Flash City Impressions - Venice & New York (In Italian)

Venezia (1989)

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Arrivando a Venezia di notte, in treno, d’inverno, la transizione dalla realtà’ al mondo di Moebius e’ sufficientemente graduale da essere convincente.
Passata Mestre, quando cominci a vedere i primi acquitrini, il treno rallenta e il tempo sembra rallentare di pari passo.

Sempre meno luci, mentre questi buffi pali imbalsamati piantati nella laguna ti salutano come se fossero le sentinelle di un paese immaginario, dove il treno può volare silenziosamente sopra un utero pieno di acqua nera.

Nemmeno la stazione di Santa Lucia riesce a riportarti alla realtà. Il tuo cervello ha già deciso che i primi umani visti a Venezia sono personaggi della tua storia che comincia.
Meglio andare a dormire.

Strano svegliarsi coi piedi nella nebbia.

La mattina apri la finestra e c’è questa moquette che ti nasconde i canali. Contribuisce alla sensazione di essersi svegliati sulla Luna, o su qualche esotico satellite di Giove. Piano piano, cominci a vedere gente, udire qualche rassicurante rumore tecnologico, e verso mezzogiorno ti senti di nuovo un terrestre.

La sera però la nebbia torna, e ti convince che durante il giorno avevi sognato una realtà convenzionale, mentre la notte la vera realtà (magica) si rivela...

Venezia: i turisti, i canali, le maschere....e i tramezzini.
Già, i tramezzini. Uno dei pochi segreti di Venezia ancora non rivelati sul Web o nelle guide turistiche americane.

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Nella zona di Castello, verso l’isola di Sant'Elena, fanno dei tramezzini incredibili, che sembrano voler esplodere talmente sono pieni di frutti di mare e altre squisitezze.

New York (1990)

New York a piccole dosi e’ euforizzante. Alla lunga, ti brucia il cervello.

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New York è l’unica città al mondo in cui alla prima visita tutti provano un senso di déjà vu. Non ci vuole molto a capire perché: il merito (?) è del bombardamento televisivo a cui tutti siamo stati sottoposti fin dalla più tenera età. Tutta la panoplia dei suoi rumori tecnologici, dalle sirene della polizia alla buffa tonalità del clacson dei taxi, ci è stata instillata nelle vene da anni e anni di telefilm polizieschi.

E che dire delle nuvolette bianche che si levano dai tombini la notte? L’hai visto anche tu quel film…?

Per capire New York bisogna camminare. Tutti camminano nello stesso modo: passo molto svelto, sguardo fisso, l’aria di colui che sa dove va e ha fretta di arrivare. L’antitesi della “passeggiata”, concetto mediterraneo che è tollerabile (addirittura ostentabile) solo in zone chic ben delimitate della città.

Cammina, cammina, arrivi sempre alla fine dell’isolato. Sai che dietro l’angolo ci può essere un cambiamento di scenografia, o una creatura ostile. Motivo di più per confondere la realtà con un gioco di ruoli, in cui i mostri ti attendono nei luoghi più inattesi e la tua vita è legata a un tiro di dadi.

Per un breve periodo, se sei giovane, sano e con carta di credito, puoi cedere all'idiota dentro di te e cercare di reagire agli stimoli esterni come se fossi Indiana Jones.

NOSTALGIA

A New York mi e’ capitato di sognare la notte il rumore dell'autobus di Roma, e ho visto trentenni di belle speranze piangere ascoltando quelle canzoni di Modugno che, a casa loro, schiferebbero.