Ucronìa - Il mio muro di Berlino

in #ita6 years ago

Berlino 9 novembre 1999

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Pixabay – CC0 Creative Commons

Cristina era da poco diventata nonna e con gioia teneva tra le braccia il piccolo Dario, uno splendido bambino di appena tre mesi.
Suo figlio, Ilario, aveva lasciato l’Italia dopo la laurea e adesso lavorava in una grossa multinazionale tedesca. Ilario aveva chiesto alla madre di andare da loro ad aiutare la moglie Tania a badare al piccolo, purtroppo entrambi i neo genitori erano stati obbligati dal millenium bug a lavorare il doppio delle consuete ore. Nemmeno la neo mamma era riuscita a godersi il riposo, tutti sembravano matti per quegli ultimi due mesi del millennio, tutti temevano la catastrofe.

Adagiò nel lettino il nipotino che dormiva e uscì sulla terrazza a fumare una sigaretta. L’occhio cadde automaticamente là, in quel luogo dove si trovava il muro simbolo della divisione della vecchia Germania. Erano passati già dieci anni, ma sembravano secoli.

Ricordava ancora quando, ragazzina, era in gita a Berlino con alcuni compagni di scuola o meglio, ex compagni perché erano reduci dalla maturità e volevano festeggiarla con un viaggio. Che sorpresa la mattina svegliarsi e trovare un blocco che divideva l’albergo dal treno fissato per il ritorno a casa. Quanti pianti e disperazioni prima di riuscire a trovare qualcuno che parlasse italiano e aiutasse quei giovani a tornare a casa. Mentre spengeva il mozzicone di sigaretta rideva ricordando quel giorno.

Se ricordare la costruzione le metteva allegria, invece la caduta la rattristava. Non era caduto solo il muro quel giorno di dieci anni prima, ma anche Valerio il suo compagno… la sua metà della mela. Valerio si era arreso alla sua malattia proprio mentre il muro cadeva, come se entrambi avessero trovato un accordo per terminare il loro scopo su questo mondo. Mentre fissava il piccolo che dormiva pensava…. Ma se il muro fosse rimasto al suo posto, Valerio sarebbe ancora qui con noi? Si godrebbe questo piccolino che gli somiglia tanto? Perché qualcosa che unito era così perfetto era obbligato a dividersi, mentre il simbolo per eccellenza della divisione crollava per unire?

La sua mente prese a correre e si immaginò in quella stessa casa a Berlino Ovest insieme al marito che era guarito da quella brutta malattia. Il figlio che lavorava a due passi da lì mentre la moglie Tania lavorava all’ambasciata. Sorridevano e abbracciati guardavano fuori dalla finestra… fissavano un enorme muro che divideva in due una città. Il muro non era crollato, la Germania era divisa e l’Europa e l’euro non esistevano. A parte le rughe sul volto di Cristina e la presenza di Dario tutto era rimasto come 10 anni prima.

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Pixabay – CC0 Creative Commons

Un pianto e tutto tornò alla normalità, il muro e Valerio erano scomparsi, ma adesso sorrideva perché sapeva che nel suo cuore il muro di Berlino non sarebbe mai caduto.

Ho provato a partecipare al contest di @ilnegro ma non so se ho capito bene quello che dovevo fare, ma ci ho provato. Accetto critiche e soprattutto… nomi fatti ecc ecc sono di pura fantasia e niente è reale tranne il muro di Berlino.

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Che bel racconto, brava!!

Grazie ^_^
Spero di non essere andata fuori tema ;)

Davvero un bel racconto. :o)))

Un po' fuori tema però

No importa. L'importante è scrivere! :o))))

Complimenti per il racconto, seppur breve, denso di emozioni brava.

Grazie mille. Purtroppo non ho la concentrazione per fare racconti lunghi...

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