Salviamo il Dahu

in #ita6 years ago

Dahu (pron. Daù)

(Dahucapra rupidahu - Champlas du Col, 1855)

Se vi è capitato di andare in montagna, dai Pirenei alle Alpi, dagli Appennini agli Urali (o, come disse uno più bravo di me, "dalle Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno), molto probabilmente avrete già sentito parlare di un famoso animale, purtroppo quasi estinto: il Dahu, appartenente alla famiglia dei caprini.

In molti sostengono di averlo incontrato, ma la leggenda narra che solo i puri di cuore possono avvicinarlo. A volte, tuttavia, la gente lo avvista senza accorgersi della sua rarità, confondendolo con caprioli o camosci, di cui è molto somigliante, soprattutto se osservati da lontano.

La caratteristica principale di questi animali montani è quella di avere gli arti asimmetrici, vale a dire che due zampe sono più corte delle altre due, adattamento evolutivo di migliaia di anni che permette loro di avere la massima stabilità lungo i pendii scoscesi. Per contro, però, il Dahu è costretto a muoversi lungo la montagna sempre nello stesso verso, per tutta la vita!
Dahu_by_Philippe_Semeria.jpg
Image by By Philippe Semeria - www.philippe-semeria.com, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=5770655

Ci sono quindi almeno 4 tipi di Dahu:
il Dahu Levogyrus, ha le zampe DESTRE più lunghe delle sinistre, quindi può spostarsi lungo la montagna unicamente in senso antiorario;
il Dahu Dextrogyrus, al contrario, avendo le zampe SINISTRE più lunghe, può camminare sui pendii che girano verso destra, quindi in senso orario.
l'Ante Dahu ha le zampe POSTERIORI più corte delle anteriori, permettendo quindi all’animale di mantenere l’equilibrio in discesa
ilTergo Dahu, al contrario, ha le zampe ANTERIORI più corte, permettendo l’equilibrio in salita

Fin dall’antichità i Dahu sono raffigurati e chiaramente riconoscibili nelle immagini che sono arrivate fino ai giorni nostri:

Una famosa pittura rupestre datata intorno al 3500 a.C., rinvenuta nel Nord Europa, raffigura una inequivocabile scena di caccia al Dahu, in particolare del tipo “Tergo Dahu”, con le zampe anteriori più corte:
Scena_di_caccia_al_cervo_-_Seradina_R_12_-_Capo_di_Ponte_(Foto_Luca_Giarelli).jpg
Pittura rupestre By Luca Giarelli (Own work) [CC BY-SA 3.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)], via Wikimedia Commons

Anche nell’antico Egitto il Dahu era presente, spesso al fianco dei Faraoni, come per proteggerli. Studiosi ottusi non si sono mai accorti del fatto che questi animali fossero Dahu, pensando invece di avere a che fare con semplici cani seduti!
egyptian-2936905_1920.jpg
https://pixabay.com/it/egiziano-antica-egitto-faraone-2936905/
CC0 Creative Commons Libera per usi commerciali Attribuzione non richiesta

Quando Annibale passò sulle Alpi con il suo esercito di elefanti, sono numerose le testimonianze dei contandini del posto che giurano di aver visto gli elefanti dotati di apposite protesi per allungare le zampe “a valle” ed evitare così il ribaltamento dei carichi e degli uomini che li stavano cavalcando, invenzione chiaramente ispirata alla conformazione fisica del Dahu.

Diane_de_Versailles_Leochares.jpg
Diana cacciatrice
Di Copy of Leochares (?) - Marie-Lan Nguyen (gennaio 2005), Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=38932

Anche la Dea Diana, o Artemide, dea della caccia, è raffigurata in una statua al Louvre di Parigi, con un chiaro esemplare di Dahu al suo fianco, il quale viene quindi associato direttamente alla caccia, probabilmente con intento dispregiativo!

Infatti, il Dahu è, fin dall’antichità, la preda più facile, banale e meno pericolosa da cacciare, perfino dai bambini più piccoli, il che ha fatto sì che si sia arrivati oramai alle soglie della sua estinzione!

