Alla ricerca di (un po') di comfort negli scarponi da sci

in #ita7 years ago

In un post precedente vi avevo spiegato come fossero scomodi gli scarponi da sci di alto livello, fino a far perdere le unghie dei piedi praticamente ogni anno!

Ora vi racconto invece come si può comunque andare a ricercare un minimo di comfort all'interno dello scarpone. Questo discorso vale sia per gli sciatori di altissimo livello, che gareggiano in Coppa del Mondo, sia a maggior ragione per gli sciatori "normali" o i turisti della domenica.

Iniziamo a parlare di plantari: all'interno della scarpetta è possibile inserire dei plantari automodellanti i quali, prendendo la forma del piede, fanno in modo che tutta la pianta del piede sia ben appoggiata, favorendo tra l'altro anche tutta la fase di curva e la tenuta sul ghiaccio. La macchina che modella i plantari funziona come un forno sotto vuoto: mentre nel forno si scalda il plantare al fine di renderlo "malleabile", ci sono due cuscini che, creando il vuoto, prendono esattamente la forma del piede. Quando il plantare è cotto a puntino, si posiziona tra il cuscino e il piede e, raffreddandosi, prende la forma esatta.

Un altro modo per adeguare lo scarpone ai nostri piedi, è quello di utilizzare una scarpetta automodellante, oppure una scarpetta ad iniezione. La scarpetta ad iniezione consiste in una scarpetta originariamente senza imbottiture, in cui viene iniettata una sostanza schiumosa, la quale penetra nelle imbottiture e prende l'esatta forma del piede all'interno dello scarpone. Questo non è propriamente confortevole, perchè la schiuma, quando si indurisce, rende la scarpetta dura come il cemento, quindi è vero che il piede è molto più fermo all'interno dello scarpone, ma è altrettanto vero che si patisce molto di più il freddo!

Ed arriviamo al punto cruciale quando si parla di comfort negli scarponi da sci: il freddo ai piedi! Personalmente io patisco tantissimo il freddo ai piedi ed alle mani, l'ho sempre patito fin da quando ero piccolo, ma purtroppo non c'erano le tecnologie che si sono al giorno d'oggi.

In particolare, esistono diversi modi per scaldare il piede all'interno degli scarponi:

- solette riscaldanti: un'intero "plantare" piatto, non modellante, il quale viene riscaldato da una batteria al litio che viene agganciata all'esterno dello scarpone. Le ultime novità hanno anche un modulo bluetooth per comandare, tramite app del telefono, la maggiore o minore temperatura richiesta. Svantaggi: non si può usare se si ha già un plantare di cui ho parlato all'inizio ed è necessario bucare la scarpetta per far passare il filo che arriva fino alla batteria; lo stesso filo è molto soggetto ad usura, frizioni continue, quindi c'è il rischio che si rompa, rendendo necessario un nuovo acquisto.

- pellicole riscaldanti: anzichè la soletta intera, si può usare una semplice pellicola da incollare al plantare e risolvere quindi il primo problema relativo alle solette riscaldanti. Gli altri due problemi persistono, anzi si aggiunge un ulteriore svantaggio, dato dal fatto che la pellicola riscalda solo una piccola parte del piede, sotto alle dita, mentre il resto rimane al freddo.

- calze riscaldanti: invenzione dell'ultimo periodo, sono delle calze che contengono al loro interno tutte le resistenze riscaldanti e le batterie si trovano sulle calze stesse. In questo modo, si evita il problema di dover tagliare la scarpetta per far passare i fili, così come si evita il problema dell'usura. La calza si può tranquillamente lavare in lavatrice senza problemi, se poi si dovesse aver bisogno di un ricambio, è sufficiente comprare una nuova calza utilizzando il pacco batterie già a disposizione. L'unico svantaggio è il prezzo (calza+kit siamo intorno ai 250 euro) e un po' di scomodità per quanto riguarda la posizione delle batterie.

Ecco il video dedicato a questo argomento, filmato e realizzato da me e spiegato da Fabio de Crignis, ex atleta di Coppa del Mondo:


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