e per il momento studioso, mi limito a dirvi quali sono le caratteristi essenziali per un substrato adattabile alla maggior parte delle piante grasse.
In natura, i terreni dove sono locate sono spesso argillosi e drenanti, habitat caratterizzati da violenti acquazzoni (durante i quali le piante immagazzinano acqua) e lunghi periodi di siccità. Per riprodurre questo, si possono usare materiali "inerti", che assicurano un ottimo drenaggio dell'acqua e allo stesso momento riescono anche a trattenerla per rilasciarla piano piano dando il tempo necessario alla pianta per assorbirla.
I materiali che mi è capitato di usare e che si possono trovare in commercio abbastanza facilmente sono: ghiaino, sabbia di fiume, lapillo vulcanico, pomice, perlite.
Sono materiali che rilasciano pochissimi microelementi e che cosi da soli non basterebbero a soddisfare le esigenze nutrizionali della pianta, dobbiamo dunque aggiungere delle sostanza organica in minor parte come ad esempio torba bionda, terra di campo, del buon terriccio universale e ancora di più in minor parte dell'humus o cornunghia.

Da sinistra a destra: Torba bionda, cornunghia, sabbia di fiume, lapillo.

Effettuato il rinvaso, predispongo nella zona del colletto (tra radice e fusto) del lapillo, che a mio parere superficialmente asciuga molto bene a differenza se usato nella composta ed evita marciumi, spesso critici in questa zona. In alterntiva, possiamo usare quarzite, ghiaino e marna come pacciamatura.
La pacciamatura oltre che al fatto estetico, evita di far fuoriuscire il terriccio durante le innaffiature, rallenta la crescita di infestanti e aiuta a mantenere una certa temperatura al terreno.

A questo punto il rinvaso è finito e le piante sono pronte, ma non per bere! Questo per due motivi: sia perché possono essersi create ulteriori ferite e sia perché l'apparato radicale deve ancora svegliarsi e predisporre i nuovi pili radicali, adibiti per l'assorbimento dell'acqua. Per questo motivo, innaffiature e concimazioni dirette sarebbero inutili, provocherebbero soltanto danni.
Usando una composta leggermente umida(per favorire lo sviluppo dei peli), innaffio le piante dopo circa 7/10 giorni il travaso.
Gradualmente inizieremo a intensificare le innaffiature seguendo di pari passo le temperature, riabituando i tessuti a reidratarsi e svegliarsi.
Durante questa fase è bene porre le piante al riparo dai raggi diretti del sole.

Echinocereus rigidissimus v. rubispinus

Mammillaria matudae con portamento prostrato su vaso in coccio

Finalmente con le belle giornate si inizia gia a intravedere qualche fiore, speriamo di vederne delle belle, come sempre buona serata e buona coltivazione!

P.s più tardi vi mostro il mio primo fiore di pinguicula (pianta carnivora) che si sta per aprire, gran soddisfazione! =)

Tutte le foto sono di mia proprietà

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