I metodi di caccia più diffusi consistono in stratagemmi per far girare l’animale su sé stesso, così da farlo ritrovare con le zampe al contrario e farlo ruzzolare rovinosamente lungo la montagna.
Le due strategie più utilizzate, soprattutto in Alta Savoia, nelle Alpi Occidentali ed in Val d'Aosta, sono:
1- Piazzarsi a monte del sentiero e, quando l’animale passa, far cadere una manciata di sale grosso dietro di loro, di cui essi sono ghiotti! Girandosi su se stessi per tornare indietro, accecati dal desiderio di mangiare il sale, si dimenticano della loro conformazione fisica e precipitano a valle (da qui il famoso detto: “La fame è cattiva consigliera”).

2- Mentre il Dahu è intento a pascolare, avvicinarsi frontalmente di soppiatto e, quando si è sufficientemente vicini, urlare “UH! DAHU!”, gesticolando e saltellando. Egli, spaventato, si gira di colpo per scappare ma, dimenticandosi della propria conformazione fisica, precipita a valle (da qui il famoso detto: “La paura fa più male dello stesso pericolo”).

Un altro fattore che ha contribuito alla quasi-estinzione di questa specie, è attribuibile alla loro evidente difficoltà di riproduzione!
Infatti, un Dahu maschio di tipo levogiro potrà accoppiarsi esclusivamente con una femmina dello stesso tipo, così come un Dahu destrogiro non riuscirà mai ad accoppiarsi con una femmina levogira, dal momento che, trovandosi faccia a faccia, al massimo potrebbero darsi delle affettuose testate!
Fino a qualche decennio fa, la difficoltà di riproduzione del Dahu veniva parzialmente limitata grazie a volenterosi alpinisti, o montanari in genere, che si dedicavano alla trasmissione orale tra i vari esemplari, contribuendo anche alla mescolanza delle diverse specie.
Purtroppo, i cambiamenti sociali e culturali hanno intaccato questa usanza, contribuendo quindi all’estinzione sempre più vicina del Dahu.

Pur essendo mammiferi, i Dahu depongono le uova, da cui escono i cuccioli.
Ma, se per qualche scherzo della natura, nascesse un cucciolo levogiro da una mamma destrogira, il piccolo non avrebbe nessuna speranza di sopravvivenza, in quanto le loro strade si dividerebbero inesorabilmente.

Malgrado la loro vita così misteriosa e così difficile, in occasione delle Universiadi di Torino 2007, il Dahu è addirittura diventato la mascotte della manifestazione, chiamata “Cresy”!

Ovviamente il Dahu è un animale inventato, è una divertente storia che, di generazione in generazione, si tramanda nelle case di montagna, raccontata ogni volta con qualche particolare e qualche dettaglio in più, grazie ai narratori con maggiore fantasia…ma soprattutto è un appello a rivedere la montagna con occhi diversi.
Salvare il Dahu significa continuare a sognare, sorridere davanti ad una fantasia, fare un gioco divertente per tutte le età…tutte quelle cose che la frenesia, la fretta e l’attuale modo di vivere, stanno facendo venir meno.
Diffondete quindi l’appello…tutti insieme salviamo il Dahu!

Sort:  

Bella storia. Ammetto che fino a Levogyrus e Dextrogyrus mi sembrò tutto plausibile.

Ahah bello! Io fino all'uovo..... xD

Ehe sì, ho cercato di essere il più serio possibile :-)))

eheheheh! Abitando in Valle d'Aosta avevo già sentito parlare del Dahu, ma ad essere sincero credevo esistesse davvero...ahahahah
è che ne sentivo parlare in dialetto che io non capisco molto...grazie per avermi fatto scoprire il significato che manda davvero un gran bel messaggio! ;)

si, penso che la frase finale meriti attenzione :-)

Al sud vicino il Mare le storie e le leggende hanno chimere diverse...non conoscevo questo mitico animale!
ne hai raccontato bene la storia, certo sulle pitture rupestri e poi subito dopo agli egizi 😂😂😂...
Felicissima di poter gridare al mondo da oggi "Salviamo il Dahu" 💜

ti ringrazio molto! Mi fa piacere quello che hai scritto, perchè se è vero che molta parte della storia è stata veramente tramandata di generazione in generazione, la sezione riguardante le pitture rupestri, gli egizi, Annibale e la Dea Diana sono interamente farina del mio sacco :-D

Bellissima storia!

L’animale del sogno. Bellissimo :)

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