Teoria del SPAA - Parte 6.
Nell'ultimo post ho descritto un esperimento non facile da comprendere, anche le conseguenze dell'esperimento non sono molto facili da capire, sfrutto quindi questo post per fare nuovamente chiarezza su quanto scritto l'ultima volta.
Qua le parti già scritte:
https://steemit.com/ita/@charlesx/teoria-del-spaa-parti-4-e-5
L'idea dell'esperimento parte da John Archibald Wheeler, fisico americano dalla grande fama. Uno dei suoi detti più famosi è "it from bit" che in poche parole significa la realtà dall'informazione o anche l'oggetto dal bit (che misura la "quantità" di informazione).
In pratica l'idea di Wheeler era che vivessimo in una realtà virtuale, dove sia le componenti della luce (fotoni) sia quelle della materia non erano in realtà oggetti materiali realmente esistenti ma piuttosto informazioni che vengono generate da un computer e inviate quando richieste.
Da qui l'interpretazione dell'ultimo esperimento dove la particella non segue un percorso e si comporta in un certo modo a seconda di cosa incontra: ma piuttosto fornisce un certo dato, a prescindere da come è impostato il percorso prima che questa vi entri o mentre si trova al suo interno.
Fino a diversi decenni fa non avevamo nemmeno i concetti necessari a descrivere una cosa del genere, sia quello di computer che di simulatore virtuale ancora non esistevano. Questo non toglie che in buona parte delle religioni e delle filosofie ci si riferisce alla realtà come un "sogno" o come qualcosa che è divisa dal "divino" e via dicendo. Termini molto generali e che sicuramente lasciano spazio a tantissime interpretazioni, di certo non abbastanza per prendere in seria considerazione la possibilità di vivere in una realtà simulata.
Da tenere bene a mente una cosa fondamentale.
La sola idea che siamo circondati da informazioni e non da materia mette in discussione gran parte della fisica studiata fino ad oggi, non credo che la invalidi del tutto (gran parte delle cose scoperte e sperimentate funzionano), semplicemente una buona parte diventerebbe lo studio delle funzioni e del funzionamento del mondo che percepiamo, ma da un punto di vista totalmente diverso e non materialista.
Mi rendo conto che i concetti e gli esperimenti citati non sono di facile comprensione per tutti, quindi ho incentrato questo post più sulla spiegazione in parole semplici, come scritto nell'ultimo post resto comunque aperto a commenti e domande anche in privato.
Dunque per cosa sta SPAA?
Simulatore Probabilistico Auto Adattivo
Questa sarà la visione che ho io di questo presunto simulatore nel quale potrebbero svolgersi le vite dei nostri personaggi, un programma che gira su una macchina e che ci invia tutte le informazioni che riceviamo, un po' alla Matrix per chi ha visto il film.
Torniamo invece sul discorso centrale, le misurazioni che effettuiamo (secondo le idee esposte) non sarebbero altro che richieste di informazioni, queste ci vengono fornite nel momento in cui siamo in grado di osservarle (o quando possediamo macchine in grado di ricevere informazioni che noi umani siamo o non siamo in grado di cogliere).
Questo potrebbe tradursi nel fatto che finché una certa informazione non è richiesta questa non viene nemmeno generata dal sistema. In questo modo qualsiasi informazione noi percepiamo, o qualsiasi informazione viene percepita da sistemi che costruiamo, potrebbe benissimo "non esistere" fin quando non viene richiesta.
Nel prossimo post spiegherò più in dettaglio il SPAA!
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