[Recensione libro] Il Sergente nella Neve - Mario Rigoni Stern.

in #ita7 years ago (edited)

Neve, fame, nemici, solitudine....siamo nel 1943.

Uno dei grandi scrittori italiani mette nero su bianco la sua esperienza che lo ha tormentato di più: la ritirata dalla Russia durante la seconda guerra mondiale, ne uscirà il suo lavoro più famoso e più gettonato.

Il libro comincia introducendo i commilitoni di compagnia, coloro che diventano come fratelli, coloro sui quali si fa affidamento con la propria vita e che fanno affidamento a loro volta sull'autore per la propria. In questa introduzione si vive una situazione di stallo. Gli italiani sono sul fronte a poca distanza dai russi, il loro compito è quello di difendere la posizione e non farsi aggirare così da coprire i tedeschi e le altre armate impegnate negli attacchi decisivi, non si va avanti come si pensava.

Sembra quasi di stare là con Rigoni a camminare per il vicino villaggio abbandonato, a sentire le voci dei compagni in dialetto, sentire la tensione dei botta e risposta scambiati coi russi dall'altro lato del fronte. La vita è come un rintocco di campane in quel frangente, dopo poche pagine ci sono già le prime vittime; Rigoni descrive in modo completo e razionale il comportamento dei suoi compagni, li legge come se fossero dei libri essi stessi.

I russi si gettano a capofitto contro le linee italiane, queste reggono agli assalti fino allo stremo delle forze, finchè la notizia di una possibile ritirata getta nello sconforto gli alpini, i quali sanno cosa vuol dire dover ritirarsi con i russi alle spalle che rompono il fronte in più direzioni.


Fonte: Wikipedia
Mario Rigoni Stern dietro la sua scrivania alla Mondadori, Milano, 1958.


Sappiamo bene tutti come va la storia, ed è quando inizia la ritirata che la disperazione più nera colpisce l'autore. Non è solo un cammino infinito nella neve tra ufficiali deliranti che hanno perso la ragione, tra compagni che si abbandonano sulla neve per non rialzarsi più, è anche una battaglia continua con i russi che sono determinati a non far tornare in patria le forze nemiche.

Così come toccherà ai tedeschi a Stalingrado, anche gli italiani insieme alle forze dell'asse si trovano accerchiati dai russi e sono forzati a combattere per aprirsi una via di fuga. Più volte bisogna assaltare villaggi sulla via del ritorno che sono tornati in mano all'armata rossa, si perdono uomini, si usano munizioni a mai finire e si affonda tra neve e sangue.

La devastazione nei volti e nelle colonne di sbandati entra nella testa e nel cuore di Rigoni, che costantemente braccato dalle pallottole nemiche perde compagni, perde quasi la sua umanità finchè non si trova da solo a marciare. Tra una mezza preghiera, un pasto di fortuna e qualche ora di sonno in qualche isba di passaggio, la speranza è quella di passare la linea del nuovo fronte per salvarsi dalla prigionia e dalla morte.


Non è facile da leggere, più volte ci si sente là accanto a uomini, donne, vecchi, animali. Più volte viene voglia di chiudere un attimo il libro, rendendosi conto di quello che le generazioni passate hanno vissuto, nemmeno lontanamente paragonabile all'agio e alla vita odierna, dove la guerra ci sembra così lontana da noi. Una testimonianza talmente ben scritta e minuziosa da non avere prezzo.

Sicuramente uno dei più belli che io abbia mai avuto il piacere di leggere, consigliato.


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L'ho letto ai tempi della scuola e ancora oggi ne corservo il ricordo. Forse non proprio una lettura per ragazzi, che pensano a tutt'altro, ma una lettura che mi colpì molto.

Sono contento che il libro ti è piaciuto, ti lascio anche questa intervista che mi è piaciuta particolarmente.

Bellissima...

"perchè non c'è maggiore soddisfazione di un lavoro ben fatto..... un lavoro ben fatto, qualsiasi lavoro, fatto dall'uomo che non si prefigge solo il guadagno ma anche un arricchimento"

.... in un certo senso sfiora il contenuto di una certa conversazione... ;-)

Pagine molto dolorose e profonde, ricche di tanti episodi di una cruda bellezza, ottima presentazione da parte tua, caro @charlesx, vedo con piacere che hai ritrovato una certa frequenza scrittoria, avanti tutta!!

Grazie caro! faccio sempre del mio meglio, spero di aver ispirato chi ancora non ha letto il libro a farlo :)

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